Arrivi e partenze

Federico Rampini: “Tremilacinquecento anni di Storia parlano chiaro: è assurdo scommettere contro la Cina. Però…”

Illustrazione di Laura Bornea, 2021

Illustrazione di Laura Bornea, 2021

La Cina che noi, ancora qualche anno fa, ci immaginavamo come la fabbrica del pianeta, una potenza industriale che fondava la sua potenza sulla manodopera a basso costo, è già una storia del passato. La Cina di oggi è una superpotenza tecnologica

Go west, young man”, “Vai ad occidente, giovane uomo”, recitava il motto dei pionieri che a metà dell’Ottocento attraversavano l’America muovendo verso la California, in cerca di fortuna e affermazione.

A leggere l’ultimo libro di Federico Rampini, Fermare Pechino. Capire la Cina per salvare l’occidente, quella stessa esortazione andrebbe radicalmente ribaltata: se vuoi affermarti nel mondo contemporaneo, vai ad est, giovane uomo. Attenzione, però: non che un simile rovesciamento di paradigma sia facile da interpretare, né tantomeno da gestire. Per capire cosa succede davvero attorno a Pechino, e quali venti spirano oggi nella complessa relazione fra Europa, Stati Uniti e Cina, si può cominciare a rivolgersi con fiducia al libro di Rampini, che è una vera miniera di informazioni e spunti utili a comprendere come gli occhi con cui guardiamo al Dragone cinese, oggi, abbiano bisogno di potenti lenti correttive.

Fermare Pechino. Capire la Cina per salvare l'Occidente

Federico Rampini racconta una sfida fatta anche di contaminazione reciproca, perché alcuni problemi sono simili: dalle diseguaglianze sociali allo strapotere di Big Tech, dalla crisi ambientale e climatica alla corsa per dominare le energie rinnovabili.

Rampini è come un grillo parlante che parla alle nostre coscienze di europei intorpidite da un’idea di noi stessi che – ci fa capire a chiare lettere Rampini – abbiamo un disperato, urgentissimo bisogno di rimettere in discussione. A cominciare dal modo in cui percepiamo gli Stati Uniti, storici alleati, che hanno spesso definito sé stessi sullo scacchiere internazionale in evidente antinomia rispetto alla loro controparte asiatica.
Controparte che oggi, in più di un modo, l’America sembra inseguire su diversi terreni.

Già: è il Nuovo Grande Esperimento Americano, quello di cui parliamo con Rampini, una sorta di New Deal (è lo stesso Biden a richiamarsi ad ogni piè sospinto a Roosevelt) la cui ricetta prevede una spinta alla spesa compensata da ammortizzatori sociali, che hanno permesso, nel biennio appena trascorso, di calmierare almeno in parte gli effetti potenzialmente catastrofici della pandemia.

Qui incontriamo questo paradosso per cui la svolta a sinistra che è cominciata in Cina nel 2008 e che Xi Jinping sta cavalcando, adesso viene adottata dagli Stati Uniti. Queste due superpotenze si studiano a vicenda. Si copiano, si emulano, si imitano molto più di quanto sia dato vedere alla superficie

Insomma, c’è di che pensare. Possibilmente riflettendo sul modo migliore di non “buttare il bambino con l’acqua sporca”, per così dire, e cioè cercando di valorizzare quelle che restano le prerogative del vecchio continente - attore ancora importante in un quadro destinato probabilmente a complicarsi - e in particolare del nostro Paese, al quale la Cina di Xi Jinping guarda con interesse particolare.

La Cina in dieci parole

Di Hua Yu | Feltrinelli, 2015

Red mirror. Il nostro futuro si scrive in Cina

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La Cina nuova

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Finanza e potere lungo le Nuove Vie della Seta

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La Cina, ci ricorda Federico Rampini in chiusura della nostra conversazione, ha tremilacinquecento anni di Storia.

“Nel lungo periodo è assurdo scommettere contro la Cina”, ma poi ci esorta a tenere in considerazione come la Storia stessa sia un susseguirsi di eventi imprevedibili, per far fronte ai quali la conoscenza e il tentativo di comprendere ragioni e culture altrui siano l’unica bussola in grado di fornirci un orientamento.
Ecco perché il sottotitolo “Capire la Cina per salvare l’Occidente” è forse un consiglio ancor più prezioso dell’ammonimento contenuto nel titolo.
Grazie, Federico Rampini!

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I libri di Federico Rampini

Oriente e Occidente. Massa e individuo

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Quando inizia la nostra storia

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I cantieri della storia. Ripartire, ricostruire, rinascere

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L' oceano di mezzo. Un viaggio lungo 24.539 miglia

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La notte della sinistra. Da dove ripartire

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Banche: possiamo ancora fidarci?

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San Francisco-Milano. Un italiano nell'altra America

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Conosci l'autore

 

 

Scrittore e giornalista italiano, ha iniziato la sua attività giornalistica nel 1977 a «Città futura», settimanale della Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI), di cui era segretario generale Massimo D'Alema; dal 1979 scrive per «Rinascita», giornale che deve abbandonare nel 1982 dopo avervi pubblicato un'inchiesta sulla corruzione in seno al PCI. In seguito è stato prima vicedirettore de «Il Sole 24 Ore» poi capo della redazione milanese ed in seguito inviato del quotidiano «La Repubblica» a Parigi, Bruxelles e San Francisco. Come corrispondente ha raccontato dapprima le vicende della Silicon Valley; ha lasciato poi gli Stati Uniti per aprire l'ufficio di corrispondenza di Pechino. Ha insegnato alle Università di Berkeley, Shanghai e al Master della Bocconi. Nel 2005 ha vinto il Premio Luigi Barzini per il giornalismo, nel 2006 il Premio Saint Vincent. È autore di numerosi saggi, la maggior parte dei quali editi da Mondadori, tra cui: Il secolo cinese (2005), L'impero di Cindia (2006), Alla mia sinistra (2012), Voi avete gli orologi, noi abbiamo il tempo (2012), La via maestra con il Presidente Giorgio Napolitano (2013), Banchieri (2013), La trappola dell'austerity (Laterza 2014), Rete padrona Amazon, Apple, Google & co (Feltrinelli 2014), All You Need Is Love (2014, da cui ha tratto uno spettacolo teatrale), L'età del caos (2015), Il tradimento (2016), Le linee rosse (2017), La seconda Guerra fredda (2019). e Fermare Pechino. Capire la Cina per salvare l'Occidente (2021) e La speranza africana (2023).

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