Mercoledì 2 novembre
Dal nostro inviato a San Francisco, Enrico Deaglio
A una settimana dalle elezioni di “midterm” – gli USA sono il quarto e ultimo test per l’autunno della democrazia dopo la sciagurata Italia, il fortunato Brasile e l’angosciante Israele – un impenetrabile silenzio circonda il vero stato di salute del signor Paul Pelosi, ricoverato in terapia intensiva dallo scorso sabato mattina.
L’uomo ha 82 anni, ha subito un intervento chirurgico per una frattura del cranio, ha profonde ferite al braccio e alla mano destra.
Mr. Pelosi non è un uomo qualunque, ma il marito della coetanea Nancy Pelosi, speaker della Camera dei Deputati americana; se dovessero morire Biden e Kamala Harris, lei sarebbe automaticamente alla Casa Bianca. Nancy Pelosi è una delle donne che hanno fatto la storia politica degli Stati Uniti. Figlia di una famiglia di democratici, italoamericana, cattolica, super-progressista, coraggiosa e tenace: poco più di un mese fa, da sola, se n’è andata a Taiwan ad assicurare solidarietà all’isola minacciata dalla Cina.
È anche la persona più minacciata e demonizzata di questo paese. I trumpisti che invasero il Campidoglio il 6 gennaio 2021 arrivarono dentro il suo ufficio e, se non fosse stata messa in salvo dal secret service, l’avrebbero uccisa. Le minacce di morte contro di lei dominano i social media e le chat dei trumpisti; sui telefonini di milioni di americani appare come Satana.
Venerdì scorso, Nancy non era a casa sua; si trovava a Washington, per lavoro. Fortunata lei.
Il marito Paul stava dormendo quando un uomo, semplicemente spaccando un vetro, si è introdotto nella loro casa nella zona di Pacific Heights a San Francisco, uno dei luoghi più esclusivi del mondo e però per nulla vigilato, in un quartiere dove i ricchi si proteggono con eserciti di tecnologia e security.
L’uomo entra gridando: “Dov’è Nancy, dov’è Nancy?”. Paul si alza dal letto, riesce fortunosamente a chiamare il 911, i due hanno una colluttazione, finalmente arriva la polizia che immobilizza l’aggressore e trasporta Paul in ospedale.
L’aggressore si chiama David DePape, ha 42 anni, lavora saltuariamente come falegname, ma è soprattutto un cospirazionista – sì, anche questa è una professione! - e passa le giornate a chattare con persone che condividono le sue idee: Auschwitz se lo sono inventato gli ebrei, Trump ha vinto le elezioni, Nancy Pelosi è Satana... Il progetto di DePape era semplice: prenderla, legarla con nastro adesivo, farle confessare i suoi misfatti e, se non avesse confessato, colpirla con un martello sulle ginocchia in mondo da mandarla in giro in carrozzella.
Se Nancy fosse stata in casa, forse le cose sarebbero andate così; invece la martellata se l’è presa Paul, che ora è in terapia intensiva.
Se tutto questo vi ricorda Stephen King o Alfred Hitchcock, Fritz Lang, i film su Joker o quelli di Robert Altman (... e chissà quanti altri ancora ...) aspettate, perché c’è una seconda parte della storia in attesa di un regista.
Come avevamo raccontato su Maremosso proprio il giorno prima dell’attacco a casa Pelosi, un altro avvenimento aveva scosso la città di San Francisco: l’acquisto di Twitter da parte di Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo, con l’idea esplicita di rendere la piattaforma, dignitosa e rispettabile, aperta a tutti i manigoldi del pianeta.
Ebbene, Elon Musk non ci ha messo molto a far capire i suoi intenti; appena dopo i fatti di Pacific Heights, ha twittato il suo pensiero: "C'è una piccola possibilità che dietro questa storia ci sia più di quel che appare ad una prima occhiata", linkando a un articolo del "Santa Monica Observer" - lo stesso hub informativo di fake news che nel 2016 diede notizia della morte di Hillary Clinton - nel quale si adontava l'ipotesi che Paul Pelosi avesse avuto una lite con un prostituto dopo averlo invitato a casa sua.
Su Twitter, Musk conta cento milioni di followers ...
Solo dopo 48 ore, per le proteste, ha cancellato il cinguettio, che rivela molto della personalità dell’uomo più ricco del mondo.
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