Diario di bordo

Nel pollaio di Trump

Diario di bordo

Una su mille ce la fa! Una notizia al giorno - una sola, scelta con cura - per capire che aria tira e guardare al mondo con consapevolezza. E, a volte, un sorriso

Enrico Deaglio

Torinese del 1947. Da sempre in mezzo a giornali e libri, continua a tenere un diario dell’Italia che ci passa davanti. Avendo vissuto dieci anni in America, racconterà un po’ anche quella

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Giovedì 11 maggio 2023

Non prendetela come una “quasi normale” vicenda giudiziaria, un caso di molestie sessuali che casualmente coinvolge un ex presidente degli Stati Uniti e si riferisce a eventi presumibilmente accaduti prima che peraltro lo diventasse.
Non lo è, perché il molestatore sessuale in oggetto ha intenzione di tornare ad essere presidente.
E rivendica il suo diritto – “la storia ci insegna che succede sempre così, e non so se sia un male o un bene”, ha detto – che gli uomini potenti, le star, possono "prendere per la f**a" chiunque passi nei loro paraggi.

Non è come il Don Giovanni di Mozart, cui il Commendatore impone “pentiti!”, lui è oltre, è la visione più moderna dell’Occidente.
E fa capire: le donne devono stare sotto il mio comando. Non solo le posso stuprare, se mi salta il ghiribizzo, ma ho persino fatto in modo che non possano neppure pensare di interrompere una gravidanza indesiderata.
E infatti, io – Trump – ho fatto cambiare dalla Corte Suprema – che è mia – la legge che permetteva l’aborto in privacy, una legge votata cinquant’anni fa, pietra miliare dell’occidente democratico.
Ci siamo capiti? Se io fossi riuscito a stuprare la giornalista E. Jean Carroll in quel camerino di Bergdorf Goodman, lei non avrebbe avuto il diritto di abortire. Chiaro?

Su queste basi – e praticamente solo su queste - Donald Trump si avvia a conquistare la nomination del partito repubblicano: fatemi tornare presidente, questo è il mio programma.
È possibile che il Partito Repubblicano rinsavisca, ma è anche possibile che non lo faccia. In quel caso è molto probabile che andrà incontro alla più formidabile delle sconfitte.
Per una sola ragione: le donne non lo voteranno.

Questo dice l’America, vedete un po’ voi se volete seguire il flusso o se volete opporvi.
Se volete il pacchetto Trump, vi beccate tutto il resto: Putin, il patriarca Kirill, la crociata contro l’utero in affitto e contro il mondo gay, l’identità nazionale, il professor Orsini etc. etc.

Proprio sicuri che convenga?