Mi sono divertita moltissimo a scrivere "La luce delle stelle". L'ironia è stata una chiave di accesso ad un genere che conoscevo, ma col quale non mi ero mai misurata
Una sera uguale alle altre, in uno sperduto osservatorio astronomico. La luce delle stelle illumina, ma non abbastanza, la piccola comunità di scienziati residenti che si trova alle prese prima con un black-out, forse un sabotaggio, e poi con un cadavere trovato nella sala comune, forse un assassinio
E le stelle stanno a guardare, recitava il titolo di un famoso romanzo di Cronin, parafrasato poi da quel meraviglioso corsaro della cultura che era Andrea Pinketts, in un suo racconto intitolato E le stelle stanno a sparare.
Non sappiamo, però, se Licia Troisi sottoscriverebbe l'una o l'altra opzione.
Per Licia, forse, il motto che meglio di ogni altro oggi riassume il nostro rapporto con gli astri potrebbe essere "e le stelle stanno a sparire".
Già: con tutto l'inquinamento luminoso che le grandi città producono, carpire un bagliore qualsiasi è diventata un'impresa titanica.
Non parliamo poi di capire quale orbita stiano seguendo corpi celesti che tutt'al più, sul fondale limaccioso di certe skylines urbane, possono sembrare i pixel bruciati di un monitor dai fosfori esausti…
Ma se sei uno scienziato, se osservare tutto quel che si muove nella volta celeste è il tuo lavoro, beh, allora l'unica cosa da fare di questi tempi è raggiungere un osservatorio astronomico in una zona particolarmente isolata, assieme a un gruppo di colleghi che arrivano da ogni parte del mondo, e benedire quell'isolamento che in altre circostanze potrebbe essere scambiato per una condanna. Certo, se poi ad un certo punto salta fuori il cadavere di un collega, morto in circostanze più che misteriose, bisogna tornare coi piedi per terra, e cercare di capire chi sia stato e perché. Prima che sia tardi.
Oltre ad essere la formidabile narratrice che ben conosciamo, Licia Troisi è una scienziata: laureata in fisica con indirizzo astrofisico a Tor Vergata nel 2004, Licia non ha forse avuto molte occasioni per praticare "sul campo" le tante conoscenze immagazzinate.
Ma - si sa - gli scrittori vivono una vita diversa ogni volta che appoggiano la punta della penna sulla carta, e lo fanno soprattutto nel dialogo con sé stessi che devono coltivare durante le lunghe ore passate al tavolo, davanti a un monitor, a soffiare aliti di vita dentro i personaggi che popolano i loro romanzi. E oggi è arrivato il turno di Gabriele, Pinetta, Samantha, Matt e Mariela, autorevoli scienziati che dovranno indagare
Dal grande successo ottenuto con le sue Cronache del mondo emerso (… e ad aprile saranno passati giusto vent'anni dalla pubblicazione del primo volume Nihal della terra del vento! Auguri!), Troisi si è progressivamente affermata come un'autrice capace di parlare a lettori anche molto diversi fra loro. Se pure il fantasy resta la sua comfort zone d'elezione, abituata com'è a portarci in viaggio fra guerriere imbattibili e villains crudelissimi, Licia ha dimostrato ad esempio di saper divulgare scienza con un tono di voce assolutamente competente e fresco.
Ecco allora che La luce delle stelle, pubblicato da Marsilio editori, va salutato come un altro passo compiuto da Licia verso una terra di totale libertà narrativa: scrittrice autentica, Troisi sa però bene che per affrancarsi dalle regole è necessario conoscerle bene, averle interiorizzate e fatte proprie, così da poterne fare un punto di forza.
Così, un classico enigma della camera chiusa, quello teorizzato da Edgar Allan Poe nel suo seminale I delitti della Rue Morgue che vede un omicidio compiuto dentro un ambiente sigillato ermeticamente, nel romanzo di cui Licia è venuta a parlarci si carica di note inedite, riuscendo a compiere con ammirevole equilibrismo un piccolo prodigio: ci appassioniamo alla trama, ridiamo e ci emozioniamo assieme ai protagonisti, impariamo a conoscerne i tic linguistici e caratteriali e - nel contempo - apprendiamo un sacco di cose rispetto alla vita degli scienziati che lavorano in un contesto come quello evocato nel libro. Ogni lettore ha di che gioire, insomma, e le allusioni a un romanzo monstre come Il nome della rosa (di cui, scopriremo, Licia è appassionatissima cultrice) non fanno che aggiungere ulteriori livelli di possibile lettura e approfondimento. Insomma, La luce delle stelle brilla forte su Licia Troisi, e il suo astro è destinato a splendere ancor più forte nel firmamento di un cielo color giallo.
Buona visione, e buona lettura!
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