Giovedì 27 ottobre
Mancano tredici giorni alle elezioni del “Midterm” americano, quest’anno una vera cartina di tornasole sul futuro della democrazia in questo paese; tutti sanno quanto cinismo e quanti milioni di dollari vengono spesi negli ultimi giorni, in genere per denigrare l’avversario. I colpi bassi sono all’ordine del giorno, la pubblicità negativa invade le tv e le fake news la fanno da padrone.
Attualmente, secondo i sondaggi, i democratici, che in estate andavano molto forte, vedono erodere il loro vantaggio (l’inflazione lavora sempre per la destra), la Camera è data per persa e il Senato è appeso al voto di pochi stati. Tra cui, la Pennsylvania, tredici milioni di abitanti su cui il Novecento è passato come l’ala della storia e il XXI secolo nessuno sa ancora come sarà.
I democratici avevano l’uomo giusto: John Fetterman, un omone progressista e pragmatico che viene dalla classe operaia bianca, vicegovernatore dello Stato; i repubblicani non avevano trovato di meglio che opporgli Mehmet Oz, un medico famoso e trumpista, del New Jersey, abituato alle apparizioni televisive in cui fa il piazzista di cure miracolose contro il diabete e il Covid, ovviamente fasulle. Sembrava non esserci partita, fino all’estate scorsa, quando Fetterman venne messo al tappeto (e rischiò di morire) per un embolo cerebrale, frutto di una fibrillazione atriale non diagnosticata. Si riprese e non abbandonò la corsa. Il medico Oz prese a deriderlo, con sadismo, ma nonostante questo Fetterman rimase il più popolare. Anzi, la sua tenacia e la sua umanità – Fetterman si batte per i deboli, per l’assistenza sanitaria gratuita - gli fecero aumentare i consensi. Ma Oz continuava a sfidarlo: “affronta una dibattito con me, vediamo se sei adatto a fare il senatore!”, e Fetterman alla fine ha accettato.
Lo spettacolo, a detta di tutti, è stato molto doloroso. Fetterman è apparso sofferente, con difficoltà a capire le parole dell’avversario (ha chiesto e ottenuto delle didascalie) e ha avuto lentezza nell’eloquio. E’ stato il primo ad ammetterlo (i suoi medici hanno assicurato che il suo decorso è nella norma), e ha concluso, con le lacrime agli occhi, che lotterà in Senato per tutti gli sfortunati della Pennsylvania.
Basterà? Tutti i commenti dicono di no. Fetterman è apparso un “perdente” e gli americani non amano i perdenti.
Ma, chissà, forse ci sarà un miracolo in Pennsylvania.
(Per quanto mi riguarda, gli ho subito inviato cento dollari, credo proprio di non essere stato il solo. E mi ripeterò, perché i miracoli bisogna aiutarli).
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