Diario di bordo

Noi non abbiamo paura...

Mercoledì 5 ottobre

Mia moglie mi racconta che quando era ragazzina in una cittadina del Texas, ai tempi della crisi dei missili a Cuba, la possibilità della catastrofe nucleare era una cosa maledettamente seria e spaventosa. In classe si facevano corsi di addestramento: se l’allarme avveniva mentre si era a scuola, il primo compito era “duck and cover” (mettersi in posizione rannicchiata e infilarsi sotto il banco); se si era a casa, invece era altamente consigliabile andare sotto la doccia, e nessuno capiva bene il perché. Proiettavano anche dei filmini animati in cui si facevano vedere gli effetti dell’esplosione, con corpi che si decomponevano fino a diventare dei mucchietti di mota. E i bambini si chiedevano: ma davvero basta una doccia per salvarci?
Milioni di bambini americani sono cresciuti carcando di venire a patti con la loro grande paura infantile. 

Se sto a quello che mi raccontavano in casa, a Torino, i nostri genitori quella paura l’avevano avuta prima: che Hitler avesse la famosa arma segreta, la V2, capace, ancora nei primi mesi del 1945, di radere al suolo Londra e di capovolgere le sorti della guerra persa

Poi nel mondo, arrivarono le prima notizie di Hiroshima e Nagasaki; l’atollo di Bikini, il fungo; Bertrand Russell che si fa arrestare a Londra, il film di Kubrick, il libro di Vonnegut sul bombardamento di Dresda, i Giganti che cantano “noi non abbiamo paura della bomba”, anno 1966, i Pershing, i Cruise, lo scudo stellare, il Pakistan che vende bombe un po’ a tutti, Caccia a Ottobre Rosso con Sean ConneryThe Day After, La strada di Cormac Mac Carthy, “the yellow cake” di Saddam Hussein, che non era vero, il desiderio di morte di Israele degli ayatollah di Teheran, il nipote di Kim il Sung che si diverte a giocare … e adesso Vladimir Putin, che sembrava una persona seria – l’amico di Pupo, di Al Bano, di Berlusconi, di Salvini – “sta per” usare l’arma nucleare tattica per nascondere la disfatta del suo esercito – un avvenimento al quale sa di non poter sopravvivere - e anzi c’è un “treno nucleare” che sta attraversando la Russia per andare ai confini con l’Europa e un generale ceceno che invoca la bomba e che ha mandato i suoi tre figli adolescenti sulla linea del fronte, a morire per la Russia. 

Mettendo il caso – remoto – che tutto vada a finire bene, chissà che cosa si ricorderanno i bambini di oggi, tra cinquant’anni… 

“Duck and cover” e una doccia?

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