Diario di bordo

Il ricatto

Diario di bordo

Una su mille ce la fa! Una notizia al giorno - una sola, scelta con cura - per capire che aria tira e guardare al mondo con consapevolezza. E, a volte, un sorriso

Enrico Deaglio

Torinese del 1947. Da sempre in mezzo a giornali e libri, continua a tenere un diario dell’Italia che ci passa davanti. Avendo vissuto dieci anni in America, racconterà un po’ anche quella

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Giovedì 20 ottobre

Il Meloni I ricorda il Trump I?

Se si capisce bene, il governo che sta per nascere – il Meloni I – batterà ogni record: sarà breve, ma atlantico e putiniano insieme, reazionario, antiabortista e xenofobo, guardato con sospetto dall’Europa, litigioso, e soprattutto infido.

Un tempo, ai begli anni del bunga bunga e del default, eravamo chiamati “il paese delle banane”, e ci abbiamo messo una decina d’anni per toglierci quell’etichetta; oggi ci siamo ricascati e non riusciamo nemmeno a capire perché.
C’è un disegno, dietro? O è soltanto la pazzia? Chi ha fatto uscire l’audio di Berlusconi che elogia Putin e attacca Zelensky?
Perché i deputati di Forza Italia si spellavano le mani ad applaudire il loro capo? eccetera, eccetera... e siamo solo all’inizio.

C’è un precedente in questa storia di “alta politica” e di “potere”, talmente simile che mi stupisce non sia stato ancora citato.
Successe appena tre anni fa, protagonisti l’allora presidente Usa Donald Trump e il neo eletto presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il congresso americano aveva stanziato 400 milioni di dollari in armamenti per supportare l’Ucraina, che stava soccombendo nella guerra del Donbass. Il 25 luglio 2019 Trump telefonò a Zelensky e fu molto esplicito, dicendogli qualcosa come: ti blocco l’invio di armi se non mi trovi subito qualche cosa da usare contro Joe Biden alle prossime elezioni. So che è corrotto, so che suo figlio Hunter ha preso dei soldi da voi, devi fare una dichiarazione pubblica, il mio ministro Barr e il mio avvocato Giuliani prenderanno contatto con te… Se lo farai, avrai le armi, altrimenti i tuoi soldati saranno in grave difficoltà.

Il tutto fu registrato, sia alla Casa Bianca che a Kiev.
Dopo appena un mese, il nastro saltò fuori e Trump subì addirittura il secondo impeachment (di nuovo salvato dai senatori repubblicani). Ma perse le elezioni del 2020, vinte appunto da Joe Biden.

Questo succedeva appena tre anni fa, tempi e protagonisti che Berlusconi mostra di conoscere assai bene.