Lunedì 24 ottobre
La Roma antica – l’Impero, la gloria, gli archi, le colonne (e le colonie) – rappresenta una grande parte della formazione mitologica del presidente del consiglio Meloni che, appena l’anno scorso, riuscì a imporre come proprio candidato a sindaco di Roma tale Enrico Michetti, che allietava i radioascoltatori con storie di bighe, sesterzi, acquedotti, panem et circences.
Nessuno stupore che, miseramente fallito Michetti, ci abbia riprovato con l’esimio professor Giuseppe Valditara (ministro dell’Istruzione e del Merito), studioso della grandezza dell’Impero romano e ancora oggi sgomento per aver trovato la causa della sua dissoluzione, dopo 1229 anni di esistenza. Causa, per Valditara, riassumibile in due sole parole: gli immigrati.
Tempi duri per i professori e gli studenti, se – come spesso accade – l’ideologia del ministro in carica si trasformerà in circolari, consigli sui libri di testo da adottare, linee di condotta da seguire e... punizioni per i ribelli. Gli esempi, anche recenti, non mancano.
Come tutti sanno, gli immigrati furono la principale fortuna della Roma antica, i cui fondatori stessi non erano romani.
Roma era nota per “assimilare” le popolazioni che conquistava militarmente, in quello che fu il principale melting pot dell’antichità; gli immigrati fornirono filosofi, imperatori, generali, giuristi, braccia per i campi, soldati per l’esercito e soprattutto una nuova religione, importata dall’oriente, il cristianesimo, che Roma adottò.
Poi, come tutte le cose di questa terra, anche l’Impero romano tirò le cuoia; per molte ragioni: si era espanso troppo, c’era troppa corruzione e troppo cristianesimo, c’era stata una terribile epidemia e i romani stessi si erano stufati di fare i romani…
Da mille anni si discute sulle ragioni della caduta dell’impero romano; tra molto meno si discuterà delle ragioni della caduta del Meloni I e - chissà - questa volta saranno stati davvero gli immigrati...
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