Diario di bordo

Holodomor, la shoah dell'Ucraina

Giovedì 1 dicembre

Certe parole hanno una data di nascita.
“Shoah”, il termine biblico per indicare lo sterminio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale, divenne noto e scalzò gli altri - sinonimi o eufemismi – solo negli anni Ottanta, anche per il titolo del documentario di Claude Lanzmann. La parola “genocidio” venne usata (dice la Treccani) per la prima volta in forma giuridica nel processo di Norimberga, per indicare i crimini del nazismo. Da allora, sono stati riconosciuti molti altri “genocidi” (in Ruanda, in Bosnia, in Armenia…).
Holodomor”, fino a poco tempo fa, era una parola conosciuta solo da un ristretto numero di specialisti di storia dell’Unione Sovietica. Ma cosa significa?
Letteralmente, in lingua ucraina, è la combinazione spaventosa di due parole che associate diventano “morte per fame”.
È sempre stata riferita alla “grande carestia” che colpì il paese all’inizio degli anni Trenta e che produsse, nella sola Ucraina, quattro milioni di morti.
Le cause? Beh, qui si restava sul vago… gli storiografi di osservanza comunista (moltissimi) associarono l’holodomor ad una serie di “concause”: la carestia, appunto, lo strangolamento attuato dalle potenze capitalistiche contro i bolscevichi, che costrinsero l’URSS di Stalin al disastro della collettivizzazione forzata del “granaio russo”.
Ma il microscopio della storia non si fermò su quelle terre incerte: era meglio per tutti, c’erano troppi morti. Se ai sei milioni di ebrei si sommavano quattro milioni di ucraini, il quadro europeo cominciava a diventare insopportabile. Non giovava a nessuno.

Ebbene, dopo quasi un anno dall’invasione russa in Ucraina, ieri il parlamento tedesco ha approvato una mozione in cui si dice che l’holodomor fu voluto da Stalin come “genocidio”, per schiacciare il movimento dei contadini ucraini, spina dorsale delle aspirazioni di indipendenza del paese. Altri parlamenti seguiranno, compreso quello italiano; questa rilettura della storia servirà quando Putin sarà chiamato a rispondere di crimini di guerra, perché la sua strategia attuale – morte dell'Ucraina per fame, per freddo, per stenti -  altro non è che il proseguimento di quella staliniana.

Se volete – e spero davvero che vogliate! – saperne di più, consiglio il saggio di Anne Applelbaum (Stalin’s war in Ukraine), ma soprattutto i saggi di Andrea Graziosi, studioso della storia dell’Unione Sovietica, che fu il primo – ... al mondo? ma sì, al mondo! – ad indagare sull’holodomor scoprendo, quasi mezzo secolo fa, i dettagliati rapporti su quanto stava accadendo inviati dai diplomatici italiani nel 1933 all’attenzione particolare di Benito Mussolini. Vi sorprenderanno.
Sono molto attuali per capire che cosa succede oggi.

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