L'Italietta della domenica

Lunedì 3 ottbre

C’era di che stare in ansia ieri, domenica. O sperare, o mordersi le mani.

La minaccia atomica, prima di tutto, con le voci di una frattura ai vertici dell’esercito russo, con le notizie di una nuova avanzata ucraina, con le dichiarazioni del generale americano David Petraeus: se solo vi azzardate, il vostro esercito in Ucraina sarà sterminato e la vostra flotta nel Mar Nero sarà affondata.

C’era da fare il tifo, ieri domenica per il Brasile. Con Lula che si è fermato intorno al 48 per cento, tallonato da Bolsonaro al 43 e con un secondo turno, che sarà nient’affatto scontato, il 30 ottobre, una settimana prima delle elezioni del midterm americano. Tutte le scommesse sono aperte, una delle più grandi democrazie del mondo è alla prova e conta su un operaio metalmeccanico di 77 anni che ha perso un dito in un incidente di fabbrica, e quindi i suoi avversati lo deridono come “nove dita”. Dovrebbe farcela, Lula, ma non è detto.

C’era da piangere, ieri domenica per i giovani in Iran, di cui sapete ormai tutto. Combattivi, eroici, disperati, disposti alla morte… milioni di loro coetanei nel mondo vorrebbero aiutarli, ma nessuno sa come fare.

C’era da tirarle qualcosa addosso, a vedere come una imbarazzante erede di Margaret Thatcher, stia riuscendo a distruggere nientemeno che il Regno Unito, quello che fu una volta l’Impero, quello  che abbiamo visto con emozione sfilare per ore in nome della vecchia regina… Sono bastati quindici giorni e tutto si sta sgretolando: la Gran Bretagna sta come la Grecia di dieci  anni fa…

C’era da preoccuparsi per molte cose, ieri domenica. Ma per fortuna, Giorgia Meloni è al lavoro. E noi ci fidiamo di lei, e capiamo i suoi problemi. Per esempio, dovrebbe nominare Licia Ronzulli ministro della Sanità?

Sì, eravamo pronti per l’Italietta.