Diario di bordo

Cesena

Diario di bordo

Una su mille ce la fa! Una notizia al giorno - una sola, scelta con cura - per capire che aria tira e guardare al mondo con consapevolezza. E, a volte, un sorriso

Enrico Deaglio

Torinese del 1947. Da sempre in mezzo a giornali e libri, continua a tenere un diario dell’Italia che ci passa davanti. Avendo vissuto dieci anni in America, racconterà un po’ anche quella

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Giovedì 18 maggio 2023

Sarà per la tristissima situazione metereologica dell’Emila Romagna, ma è da ieri che non riesco a togliermi dalle orecchie una poesia che ci facevano studiare nelle scuole medie superiori, circa quindici anni dopo la fine della guerra: il primo verso faceva così:

Piove. È mercoledì. Sono a Cesena….

Era di Marino Moretti, poeta crepuscolare nativo di Cesenatico attivo un centinaio di anni fa, e ce la facevano studiare come esempio preclaro di reazione al dannunzianesimo imperante all’epoca.
Moretti, quietamente si ribellava alla Pioggia nel Pineto del Vate, roboante di erotismo, sensualità, vitalismo , “tamerici salmastre” e che terminava così:

Piove sui nostri volti
divenuti tutt’uno con il bosco,
piove sulle nostre mani nude,
sul nostro corpo,
sui nuovi pensieri sbocciati dall’anima rinnovata,
sull’illusoria favola dell’amore
che ieri
mi illuse, che oggi ti illude,
o Ermione.

Con il “minimalista” e “antiretorico” Moretti, la pioggia tornava ad essere un simbolo di grigiore e di infelicità; in questo caso la noia della vita provinciale, infelice, senza sbocchi e alternative, raccontata dalle speranze avvizzite della sorella che il poeta è venuto a trovare..

Da sinistra a destra: Alberto Viviani, Marino Moretti, Giuseppe Villaroel, Federico Tozzi in una foto del 1915 tratta dal libro di Viviani “Giubbe rosse”, edizioni Vallecchi 1983

Comunque, Moretti continuava così:

Piove. È mercoledì. Sono a Cesena,
ospite della mia sorella sposa,
sposa da sei, da sette mesi appena.
Batte la pioggia il grigio borgo, lava
la faccia della casa senza posa,
schiuma a piè delle gronde come bava.

In D’Annunzio la tempesta finiva, in Moretti purtroppo no.

Speriamo che almeno quella di oggi non sia una pioggia senza fine.