Martedì 7 marzo 2023
Qualcosa di straordinario sta succedendo in Israele.
Riassumo la situazione: come risultato delle ultime elezioni, è stato formato un ennesimo governo di coalizione presieduto da Benjamin Netanyahu, del Likud. Questa volta, però, per ottenere una risicata maggioranza alla Knesset, il premier ha dovuto concedere ampi poteri ad un partito di ispirazione fascista che intende occupare militarmente la Cisgiordania, dando all’esercito pieni poteri ed immunità.
Il nuovo governo ha già dato mano libera all’esercito con operazioni militari a Jenin e a Nablus che hanno causato la morte di decine di palestinesi e si appresta a votare la pena di morte per i responsabili di qualunque atto di terrorismo contro lo stato ebraico. Il premier, dal canto suo, vuole liberarsi una volta per sempre delle accuse di corruzione che lo inseguono. Di qui la proposta di una legge per porre sotto il controllo del governo l’apparato giudiziario, indipendente dalla fondazione dello Stato, nel 1948.
Contro questa “distruzione dell’anima democratica di Israele” da nove settimane si svolgono manifestazioni davanti alla Knesset, ogni volta più partecipate. Venerdì scorso i dimostranti erano più di 250.000 (e dire che Israele è un paese piccolo), affrontati da una truce polizia antisommossa e si è inoltre verificato un episodio eccezionale.
Settanta riservisti, membri delle unità di élite dell’Aviazione (i protagonisti dei più eclatanti successi militari della storia recente) , hanno pubblicamente protestato contro i piani del governo, rifiutandosi di prendere servizio, fino a quando il governo non rinuncerà ai suoi propositi.
La protesta non ha precedenti: le forze armate sono da sempre il simbolo e la spina dorsale e morale del paese; lo stato maggiore dell’esercito ha avvisato il governo della gravità della situazione: i soldati non si sentirebbero garantiti da un governo che potesse loro chiedere azioni illegali.
Per l’ampiezza delle manifestazioni, e per la difesa della propria anima democratica, quello che sta succedendo in Israele è straordinario. Tutto il mondo (la tiepida Italia compresa) può dare una mano affinché Netanyahu si convinca a tornare sui suoi passi, invece di portare il suo paese nell’abisso.
(Questo pezzo non tiene conto della grottesca visita di Ignazio La Russa a Yad Vashem e teme molto per la prossima visita di Netanyahu a Roma).
Di
| Feltrinelli, 2022Di
| Codice, 2022Di
| Carocci, 2008Di
| Carocci, 2004Di
| Feltrinelli, 2013Potrebbero interessarti anche
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