Diario di bordo

Nervi a fior di pelle

Lunedì 19 settembre

Un tempo, tutti i politici si sarebbero precipitati nelle Marche, a spalare. Oggi non si è mosso nessuno (tranne Draghi, naturalmente). Strano.

Un tempo, alla luce della scoperta delle fosse comuni di Izyum, Ucraina, lasciata distrutta dai russi nella loro fuga, qualche politico italiano avrebbe detto qualcosa. Nessuno lo ha fatto. Strano.

Un tempo, la Juventus dei miliardari non avrebbe perso contro il Monza, cenerentola berlusconiana neo promossa, e invece ha perso. I suoi giocatori si sono presentati davanti alla curva dei loro sostenitori a prendersi fischi e improperi, col capo chino. Ma ciò che ha stupito di più è vedere la super star bianconera, “El Fideo” De Maria, rifilare una gomitata nel costato al povero Izzo, reo di fare il suo mestiere – marcarlo stretto – a due passi dall’arbitro. Due o tre giornate di squalifica? Sapremo presto. Ma come è potuto succedere? Era un complotto, contro l’allenatore Allegri? Era il segno del collasso morale della più famosa squadra d’Italia?. Si narra che, nel 1945, l’ala dura del partito comunista volesse passare alle vie di fatto a Milano e che Togliatti li fermò con un sorriso: “Compagni, sapete cosa ha fatto ieri la Juventus?” Non lo sapevano… e quindi la rivoluzione fu rimandata. Togliatti era juventino, come è noto.

Un tempo, quella buffonata del raduno di Pontida serviva per riscaldare il folklore leghista. Ieri, alla vigilia della irresistibile marcia della destra verso il governo dell’Italia, il leader Matteo Salvini – una volta osannato come “Il Capitano”, ma ormai conosciuto come il “pupazzo prezzolato” - ha potuto constatare che il “suo popolo” non crede più in lui. Poca gente, e soprattutto molta delusione. E, a leggere le dichiarazioni dei leader leghisti, ormai sperano di tenere il 10 per cento, ma in diversi temono l’8….

Strano che lo dicano ai giornalisti….

Stranissimo poi il comportamento di Matteo Renzi, che si è sentito offeso e minacciato da Giuseppe Conte e quindi gli ha dato del mafioso, citando Sciascia. Lo ha chiamato “mezzo uomo”, ma ha sbagliato il riferimento. “Mezzo uomo”, nella lista del mafioso declamata al capitano dei carabinieri, (Il giorno della civetta, anno 1961) era quasi un complimento:

«Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l'umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz'uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà. Pochissimi gli uomini; i mezz'uomini pochi, ché mi contenterei l'umanità si fermasse ai mezz'uomini. E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi.
E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito. E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre. Lei, anche se mi inchioderà su queste carte come un Cristo, lei è un uomo.»

Citazione sbagliata, vabbè. Se voleva ferire davvero, avrebbe dovuto dire “quaquaraquà”. Pazienza, tutti hanno ormai i nervi a fior di pelle….

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