Arrivi e partenze

Intervista con Carlo Lucarelli. 
In Léon si squarciano le tenebre di Almost Blue

Illustrazione di Laura Bornea, 2021 - la sigla delle interviste "Il profumo delle pagine" è cantata da Laura Salvi - compositore Marco Zoppi

Illustrazione di Laura Bornea, 2021 - la sigla delle interviste "Il profumo delle pagine" è cantata da Laura Salvi - compositore Marco Zoppi

Se il tuo è un personaggio dal quale ti aspetti una cosa, lui farà quella cosa, nella tua testa: se, ad esempio, c'è un poliziotto armato, esperto di arti marziali, che è bravissimo nel suo mestiere e in un corridoio incontra un tizio che gli viene incontro minacciosamente, tu scrittore sai già cosa farà: lo massacrerà e finirà lì. Ma se il personaggio, invece, ha dei limiti e non può fare quello che ti aspetti, allora ti insegna a scoprire qualcos'altro

A incontrare di persona Carlo Lucarelli, si resta immediatamente colpiti dal suo quieto carisma, avvinti dalla tranquilla passione con cui si immerge - portandoci con lui - nel cuore scuro delle storie che ha scelto di raccontare. Si potrebbe forse parlare di un Effetto Lucarelli, forse: una malìa che vive di apparenti contraddizioni - "quieto carisma", "tranquilla passione" - e proprio in quello scarto trova un formidabile abbrivio per amplificare e sprigionare appieno le mille suggestioni di una vena narrativa inesauribile, capace di prendere spunto da fatti di cronaca e tradurne temi e indagine psicologica in forme sempre diverse e convincenti.

Podcast, trasmissioni televisive, articoli di giornale e naturalmente libri: la produzione di Lucarelli è davvero densa, ma attraversata da un filo conduttore di qualità e intensità mai venute meno, dacché il nostro è sulla scena.  

Quando l'abbiamo incontrato per parlare del suo ultimo Léon eravamo convinti che la nostra chiacchierata si sarebbe fermata ai temi che sostengono e rendono irresistibile un thriller destinato a bissare i fasti dell'indimenticabile Almost blue, e così è stato, almeno in parte. Ma Lucarelli mette tanta della sua arte di narratore anche nella conversazione, così è stato naturale compiere assieme a lui qualche bella digressione, approfittando dell'occasione data. Abbiamo parlato del mestiere del narratore e dei problemi coi quali oggi deve misurarsi chiunque scriva thriller o romanzi gialli. Abbiamo parlato della banalità del male, che "fa sempre male. Punto", ma può avere origini e conseguenze di segno completamente diverso. Soprattutto, abbiamo parlato del modo in cui - nei romanzi come nella vita - i limiti finiscano per caratterizzare e raccontare persone e personaggi molto più di quanto non possano fare i loro punti di forza.

Di questo Lucarelli è convinto assertore, proprio come un altro grande autore di thriller, Jeffery Deaver. E allora il cerchio si chiude, e dopo aver ascoltato Lucarelli sapremo senza ulteriori incertezze che fra la New York di Lincoln Rhyme e la Bologna di Simone, il ragazzo cieco co-protagonista di Léon assieme a Grazia Negro, non passa poi questa grande differenza.
A patto che luci e ombre della città e dell'animo umano siano rischiarate da una buona dose di Effetto Lucarelli. 

Léon
Léon Di Carlo Lucarelli;

Bologna, Ospedale Maggiore. Grazia Negro è ancora stordita dall'anestesia per il cesareo eppure sorride. Finalmente, a dispetto di tutto, è quello che ha scoperto di voler essere: una madre. Basta con le indagini, basta con i morti, basta con la caccia ai mostri. È felice. Ma un attimo dopo capisce che qualcosa non va. Un'infermiera le porta via la culla con le gemelle appena partorite, mentre un agente spinge il suo letto fuori dalla stanza. L'Iguana, il pazzo assassino che anni prima aveva preso di mira gli studenti dell'università, è scomparso dalla struttura psichiatrica in cui era detenuto, lasciando due morti dietro di sé.

L'INTERVISTA

Ritroviamo Grazia Negro in una condizione diversa da quella in cui l'avevamo lasciata: è diventata madre. Succederanno delle cose di cui non diremo, nel romanzo, ma la mia domanda riguarda il modo in cui nella fantasia dell'autore si modifica un personaggio con la maternità.

Beh, si modifica parecchio e si modifica soprattutto Grazia, perché Grazia è sempre stata indecisa su quel che vuole essere: da una parte una poliziotta, dall'altra una madre.
Mi è capitato di parlarne a una poliziotta che è anche madre e lei mi ha detto "guarda che si può essere tutte e due: madre e poliziotta". Certamente nella realtà è così, Grazia però è diversa. Grazia, il detective del romanzo giallo, è ossessionata dalla caccia all'uomo. Ma è difficile essere così e allo stesso tempo essere madre nel modo in cui lei vorrebbe esserlo. Questo contrasto che c'è nel personaggio, in tutti gli altri romanzi, mi ha fatto sorgere domande del tipo "... ma tu cosa vuoi essere? la cosa che voglio io, il detective del giallo, o quello che vuoi tu, cioè una mamma?" e in Léon cerco di dare una risposta.

Poi c'è Simone, che si muove in un mondo di ombre però vede lucidamente con la mente... qualche tempo fa, assieme ad un famoso autore di thriller americano a proposito del suo personaggio principale, Lincoln Rhyme, abbiamo parlato dei limiti come del miglior modo che si possa usare per dare carattere a un personaggio. Imporre dei limiti a un personaggio, cioè, per renderlo più interessante. È così anche nel tuo caso?

