Meno sette (giorni) ai trentotto (anni).
Ho tanta voglia di ballare e giro per casa con le cuffie in testa. Come ne ‘Il tempo delle mele’, praticamente, ma senza un adolescente con le palpitazioni che mi introduca alla saga degli ormoni complessi. E complicanti la vita.
Ballo da sola come Liv Tyler.
Anzi no: Insi, Giudy e Sindi ballano con me ma da soli, in una deliziosa silent disco versione domestica: ecco Il primo motivo per festeggiare questo compleanno che sa di ansia da età adulta irreversibile.
Io e i miei mostri conviviamo pacificamente e non ci giudichiamo, non ci disturbiamo.
Dieci anni fa ero in una camera d’albergo a Londra e - se da una parte ero felice di non essere morta entro gli inesorabili ventisette da artista purosangue - dall’altra mi sentivo terrorizzata dalle responsabilità.
Avevo risolto decidendo di comprare una casa troppo cara per essere un’ex-stalla, ex-magazzino-di-mobili, ex-scuola-di-sushi, ex-casa-di-disperati-marinai-metropolitani.
Non ci ho mai vissuto, a dire il vero, ma vado lì quando ho bisogno di nascondermi.
Sento il beat 126. Sexy, morbido ma determinato.
Guardo una donna stanca e fiera nello specchio. Le sorrido.
Mi preparo la cena con cura. Una cura che può venire solo dal tempo. Infatti, anche la ricetta, più che trucchi o segreti, chiede qualità di ingredienti, metodo e pazienza.
E solo io so - in realtà ognuno lo sa per sé stesso - quante volte un ceviche, una grigliata o uno sformato siano risultati immangiabili per la fretta con cui si è gestita la marinatura.
Perché se è vero che tra le frasi più stupidamente mal interpretate del mondo la vincitrice è quella secondo cui ‘il tempo è una cura’, è altrettanto vero che saper stare nel presente - anche quando è scomodo, anche quando i mostri vogliono ascoltare musica di merda e invitare gli amici a goderne - è l’unico modo per rendere emozionante e significativo il momento in cui dobbiamo finire in un forno o in un piatto. Per poi finire nel tanto desiderato e sognato Futuro.
È solo invecchiando, marinando con cura nelle nostre brutture che (retorico quanto vi pare) non finiremo rimpiangendo la giovinezza, che è perlopiù un mito sciocco. La giovinezza è il sogno nostalgico di un momento del quale forse non ricordiamo abbastanza per provarne non dico ribrezzo ma almeno - siamo onesti - un affettuoso imbarazzo.
Essere vivi è il secondo motivo per festeggiare.
"Perché Haneke ha rifatto sé stesso, identico, senza troppe domande per poi tirare fuori Il nastro bianco e Amour"
Il terzo motivo è la voglia di sognare, di inciampare ancora, ancora e ancora.
Secondo Jane fonda sono fottuta per almeno altri quarant’anni.
Per Tina Turner si resiste a qualsiasi cosa e la mia vita inizierà tra due anni e sette giorni. Di Bowie diciamo che è morto giovane, a ragione. Del resto, a sedici anni in cuffia ascoltavo Sinatra.
Il suo epitaffio di ragazzo terribile dice che il meglio deve ancora venire.
Altre MaliDizioni
Hai domande, dubbi, proposte? Vuoi uno spiegone? Scrivi alla redazione!
Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Per poter aggiungere un prodotto alla lista dei desideri devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Il Prodotto è stato aggiunto al carrello correttamente
Il Prodotto è stato aggiunto alla WishList correttamente