Diario di bordo

Paolo Borsellino, un delitto perfetto 

Il 13 luglio 2022 il tribunale di Caltanissetta ha piantato l’ultimo chiodo nella bara del giudice Paolo Borsellino, ucciso, insieme al suo amico Giovanni Falcone, trent’anni fa.
Le loro facce le potete vedere in molti luoghi della nostra Italia: piazze, strade, scuole e addirittura sulla moneta di due euro messa recentemente in circolazione, dove i due, con aria complice, si guardano sorridenti e sembrano consci di quello che gli sarebbe successo.

Non era un gran processo, peraltro.
Erano accusati tre poliziotti, all’epoca giovani, della squadra speciale del capo della mobile di Palermo Arnaldo La Barbera, cui il governo di Roma diede pieni poteri per le indagini sulle stragi del 1992. Quelle indagini furono da subito inquinate e depistate, per assicurare all’opinione pubblica un colpevole e per proteggere i veri colpevoli, in uno dei più grandi scandali della repubblica italiana. Quindici anni dopo i fatti, venne alla luce l’impostura commessa, ma nessuno pagò mai per quello che aveva fatto.
Trent’anni dopo, al termine di un faticoso processo durato quattro anni, questi quattro poliziotti, davvero le ultime ruote del carro, sono stati prescritti dall’accusa di aver volontariamente depistato il delitto del secolo. Prescritti, come una medicina. Quel processo – dimenticato, solitario – era però l’ultima speranza di poter tenere aperto un uscio di verità su quanto era successo.
A Borsellino, e a noi tutti.

Credo di essere l’unico giornalista che si è occupato del caso, scrivendone da vent’anni sui giornali e addirittura con due libri*: in completa solitudine.
Ho sperimentato quanto lo scandalo del delitto Borsellino fosse protetto, dai magistrati per primi, dal potere politico poi  e quanto sia lentamente scivolato nel tempo, fino a non interessare più nessuno, e tantomeno l’opinione pubblica.

Peccato, avremmo potuto essere un paese civile e coraggioso.

E invece, le morti di Borsellino, e quella di Falcone, ci insegnano alcune amare verità. Il delitto perfetto esiste; occultare la verità è possibile; gli assassini sono tra noi.

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