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London Ko di Fatoumata Diawara

Nata in Costa D’avorio, cresciuta in Mali - paese di origine dei suoi genitori - e in continuo movimento tra Africa ed Europa, Fatoumata Diawara ha esordito nel 2011 con l’album Fatou attirando subito le attenzioni internazionali, non solo della stampa.
Nel 2012, infatti, già figurava nell’omonimo disco di Rocket Juice & the Moon, supergruppo composto da Damon Albarn, Flea dei Red Hot Chili Peppers e Tony Allen, e collaborava con Africa Express, ONG che produce dischi ed eventi facendo interagire artisti africani, mediorientali e occidentali.
Tra i fondatori di questa organizzazione ecco un’altra volta Damon Albarn, oggi co-produttore musicale di London Ko, il nuovo album della cantautrice. Se si aggiunge che il frontman dei Blur, nel 2002, pubblicava Mali Music, album in cui figurano vari artisti maliani, che Diawara nel 2020 duettava con lui nel singolo Désolé dei Gorillaz, e che nel 2022 i due si sono ritrovati a interagire nell’opera teatrale Le Vol du Boli, questa collaborazione non può certo cogliere alla sprovvista

London Ko
London Ko Di Fatoumata Diawara

One of Africa's greatest voices presents LONDON KO. Distinguished guests and 6 tracks co-produced with Damon Albarn: a perfect combination between synthetic sounds and traditional Malian rhythms; a dive into an eclectic and an absolut avant-garde universe.

Non a caso, il primo singolo che ha anticipato l’uscita di questo nuovo album di Diawara è stato Nsera, in cui la voce di Albarn si alterna nuovamente a quella dell’artista africana.

Il titolo dell'album, London Ko, associa il nome della grande città inglese con la parte finale di quello della capitale maliana, Bamako, e più che rappresentare una cosmopoli che in alcuni quartieri urbani odierni sembra esistere davvero, ambisce a evocare sia un continente immaginario che unisce l’Africa e l’Europa sia, di riflesso, la fusione tra stili musicali di latitudini diverse.
Così, nel disco si possono ascoltare ballate afro e brani più movimentati con influenze blues, jazz, afrobeat, funk, hip hop o reggae-dub. Tutto unito da una certa sensibilità pop e dalla voce calda, a tratti emozionante, di questa artista che per lo più canta nella sua lingua nativa, bambara, e ha una scrittura consapevole.
I testi, infatti, parlano dei rapporti umani nella società contemporanea, auspicando una sana e rispettosa convivenza e, in più episodi, affrontano la situazione e il ruolo delle donne, anche denunciando il dramma delle mutilazioni genitali.

©Aida Muluneh

Diawara ha iniziato la sua carriera artistica come attrice cinematografica e teatrale ma si sta affermando sempre di più con la musica. London Ko è il suo terzo album in dodici anni ma la sua discografia è piena di side-project e collaborazioni rilevanti (basti aggiungere quelle con Dee Dee Bridgewater ed Herbie Hancock).
Inoltre, dopo la pubblicazione del secondo disco, Fenfo, nel 2018 ha ricevuto due candidature ai Grammy e nel 2019 ha vinto il premio per il miglior album africano e mediorientale alla manifestazione inglese Songlines Music Awards.
A conferma che con questo album la sua fama crescerà ulteriormente c’è già un lungo tour internazionale partito ad aprile da Canada e Stati Uniti e che, tra l’estate e l’autunno prossimi, arriverà in Europa e toccherà anche l’Italia per quattro date in altrettanti festival.

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