Diario di bordo

Domani è un altro giorno (speriamo)

Giovedì 21 luglio

Come credo per voi, ieri non è stata una bella giornata.

Per questa storia che quando da voi è sera, da me è mattina, mi sono sentito ancora più straniato e incredulo; e quando il patatrac si stava compiendo, ancora pensavo che si potesse porvi rimedio, in qualche maniera; e invece no, vedendo progressivamente spegnersi diverse speranze che sempre più flebili continuavano ad affacciarsi. Poi ho, come si dice, cercato di razionalizzare, di distinguere, di elaborare; ma, niente da fare: forse è semplicemente troppo presto. Ho provato allora con i precedenti storici e mi è venuto in mente solo l’otto settembre 1943, il manifesto dell’incoscienza e del tradimento – e dire che erano passati nemmeno tre anni dal giorno in cui l’Italia entrò in guerra con la Germania e, per prima cosa, demmo una pugnalata alla schiena alla Francia. Anche il fascismo italiano aveva un’idea d’Europa, che vi credete?

Così mi sono risentito attentamente l’intervento di Draghi e mi è sembrato di capire che quello che a Salvini, Berlusconi, Meloni e Conti proprio non andava giù non erano i taxisti, il termovalorizzatore di Roma, gli stabilimenti balneari, la riforma del catasto, il reddito di cittadinanza o il superbonus, ma era il sostegno a Zelensky, che Draghi aveva messo come punto fermo da cui non demordere. E lo aveva detto davvero con chiarezza: continueremo a mandare armi, continueremo con le sanzioni, cercheremo gas e petrolio altrove per svincolarci dall’assurda dipendenza dalla Russia.

Dicono che Draghi sia il banchiere senza cuore; a me è sembrato di rigorosa tempra morale. Per questo lo hanno espulso come un corpo estraneo. Non il popolo italiano, però; ma quella combriccola molto italiana che ormai conosciamo bene.

Ed ora dunque andremo a votare, e quella  combriccola, che conosce lo spartito a memoria, ci dirà che quel Zelensky era un pazzo – e  pure ebreo – che le sanzioni fanno perdere soldi alla nostra bella industria veneta e lombarda,  che invece di dare armi a sconosciuti,  che “i piccioli ce li dessero a noi”, che è tutto un complotto degli americani, che gli immigrati ci invaderanno, che i tedeschi, che sono furbi, Zelensky l’hanno già mollato, che Draghi è il “potere forte” che odia il popolo, che Putin era stato provocato e che lui sì che sa tenere in riga il suo popolo, e poi … la pace, la pace, la pace che è il valore supremo a cui bisogna ispirarsi.

Ok, basta coi cattivi pensieri. Domani – per voi oggi inoltrato -  è un altro giorno.

    

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