MaliDizioni

Vite che non sono la mia

Giovedì 21 ottobre 2021

Oggi è uno dei miei giorni preferiti, il giovedì piovoso d’autunno. Verso le 18.00 potrò aprire il vino e scegliere un disco, che sia malinconico e caldo. La luce poi metterà il tocco finale per un’atmosfera che si ripete non più di tre volte in tutto l’anno.

Sono seduta al mio posto al tavolo, spalle alla libreria e sulla punta della sedia come aspettassi la campanella per la fuga. I gatti si sono spartiti le poltrone, i mostri  irrompono rumorosamente dalla cucina

"Oh, che fai?"

"Sto cercando di scrivere il pezzo per Maremosso. Vorrei parlare di persone che parlano di persone perché la scorsa estate ho letto Limonov, quello di Carrére e sono finita col leggere i libri di Limonov, quello vero, la cui letteratura è basata su di lui e le persone che conosce. Il libro dell’acqua mi è piaciuto tantissimo. Il problema è che volevo partire da quell’aforisma famoso secondo cui le menti brillanti parlano di idee, quelle mediocri di fatti e quelle piccole di persone ma, a parte aver scoperto oggi che l’ha detto la Roosevelt, mi sono chiesta in che categoria si mettono le menti che parlano di idee di altre menti."

" ... che ti importa? e soprattutto: che ne sai tu? Parli solo di te stessa ... "

"A parte che non è vero, fai attenzione con quel biscotto perché lasci le briciole in giro e quel biscotto tu lo mangi ma io me lo ritrovo sui fianchi. Cindy (aka "sindrome dell’impostore" - NdR), sai benissimo che quando mi chiedo cosa farebbe Bowie, intendo realmente cosa-farebbe-Bowie?"

"Questo perché sei talmente piccola ed egocentrica che parli di altri per riflettere tutto su di te."

"Esagerata!"

" ... anzi, sei talmente egocentrica che stai scrivendo un dialogo tra te e le tue fragilità."

"Dai, su, non sono la prima né l’ultima. Pensa a Zerocalcare, per esempio. Voi, fragilità, sapete di non valere un’unghia di Armadillo o di Polpo. E poi una volta ho visto un film in cui l’amico immaginario del protagonista era Eric Cantona!"

"Perché oltre a essere egocentrica sei di una banalità devastante."

"E voi siete degli amici preziosi e incoraggianti. Non a caso siete dei mostri. Siate seri per un attimo! Aiutatemi a sciogliere questo groviglio di pensieri se no finisce che scrivo agli amici, apro Instagram, aggiungo dubbi ad altri dubbi. Ti ho detto di stare attenta con quel biscotto!"

 

Uff. Cosa farebbe Bowie?

 

Ricominciamo da Hunky Dory.

In un giovedì d’autunno piovoso del 2003, investendo ventinove euro e novantasette centesimi, sono tornata a casa con quel disco, Space Oddity e Never Let me down. Sul terzo non mi esprimo, del secondo parlano tutti. Tanto. Il primo, però, non si è mosso dal mio discman per tutto l’anno scolastico successivo e lasciamo da parte gli effetti di una canzone il cui ritornello inizia con "Don’t believe in yourself". Il punto è che le tracce 8 e 9  si intitolano rispettivamente Andy Warhol e Song for Bob Dylan e sui personaggi nei brani di Dylan penso abbiano scritto già molti libri.

 

"Braviiiiiiiiiissima, Mali!"

 

"Il sarcasmo non aiuta. E sì, lo so che in Life of Mars Bowie cita Lennon. E a proposito di Lennon, la copertina di Sgt. Pepper è praticamente un salotto pieno di gente. Ma persino io sono comparsa, citata in qualche libro. In quel caso, sono un'opera? una persona? un'idea?
Non mi dispiacerebbe essere un'idea. Ma sono soprattutto una persona. E conosco il modo in cui mi piace si parli di me e quello che mi sembra invece una violenza. Immagino che la signora Roosevelt pensasse al parlare di persone come sinonimo di pettegolezzo che, più di chi viene chiacchierato, dice molto di chi chiacchiera. L’ode, l’omaggio, la citazione sono testimonianze della nostra finitezza che rendono l’impermanenza meno drammatica. Ma su questo torniamo presto.

Da vedere

Essere John Malkovich
Spike Jonze, 1999

Il mio amico Eric
Ken Loach, 2009

 

Da ascoltare

Hunky Dory
David Bowie, 1971

Le cover di Johnny Cash di brani iconici

Da leggere

Limonov, naturalmente 

Corto Maltese. Perché c’è una grande folla, dentro.

Limonov
Limonov Di Emmanuel Carrère;

Limonov non è un personaggio inventato. Esiste davvero: "è stato teppista in Ucraina, idolo dell'underground sovietico, barbone e poi domestico di un miliardario a Manhattan, scrittore alla moda a Parigi, soldato sperduto nei Balcani; e adesso, nell'immenso bordello del dopo comunismo, vecchio capo carismatico di un partito di giovani desperados.

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