“La tirannia di un principe in un'oligarchia non è pericolosa per il bene pubblico quanto l'apatia del cittadino in una democrazia” scriveva Montesquieu, trecento anni fa.
Il pensiero del filosofo su tirannide e democrazia non sente il passare degli anni e anzi si potrebbe dire che nei tempi in cui viviamo riesca a dirci più cose di quanto non sappiano fare i titoli strillati dei giornali, la retorica guerrafondaia dalla quale siamo bersagliati a tutte le ore e l’imperiosa chiamata alle armi che ci viene propinata a tutte le ore.
Vedete? Anche a voler scrivere poche righe su quel che sta succedendo alle porte d’Europa, è difficile riuscire a sottrarsi al “rumore sordo della battaglia”.
Le parole stesse ne sono impregnate, sanno di guerra, E si finisce per dimenticare quanto - anche in un momento storico come questo sia importante capire a fondo.
Ucraina 2022: il passato che vuole imporsi al futuro. Putin si lancia in un'avventura che non può vincere, perché condotta con armi obsolete. Nel XXI secolo le guerre sono combattute con economia e finanza, non con bombe e missili. Che impari dalla Cina.
Putin è un uomo profondamente frustrato. Frustrato dalle circostanze della sua vita e del suo paese.
Soprattutto, in un momento come questo.
Per comprendere la guerra in Ucraina, per capire da dove ha preso le mosse l’ambizione imperialista di Vladimir Putin, per raccogliere retrospettivamente gli indizi che avrebbero potuto farci capire per tempo quel che stava per accadere e ragionare sui possibili modi di disinnescare la crisi, ecco un libro importante. È quello scritto da Antonio Maria Costa, che ha tutti i titoli e l’esperienza per raccontare in profondità la crisi e le ragioni che l'hanno scatenata, a partire dal carattere e dalle idee di Putin, che Costa ha conosciuto personalmente nel corso di una carriera diplomatica di altissimo profilo. Costa, infatti, nell'arco di un cinquantennio è stato sottosegretario generale delle Nazioni Unite, direttore esecutivo dell'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC). Economista di formazione, ha ricoperto a lungo la carica di direttore generale per l'Economia e la Finanza alla commissione Europea. Ecco perché la sua è una voce che conviene ascoltare con attenzione.
La frustrazione di Putin aumenta perché la Cina, quel paese che la Russia ha sempre considerato al margine della civiltà, quel paese di straccioni quando lui cresceva nella potente Russia sovietica, è diventato la grande superpotenza mondiale e oggi ci sono due superpotenze al mondo: l'America da un lato, la Cina dall'altro. La russia è sparita
Oggi le cose si muovono più velocemente nel mondo dell'informazione di quanto non facciano sul campo di battaglia, dove gli avanzamenti dell'esercito russo sono contrastati quotidianamente dall'esercito ucraino, contribuendo al perdurare di un conflitto che aggiunge nuovi fronti di crisi e dal quale oramai sembra completamente evaporata ogni ipotesi diplomatica.
Non è un buon motivo per abdicare alla ragione, però, e dunque occasioni come quella che ci offre Costa con il suo libro vanno sfruttate.
Capire è il primo passo che tutti abbiamo il dovere di compiere, in questo complesso momento storico.
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