Mario, occhio che finiamo in minoranza…  

Giovedì 24 marzo

Riprendo dalla cronaca del Corriere:

“Rispondendo a Vittorio Sgarbi, che si era detto triste per la carneficina in Ucraina stigmatizzando l’invio delle armi a Kiev, Draghi spazza via ogni mezza misura: “Non aiutare militarmente i Paesi che vengono attaccati? Se facessimo questo ragionamento dovremmo accettare che sostanzialmente difendiamo il Paese aggressore... Non intervenendo dovremmo lasciare che gli ucraini perdano il loro Paese e accettino pacificamente e la schiavitù. Beh, questo è un terreno scivoloso” — sottolinea le parole Draghi, muovendo le mani più volte verso l’alto per ritmare l’affondo — “Un terreno che ci porta a giustificare tutti gli autocrati, tutti coloro che hanno aggredito Paesi inermi. A cominciare da Hitler, a cominciare da Mussolini”.

Quando ho sentito il discorso sono stato contento; non sono tante le volte che in vita mia sono stato così d’accordo con un presidente del consiglio. Per la semplicità del ragionamento, per il tono di voce usato, per la calma determinazione.

Poi ho letto che il Parlamento, peraltro con molti spazi vuoti, ha accolto il breve discorso con un “tiepido applauso e qualche mugugno” e mi sono detto: “Mario, occhio, che qui finiamo in minoranza…” 

Possibilità non così remota, questa, visto che nelle stesse ore leggiamo che Bianca Berlinguer (peraltro figlia del primo comunista che si schierò apertamente per l’adesione dell’Italia alla Nato… ovvero, i meriti dei padri non sempre ricadono sui figli) ha annunciato un gran colpo: ha messo sotto contratto, per duemila euro a puntata, il prof. Orsini, di cui tutti ormai conoscono le posizioni.

E mi sono detto: che strano, Draghi il suo discorso l’ha fatto gratis.
Perché Orsini non ha fatto altrettanto?