Diario di bordo

Leoluca Orlando, ricordi di gioventù

Lunedì 13 giugno

Nel 1987, ovvero 35 anni fa, intervistai, per l’allora pimpante settimanale “Epoca” un personaggio politico inusuale, il neosindaco di Palermo Leoluca Orlando, “democristiano diverso”, che aveva osato dire che la mafia esiste davvero.  Avevamo la stessa età e diverse amicizie in comune e parlammo di tutto; di Cosa Nostra, naturalmente, di Lima e Andreotti, ma anche del carattere dei palermitani, della loro generosità, del loro gusto per l’azzardo, delle catene della loro “appartenenza”. Orlando conosceva molto bene i rischi che lui stesso correva – intorno a lui era avvenuta una strage – ed era al corrente del fatto che la città era la capitale mondiale del traffico di eroina. Farlo sapere, mi disse, è il mio compito principale, “così saremo meno soli”.
A chiusa dell’articolo scrissi che il giovane sindaco mi sembrava “seduto su una bomba atomica”. Lui rispose fingendosi spaventato – Tiè! -  ma lo scoppio della bomba atomica lo vide davvero, appena cinque anni dopo.

Da allora, Orlando è stato “'u sinnacu” di Palermo per 22 anni (le volte che ha perso, fu per brogli). Ha servito le cause giuste, è stato dalla parte dei poveri e dei migranti, non è mai stato accusato di corruzione, ha fatto argine alla speculazione edilizia (qualche volta pure vincendo), ha tenuto la mafia fuori da Palazzo delle Aquile, è sopravvissuto.
La legge gli impediva di ripresentarsi e nel frattempo gli era successo quello che molto spesso succede agli uomini che stanno troppo a lungo al potere: non si era preparato alla successione e anzi aveva preso a divorare i suoi figli.

Guardo ora gli exit poll (prevedibilissimi) che dichiarano la fine dell’”era Orlando”.
È stato eletto, con una forte maggioranza, di vero cattivo gusto, Roberto Lagalla a nome del centrodestra unito. La sua principale dichiarazione programmatica è stata quella di accettare l’endorsement di Marcello Dell’Utri e Totò Cuffaro, che tutti sapete chi siano: due professionisti, che i voti li sanno trovare.
È stato come rimandare indietro l’orologio… Palermo ha fatto un salto nel passato di trent’anni, quando si discuteva con ardore – scavalcando i cadaveri sui marciapiedi - se la mafia esistesse davvero o fosse un’invenzione dei comunisti.

Auguri al sindaco Lagalla, sicuramente non sta seduto su una bomba atomica; la mafia infatti non esiste più, come tutti sanno.
E, buona notizia, il Palermo è tornato in serie A... pardon: serie B.

Con Orlando era in serie A.

   

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