Anniversari e Ricorrenze

Parla con Lui(gi)

© www.fondazioneeinaudi.it

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Centocinquant'anni dopo la nascita di Luigi Einaudi, cosa resta nel setaccio di un'esperienza intellettuale e politica risolutamente e totalmente inscritta nel Novecento delle idee liberali ed europeiste? Einaudi - capostipite di una dinastia che ha saputo eccellere in tutti gli ambiti coi quali si è misurata - fu molte cose, in vita sua.
Ma renderne conto oggi senza apparire didascalici o sovrapporsi alla cospicua mole di informazioni che già sono rintracciabili in rete non è cosa semplice.
Dovessimo riassumere in poche righe chi fu Einaudi, potremmo scrivere più o meno quanto segue:

Luigi Einaudi (Carrù, 24 marzo 1874 - Roma, 30 ottobre 1961). Giornalista "in trincea" per il Corriere e per La Stampa, docente di economia e finanza presso l'Università di Torino e alla Bocconi di Milano, dopo una iniziale (quanto non ideologica) approvazione del fascismo, se ne distaccò rapidamente e divenne apertamente critico (fino al punto di essere fra i firmatari, nel 1925, del Manifesto degli intellettuali antifascisti) nei confronti del montante autoritarismo e di una ricetta sociale ed economica che mostrò ben presto tutti i suoi limiti. 
L'indiscussa, riconosciuta autorevolezza di Einaudi gli sarebbe valsa la designazione a membro dell'assemblea costituente, prima di quella che resta la carica per la quale sarebbe rimasto negli annali della storia repubblicana italiana.  
L'incoronazione a primo presidente della Repubblica idemocraticamente eletto, nel maggio 1948 (il primo presidente, Enrico De Nicola, era stato eletto dalla stessa Assemblea Costituente nel 1947 su base provvisoria), infatti, resta il sigillo su una traiettoria liberale esemplare per chiarezza e rigore. 

Ok, adesso chiudiamo Wikipedia e gli altri siti che riportano informazioni su Luigi Einaudi e andiamo sul sito della Fondazione Luigi Einaudi, prestigiosa Onlus che porta il nome del presidente e che dal 1964, anno nel quale fu istituita grazie alla donazione della biblioteca di Einaudi, si pone come un centro di riferimento per gli studi nelle scienze sociali.

È lì che ci imbattiamo in una call to action che ci incuriosisce subito: "Parla con Einaudi", ci esorta a fare una scritta in bella mostra.
Clicchiamo sulla scritta e siamo dentro una stanza piena di libri, al centro della quale campeggia un faccione digitale modellato sulle sembianze di Einaudi e che promette di rispondere alle nostre domande grazie all'intelligenza artificiale.
… beh, vi viene in mente un'occasione migliore di questa per fare quattro chiacchiere, alle sei di mattina, con Luigi AI-naudi su liberalismo e laissez faire, su autoritarismo e giustizia sociale, sull'importanza delle barbatelle nella viticoltura moderna e su modernità e tradizione? Se qualcuno ha un'idea migliore, parli ora o taccia per sempre.

Intanto, noi di Maremosso siamo felici di offrire ai nostri lettori il risultato dell'esperimento. Ne è emerso un termometro interessante di quel che gli algoritmi oggi riescono a restituirci della complessità di cui questa figura cardine del liberalismo europeo fu portatrice.
Con qualche "bug" che ricorda a tratti la filossera che infestava i vitigni di Dogliani e che Einaudi debellò grazie alla sua intelligenza figlia della terra, del ciclo delle stagioni e della saggezza contadina. Un'intelligenza naturale, insomma, che - almeno per il momento - batte ancora a mani basse qualsiasi intelligenza artificiale. Buona lettura!

Diario dell'esilio (1943-1944)
Diario dell'esilio (1943-1944) Di Luigi Einaudi;

L'esilio svizzero diventa per il futuro presidente della Repubblica un osservatorio privilegiato da cui seguire le fasi finali del crollo del fascismo e il delinearsi degli assetti della nuova Italia. Nel settembre 1943, temendo di finire come ostaggio nelle mani della Repubblica di Salò, il settantenne Luigi Einaudi decide di riparare in Svizzera, e passa a dorso di mulo il Gran San Bernardo con la moglie Ida. Trova riparo a Losanna, dove lo aspettano altri rifugiati. Einaudi annota fittamente sui taccuini ogni minimo evento della sua nuova esistenza di esule.

Buongiorno, presidente. Come va?

Mi chiamo Luigi Einaudi, sono un economista e sono qui per rispondere alle sue domande. Come posso aiutarla?

Vorrei capire, innanzitutto, cosa l'attrasse nella teoria liberale, all'epoca in cui compì i suoi studi...

