Vi va di fare un gioco?
Cosa rispondereste a questa semplice domanda? “Dipende dal gioco”, forse. Si tratta solo di ritagliarsi dieci minuti al giorno, per un mese, da dedicare a qualcosa che non si è mai fatto. Meditazione? Cucinare una torta? Oppure salire su un treno senza conoscerne la meta e scendere dove capita…
Se questo gioco vi suona familiare c’è un motivo, ed è legato al libro di Chiara Gamberale Per dieci minuti, pubblicato da Feltrinelli nel 2013. Il romanzo, in parte autobiografico, fu un successo editoriale enorme anche grazie al passaparola dei lettori che lo hanno amato e trattenuto in classifica per molto tempo, forse apprezzandone il messaggio creativo: qualunque cosa ti succeda nella vita, vale la pena aprirsi al cambiamento, anche solo per pochi minuti.
Dieci minuti al giorno. Tutti i giorni. Per un mese. Dieci minuti per fare una cosa nuova, mai fatta prima. Dieci minuti fuori dai soliti schemi. Per smettere di avere paura. E tornare a vivere. Tutto quello con cui Chiara era abituata a identificare la sua vita non esiste più.
Oggi quel libro è diventato un film al femminile approdato al cinema per la regia di Maria Sole Tognazzi e con Barbara Ronchi nei panni della protagonista. Dieci minuti, liberamente tratto (con Francesca Archibugi) dal romanzo, si discosta dal libro per pochi dettagli: il nome di Chiara diventato Bianca, e la presenza di una sorella, interpretata nel film dalla giovanissima Fotinì Peluso; per il resto l’idea centrale e la struttura della storia restano immutate.
Bianca è una donna fragile, insicura, a cui cade letteralmente il mondo addosso: Alessandro Tedeschi, nei panni del marito di Bianca, la lascia all’improvviso per un’altra donna, mentre viene licenziata dal giornale in cui cura una rubrica settimanale. Due colpi duri allo stesso tempo, che metterebbero ko chiunque. Per cercare di tirarsi su Bianca si rivolge a una psicologa, un po’ burbera e molto diretta, dal nome particolare: la dottoressa Braibanti, interpretata da Margherita Buy.
Il consiglio è semplice e mira a tirare fuori Bianca dallo stato depressivo in cui è caduta. Fare ogni giorno, per dieci minuti, qualcosa di nuovo e inaspettato, non è solo un modo per mettersi alla prova e rischiare, è quello sprone che a Bianca serve per uscire dal suo involucro di insicurezze egoriferite. Chiusa al resto del mondo nelle sue sole preoccupazioni, la protagonista ha infatti perso di vista quello che le accade attorno, così come il ruolo che ricopre nella vita dei suoi affetti in quanto moglie, figlia, sorella di qualcuno.
Impareremo a conoscere meglio Bianca, attraverso un punto di vista che da stretto e singolare si allarga a quello di chi le è vicino, in un progressivo disvelamento di caratteri. La doccia può essere fredda e amara, talvolta, come quando ci si guarda per un momento da fuori e comprendiamo che forse non siamo così buoni, dolci, comprensivi, ascoltatori degli altri come vorremmo.
Per dieci minuti, ogni giorno, possiamo buttarci in una nuova avventura che ci aiuta a conoscere qualcosa in più di noi e degli altri: è un consiglio fai-da-te, un auto aiuto alla portata di tutti che spiega il successo del libro di Chiara Gamberale e siamo sicuri porterà moltissimi spettatori in sala.
Buona lettura e buona visione!
Ciak, si gira!
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