Bisognerebbe avere molta più cura degli archivi e farli funzionare meglio. Soprattutto, bisognerebbe dare più potere a soggetti terzi, indipendenti.
Segreti e lacune poggia su una base documentale solidissima: dopo essersi immersa nelle profondità degli archivi declassificati dell'intelligence, Benedetta Tobagi è riemersa con le reti colme di materiale prezioso, in parte inedito. Il libro che Tobagi è venuta a raccontarci con un'intervista indaga sui conflitti tra magistratura, servizi segreti e potere esecutivo così come si sono manifestati nel corso dei processi per le stragi terroristiche (compiute in Italia fra il 1969 e il 1980) e rivolge un'attenzione particolare al periodo compreso tra la riforma dei servizi segreti del 1977 e la metà degli anni Novanta, quando l’Italia poté dirsi finalmente affrancata dagli strascichi della Guerra fredda.
Un’Italia, quella della seconda metà del Novecento, che si è mossa tra le lacune dei depistaggi e le condotte spesso equivoche dei servizi segreti. Benedetta Tobagi racconta, sullo sfondo delle stragi, la dialettica tra intelligence, magistratura e potere esecutivo dalla P2 alla caduta del Muro.
Le domande sottese nell'indagine compiuta da Tobagi sono tante. Fra tutte: come esercitare un efficace, effettivo controllo democratico sull’attività svolta dai servizi segreti?
E ancora: quali sono le possibilità (e quali i limiti) di una ricostruzione attendibile di quelle vicende storiche dell’Italia repubblicana la cui dimensione politica è a tratti indistinguibile da quella puramente eversiva?
I processi per le grandi stragi terroristiche compiute in Italia nel periodo storico che potremmo comprendere fra il 12 dicembre 1969 (strage di Piazza Fontana) e il 2 agosto 1980 (Strage della stazione di Bologna) si sono spesso trasformati in mostri giuridici. Anomalie vistose, lacerazioni per i tempi biblici che hanno comportato e per il fatto che sono terminati spesso con assoluzioni generali.
Quel corpus - che oggi assurge a repertorio storico, oltre che giuridico - costituisce un territorio d’indagine ideale per guardare da vicino allo stato di conflitto esistito a lungo tra magistratura e servizi segreti. Quasi tutti i processi, infatti, sono stati viziati da lentezze e distorsioni (quando non da veri e propri depistaggi), perpetrate dagli organi di intelligence e da altre forze al servizio dell’esecutivo. Nel 1977 arriva una riforma che finalmente sancisce un controllo politico sull’intelligence, revisionando nello contempo la disciplina del segreto di Stato.
Il libro focalizza l'attenzione sugli anni seguiti alla riforma per sondarne i limiti; una riforma che aveva legittimamente suscitato grandi aspettative (le quali furono presto "smontate" dallo scandalo seguito alla scoperta delle attività della P2).
La loggia massonica P2, che è stata un grande centro di potere occulto, si è studiata molto poco, a livello accademico.
Nonostante la fine della Guerra fredda, con il relativo meccanismo della cosiddetta «doppia lealtà» cui era improntato l'operato delle forze di sicurezza, i depistaggi e le alterazioni nel funzionamento dell’intelligence continuano a porsi in atto. Segreti e lacune indaga su motivi e meccanismi che ancora si frappongono tra l'interpretazione del presente e una corretta lettura storica. Tastando il polso alla patologia che ha informato a lungo i rapporti tra intelligence e potere politico, il saggio di Benedetta Tobagi individua temi e motivi di un vulnus che ci riguarda tutti, e che continua a interrogarci.
Buona visione, e buona lettura!
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