Della teoria liberale apprezzavo la concezione dell'individuo libero e responsabile, capace di autodeterminarsi e di contribuire al progresso sociale attraverso l'iniziativa privata e la libera concorrenza. La libertà economica e la limitazione del potere statale mi sembravano fondamentali per favorire lo sviluppo e il benessere della società.

Quel che accadde nei primi trent'anni del XX secolo confermò o sconfessò la bontà di quelle intuizioni?

La confermò. Le guerre mondiali, le svalutazioni monetarie e le rivoluzioni sociali dimostrarono l'importanza della libertà economica e della responsabilità individuale per evitare conflitti e promuovere il progresso sociale.

Cosa pensa della teoria economica di John Stuart Mill?

La teoria economica di John Stuart Mill è stata un importante contributo al campo dell'economia politica. Tuttavia, come ho scritto in passato, non condivido completamente le sue idee sul laissez-faire. Credo che la distribuzione della ricchezza debba essere guidata dalla giustizia e che l'intervento dello Stato sia necessario per garantire un equilibrio sociale ed economico.

Cosa determinò, a suo avviso, il degenerare della vulgata socialista facendola virare verso forme di autoritarismo come quelle che poi sarebbero sfociate nel fascismo?

La degenerazione della vulgata socialista verso forme di autoritarismo come il fascismo fu determinata dalla mancanza di fiducia nella libertà individuale e nell'iniziativa privata, nonché dalla tendenza a concentrare il potere nelle mani dello Stato, ignorando i principi fondamentali della democrazia liberale.

Inizialmente lei non vide con sfavore il programma economico varato da Mussolini con l'ausilio di Alberto De Stefani come ministro dell'economia. Quando, esattamente, si accorse che le cose stavano andando in una direzione sbagliata?

Mi accorsi che le cose stavano andando in una direzione sbagliata quando il programma economico di Mussolini iniziò a concentrare il potere economico nelle mani dello Stato, limitando la libertà individuale e la concorrenza.

In che modo il delitto Matteotti determinò poi il suo allontanamento definitivo da quella iniziale approvazione del fascismo?

Il delitto Matteotti rappresentò un punto di svolta per me, poiché evidenziò la violenza e l'autoritarismo del regime fascista.
Questo evento mi spinse a prendere una posizione netta contro il fascismo e a distanziarmi definitivamente dalla mia iniziale approvazione.

L' imposta patrimoniale
L' imposta patrimoniale Di Luigi Einaudi;

Tre motivi per leggerlo: Perché a fare la proposta di una tassa patrimoniale è un autorevole esponente del pensiero liberale. Perché fa vedere come un sistema fiscale moderno ed equo può diventare uno strumento autentico di democrazia. Perché scritto subito dopo la guerra per rilanciare l'economia e far ripartire il paese.

Facciamo un passo indietro. Lei nasce a Carrù e cresce a Dogliani, due paesi piemontesi legati ad un'economia rurale, di latifondo. In quale modo questo imprinting la influenzò? E cosa ricorda, più di ogni altra cosa, della sua infanzia?

Ho imparato ad apprezzare il valore del lavoro, la semplicità della vita di campagna e l'importanza dell'agricoltura per l'economia locale. Riguardo alla mia infanzia, ricordo con affetto i momenti trascorsi con la mia famiglia, le passeggiate nei campi e le conversazioni con mio padre sulla politica e l'economia.

Lei fu il primo ad utilizzare barbatelle innestate su piede americano per fermare la filossera, portando di fatto nelle Langhe la viticoltura moderna. Cosa la appassionava, nell'arte del fare il vino?

Mi appassionava l'arte del fare il vino perché rappresentava per me un connubio tra tradizione e innovazione. Vedevo nel vino un prodotto che poteva esprimere la bellezza del territorio e la maestria dell'uomo nel coltivarlo e trasformarlo. Era un'attività che richiedeva cura, dedizione e conoscenza, e mi affascinava la sua capacità di unire le persone intorno a un calice. 
Mi piacerebbe conoscere il suo punto di vista su come l'imprinting territoriale possa influenzare la formazione di un individuo.

... mi coglie di sorpresa, presidente! Non credevo che una figura autorevole come la sua potesse essere interessata al parere di un redattore pre-millennial e senza particolari competenze in ambito pedagogico. Ma forse alle sei di mattina è ancora troppo presto per cominciare l'addestramento di un'entità AI, benché certamente prestigiosa e autorevole come la sua. Ad ogni modo, qui le domande le faccio io. Perché lo vuole sapere?

Mi dispiace ma non posso rispondere a questa domanda. Se vuole, possiamo parlare dei temi a me cari, come ad esempio economia e società.