Sì, assolutamente.
Jeffery Deaver è un maestro e sa benissimo questa cosa che io ho scoperto piano piano. Perché se il tuo è un personaggio dal quale ti aspetti una cosa, lui farà quella cosa, nella tua testa: se arriva un poliziotto armato, esperto di arti marziali, bravissimo nel suo mestiere e in un corridoio incontra un tizio che gli viene incontro minacciosamente, sai già cosa farà: lo massacra ed è finita lì. Ma se il personaggio, invece, ha dei limiti e non può fare quello che ti aspetti, allora ti insegna a scoprire qualcos'altro. Se gli chiedi "... e adesso che fai?", non lo sai neanche tu.
Io ho usato questo personaggio, Simone, che è non vedente dalla nascita e quindi ha altri limiti, altre esperienze, altri punti di forza, ed è stato interessante!
A me ha fatto scoprire tantissime cose, perché è in grado di vedere cose che io non avrei visto.

Perché la ricetta sprigioni tutti i suoi aromi, ci vuole un antagonista degno di tale nome. In questo caso, abbiamo l'Iguana. Cosa possiamo dire di questo serial killer?

Anche l'Iguana è un personaggio che cambia. In Léon si vede quanto è cambiato e cosa succederà dopo. Però, nei romanzi con Grazia Negro protagonista io ho sempre avuto un antagonista che come lo chiama lei è "il mostro". Non usiamo più questa parola, lo so: è una parola che non senso, però lei, Grazia, la usa lo stesso. Il mostro è il serial killer... che è un serial killer non perché sia particolarmente cattivo, ma perché è un personaggio che concentra in sé tutto il disagio sociale contemporaneo. È un'anomalia, il serial killer, che ti racconta però tantissimo del male che abbiamo attorno. Anche questo caso, mi piaceva il fatto che tornasse un personaggio che concentra in sé questo male assoluto, così da far scoprire poi (come ho fatto nei nei libri precedenti) che tutto questo male alla fine non è. Anzi è una persona con dei problemi e possiamo provare a capirla.

Nella tua trasmissione "Lucarelli racconta" hai indagato sui significati profondi delle fiabe, che spesso sono un termometro delle società nelle quali circolano. Se però le storie sono lo specchio della società dei tempi in cui vengono raccontate, quale immagine possiamo farci oggi del tempo in cui viviamo?

Un'immagine complessa.
Un'immagine con tante caratteristiche diverse rispetto a quelle che vengono raccontate dalle favole, con tutte le cose che ci sono state in mezzo... le favole di ieri raccontavano momenti particolarmente crudi, duri, che facevano paura... e anche noi, oggi, possiamo raccontare di un momento particolarmente crudo, duro, che fa paura. Secondo me abbiamo avuto sempre le stesse paure, in fondo, sempre gli stessi problemi - parlo dal punto di vista negativo, ovviamente... ci sono un sacco di cose bellissime, ma quelle le raccontano altri scrittori (sorride, NdR) - e siamo sempre stati così, secondo me. Abbiamo sempre ucciso per lo stesso motivo, magari utilizzando modi leggermente diversi. Abbiamo raccontato il male che abbiamo fatto, magari in un modo diverso, però siamo sempre gli stessi, purtroppo.

Secondo te il male peggiore è intenzionale o è invece quello che nasce accidentalmente, da un'idea sbagliata di bene?

Il male fa male. Sempre.
Questo lo sappiamo. Si guarda spesso al male dal punto di vista di chi lo fa, soprattutto nella sociologia. Io sono uno scrittore di gialli ed è sempre quella, la storia: chi è l'assassino? perchè l'ha fatto? come l'ha fatto? come lo prendiamo? come lo fermiamo? eccetera eccetera... mi è capitato - e mi capita - di occuparmi però anche di casi di cronaca da un altro punto di vista; un punto di vista più concreto o per conto di una Fondazione della Regione Emilia Romagna che dà soldi alle vittime, per esempio, perché possano superare i traumi che hanno subito... e allora mi è capitato di guardare al male dall'altra parte, diciamo così, dal punto di vista della vittima. E il male fa male e basta, ne sono convinto. 
Però per noi, quando scriviamo o quando ragioniamo dal punto di vista degli aggressori, il male che viene fatto consapevolmente - in maniera cosciente - è quello che ti fa più paura, perché ti fa pensare che magari dall'altra parte c'è stato un errore... magari è successo perché il mondo è fatto in un certo modo e abbiamo dei "ritardi culturali" che ti portano a fare delle cose... ti viene da pensare "se mettiamo a posto quegli aspetti, dopo non ce l'avremmo più, quel male", ma quando il male è cosciente, intenzionale, quello ti fa paura perché sembra che non sia correggibile. A meno che non cambi veramente tutto il mondo. Nonostante questo, il male che a noi fa più paura nei romanzi gialli è quello dei serial killer, che sembra invece un male totalmente irrazionale e che invece, secondo me, ci fa paura perché trae origine da cose che realmente accadono, cioè da un disagio che abbiamo attorno.

Grazie mille, Carlo Lucarelli, e arrivederci al prossimo libro!

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I libri di Carlo Lucarelli

Almost blue

Di Carlo Lucarelli | Einaudi, 2019

Carta bianca. Un'indagine del commissario De Luca

Di Carlo Lucarelli | Einaudi, 2020

Piazza Fontana

Di Carlo Lucarelli | Einaudi, 2019

L' estate torbida. Un'indagine del commissario De Luca

Di Carlo Lucarelli | Einaudi, 2020

Scena del crimine. Storie di delitti efferati e di investigazioni scientifiche

Di Carlo LucarelliMassimo Picozzi | Mondadori, 2018

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