A Borgomarina, la piada s’impasta con lo strutto e coi delitti.
Se non ci credete, citofonate “Franceschini”.
Già: dietro la squisita bonomia del nostro grande Enrico, si cela un animo pulp che sa esprimersi al meglio fra le sabbie dorate della sua amata riviera romagnola.
È in questi luoghi, carichi di suggestioni culinarie e balneari, che Franceschini fa consumare le suole al suo figlio prediletto, quell’Andrea Muratori – per tutti “il Mura” - che con “Un’estate a Borgomarina” arriva alla sua terza indagine. E stavolta il Mura ci porterà fra le nebbie di un porto canale dal quale affiora il cadavere di un imprenditore, Amos Zoli, in alcuni aspetti del quale ci sembra di riconoscere il tratto ruspante e rampante di certi imprenditori protagonisti del gossip nostrano.
Un corpo nel porto canale e un mistero in un antico codice. Il detective per caso Andrea Muratori alle prese con una stagione di fuoco.
L’indagine si srotola come un pomeriggio di canicola agostana fra i languori rivieraschi, portando il Mura sempre più vicino al cuore incandescente del segreto, e costringendolo a misurarsi anche con un antico codice, enigmaticamente ricco di segnali da decifrare e risalente all’epoca della progettazione del porto canale, ad opera di Leonardo da Vinci.
Il nuovo giallo scritto da Franceschini è soprattutto un inno all'amicizia e ad un certo modo di interpretare la vita, con tutto quel che essa può metterci sul piatto, facendo tesoro di ogni incontro, sfruttando ogni occasione per penetrare più a fondo nel gioioso mistero dell'esistenza.
Il mito nazionalpopolare della villeggiatura diventa allora il calco in negativo sul quale far brillare una galleria di personaggi e situazioni indimenticabili, e animati da una verve che è il vero valore aggiunto di Un'estate a Borgomarina: anziane insegnanti in pensione dalla logica affilata come un coltello, "trombamicizie" gaudenti e solari, concorsi di bellezza per nonne (e sullo sfondo la figura torreggiante dell'azdora romagnola, della quale avevamo parlato con Enrico in occasione di un suo precedente romanzo) e pantagrueliche abbuffate... ce n'è per tutti i gusti, e Franceschini - ad ogni nuova uscita - consolida il vantaggio che ha su tanti colleghi narratori.
Essendo lui un cronista di razza, il suo sguardo è infatti naturalmente portato a cogliere i dettagli e restituirne al lettore l'importanza, senza però drammatizzare: tutto, in fondo, è degno di essere raccontato - sembra asserire con placida sicurezza ogni pagina di Franceschini - a patto di saperlo fare con la voce giusta. Quella voce che i tanti ascoltatori del suo podcast Bassa marea hanno imparato ad apprezzare.
Sapevate che, oltre a fare il giornalista ed essere autore di diversi libri, Enrico Franceschini collabora anche con Maremosso? Nel podcast "Bassa marea", Franceschini ci racconta il suo punto di vista su una notizia di attualità
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