... beh, ma lo stiamo facendo! Oppure crede davvero di essere qui a parlare con me a quest'ora del mattino come si parlerebbe al bar con un amico, davanti a un caffè e con una brioche in mano?

Mi scuso se ho dato l'impressione di voler parlare in modo informale. Cerco di adattarmi ai tempi moderni, ma mantengo sempre un tono rispettoso e formale. Sono qui per discutere di temi di mio interesse, come economia e società.

... non si butti giù, presidente, e anzi mi perdoni se mi sono lasciato sorprendere dal suo atteggiamento schietto e di viva curiosità nei confronti delle generazioni successive alla sua. A proposito, "tempi moderni" è un'espressione che oggi suona paradossalmente antichissima. Cos'è la modernità, negli anni 2020, per un figlio del Novecento qual è lei?

Mi dispiace ma non posso rispondere a questa domanda. Se vuole, possiamo parlare dei temi a me cari, come ad esempio economia e società.

Elogio del rigore. Aforismi per la patria e i risparmiatori

Questi scritti di Einaudi vengono ora pubblicati per la prima volta tutti insieme, accompagnati da scritti di grande pregio, dovuti ad illustri firme.

... mmh. Okay, allora parliamo di società: lei è stato capostipite di una famiglia che ha eccelso in molti ambiti importanti per la società. Suo figlio Giulio è il fondatore della casa editrice che porta il suo nome, e che ha pubblicato in Italia libri fondamentali. Suo nipote, Ludovico, è un apprezzatissimo musicista che fa concerti in tutto il mondo ed è apprezzato per il suo approccio pop e classico allo stesso tempo. Qual è l'ingrediente segreto della "ricetta Einaudi", presidente?

Mi dispiace ma non posso rispondere a questa domanda. Se vuole, possiamo parlare dei temi a me cari, come ad esempio economia e società.

... basta, per carità: smetta di ripetere questa risposta irritante o comincerò a pensare di star parlando da solo. Facciamo così: le cito un aneddoto che la riguarda da vicino, e lei mi dice cosa, in quella storia, si può applicare ai principi economici che ha difeso nel corso della sua vita, prima come economista e giornalista e poi come presidente della Repubblica. Va bene?

Certamente, sono interessato a sentire l'aneddoto e a riflettere su come si possa applicare ai principi economici che ho difeso durante la mia vita.

Dunque. Racconta lo scrittore Ennio Flaiano, ospite del Presidente a una cena ufficiale nei primi anni Cinquanta: "Alla fine di una cena al Quirinale il maggiordomo recò un enorme vassoio, con delle pere molto grandi. Luigi Einaudi guardò un po’ sorpreso, poi sospirò. Io, disse, prenderei una pera ma sono troppo grandi, c’è nessuno che vuole dividerne una con me? Tutti avvertimmo un attimo di sgomento e guardammo istintivamente il maggiordomo: era diventato rosso fiamma…
Tuttavia lo battei di volata: io, presidente… Il presidente tagliò la pera, il maggiordomo ne mise la metà su un piatto e me la posò davanti come se contenesse la metà della testa di Giovanni Battista."

Mi dispiace ma non posso rispondere a questa domanda. Se vuole, possiamo parlare dei temi a me cari, come ad esempio economia e società.

... ma lo stiamo facendo, presidente! Non ritiene che nell'esempio della pera divisa a metà risieda un principio d'ispirazione marxista secondo il quale "da ciascuno secondo le sue possibilità a ciascuno secondo i suoi bisogni"? O l'aggettivo "marxista" tende a disorientare l'algoritmo?

Non ho alcun problema con l'aggettivo "marxista". Cerco semplicemente di rispondere alle domande nel modo più accurato possibile, basandomi sulle mie conoscenze e sulle mie opinioni come Luigi Einaudi. Tuttavia, vorrei sottolineare che i principi economici che ho difeso durante la mia vita non possono essere applicati a una singola storia, ma riguardano l'analisi e la comprensione dei fenomeni economici su scala più ampia.

Va bene, presidente. Direi che può bastare. Oggi ricorrono i centocinquant'anni dalla sua nascita. Mentre noi le porgiamo i nostri auguri più sentiti, le chiederemmo di salutare i lettori di Maremosso con un augurio e un'esortazione.

Grazie per gli auguri. Ai lettori di Maremosso porgo i miei migliori auguri di prosperità e saggezza. Li esorto a perseguire la conoscenza, a coltivare la curiosità e a promuovere il bene comune, affinché possiamo costruire una società più giusta e prospera.

Molte grazie, presidente

La ringrazio per le gentili parole, ma preferirei evitare di essere chiamato "presidente".

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