Passo davanti agli scaffali dove sono allineati i libri che parlano della mia città e vengo colto da un senso di vertigine. Sono tanti e sono una minima frazione di quelli che sono in commercio (provo a scrivere la parola Venezia nel motore di ricerca della libreria e ricevo più di 10.000 risultati). Per non parlare di quelli fuori stampa ma che si possono ancora trovare in giro, perché Venezia è in crisi da tanti punti di vista, ma ha ancora tantissime biblioteche, la Querini Stampalia e la Manica Lunga di San Giorgio per citarne due, e tantissime librerie, alcune di fresca apertura, altre immaginarie e una di meno di 8 mq dove si respira felicità.
Scritto quasi di getto, questo racconto è una galleria di personaggi, emozioni, colpi di scena il cui cuore è Venezia, sono i librai, è l'amore per i libri e l'amore che nasce grazie ai libri.
Shakespeare, Goethe, Byron, Mann, Ruskin, Proust, James, D’Annunzio – l’elenco dei classici che hanno scritto di Venezia è interminabile, e già cinque secoli fa un viaggiatore di nome Pietro Casola si lamentava che si era detto e scritto così tanto “che a me pare non li sii restato altro da dire”. Come si sbagliava questo ecclesiastico milanese, che come molti pellegrini, si era fermato in laguna sulla via della Terrasanta. Prendo questo aneddoto da Il giocattolo del mondo. Venezia nell’epoca dell’iperturismo di Robert C. Davies, il libro migliore per conoscere la storia del viaggio a Venezia ed essere visitatori consapevoli di una città che, malgrado tutto, continua a permettere tante esperienze meravigliose. Esperienze che si possono anche fare stando comodamente seduti a casa propria sognando la città ad occhi aperti, come fece quasi sicuramente William Shakespeare, o ad occhi chiusi, come racconta la psicoanalista Costanza Jesurum ne Il giaguaro nel canale. (… e come benissimo raccontano lo stesso Bassi ed Alberto Toso Fei nel loro "Shakespeare in Venice", aggiungiamo noi - NdR)
Ma se potete invece percorrerne i campi e le calli, potete farvi guidare da scrittrici e scrittori, magari cominciando da Graziano Graziani e il suo agile libretto A Venezia, che ha anche il merito di farci scoprire come, restituendo la cortesia a Marco Polo, qui siano stati autori di tutti i continenti, e di questa città si sia scritto in mille lingue, dal veneziano al cinese al kikuyu.
Se desideriamo un rapporto più intenso sia con la città che con un autore, ecco come potete divertirvi nel passato e nel presente. William Dean Howells scrisse Vita veneziana a metà Ottocento, quando la città era ancora sotto controllo austriaco ed era prossima a unirsi al neonato Regno d’Italia. Fate bene attenzione al titolo: rispetto a tanti suoi contemporanei che erano più interessati ai palazzi e alle pietre di Venezia, al glorioso passato della Serenissima e alla sua decadenza, questo console americano ci racconta la vita quotidiana, accompagnandoci tra i luoghi e le tradizioni ma non tralasciando di spiegare dove prendono il caffè in Piazza San Marco i patrioti e dove gli austriacanti.
Venendo a tempi più recenti, un po’ stufo che questa città fosse raccontata prevalentemente da infatuati stranieri, il veneziano Tiziano Scarpa ha scritto la più gustosa e personale delle guide, Venezia è un pesce, da cui si trae il miglior consiglio su come organizzare la propria visita: “Il primo e unico itinerario che ti suggerisco ha un nome. Si intitola: A caso. Sottotitolo: Senza meta”.
Un grande classico per smarrirsi e bighellonare nel labirinto della città lagunare. A vent'anni dalla prima edizione si rinnova, perché nuovi tragitti dei sensi sono divenuti possibili.
Se vi piace invece il modello classico del narratore erudito che si specchia nelle bellezze della città cogliendone sfumature sempre nuove, il maestro della letteratura di viaggio Cees Nooteboom ha raccontato dei suoi vari soggiorni in Venezia, il leone, la città e l’acqua, dove si chiede tra le tante cose perché una statua di Nettuno all’Arsenale si rifiuti di guardarci in faccia.
Ebbri di suggestioni e stanchi delle camminate, forse a questo punto volete riposare e dare un po’ di ordine mentale a tutto quello che avete visto, e sapere di dogi, battaglie navali, audaci imprese commerciali, allora ci vengono in soccorso dei libri di storia che, senza rinunciare a essere rigorosi, sono soprattutto scritti in modo avvincente: Una storia di mare e di terra di Alessandro Marzo Magno e Storia spregiudicata di Venezia di Pier Alvise Zorzi, che ci spiegano sia perché Venezia vada cercata anche al di fuori di Venezia sia come i veneziani hanno consapevolmente forgiato il loro mitos.
Passando dalla storia alla finzione, dai fatti agli enigmi, dai personaggi reali ai fantasmi, Venezia ha trovato in Alberto Toso Fei il suo più appassionato cantore, capace di appassionare lettrici e lettori di tutte le età con le sue microstorie raccolte in tante opere come Leggende veneziane e storie di fantasmi o Misteri di Venezia, e il sorprendente I graffiti di Venezia, che ci chiede di scoprire (senza farci tentare dallo spirito di emulazione) come veneziani e visitatori amino da secoli scrivere sui muri, lasciando spesso intriganti testimonianze. E se vi piace questo sguardo ai margini, agli interstizi, se preferite l’imprevisto, un altro autore libraio da non mancare è Franco Filippi, il cui titolo potrebbe essere il vostro motto: Anche questa è Venezia.
Da oltre due secoli si piange la decadenza di Venezia. Ma quante sono state le sue morti? E quante le sue resurrezioni? Da un grande storico contemporaneo, un originale itinerari attraverso riscoperte e letture inedite di luoghi, figure e avvenimenti.
Vi è rimasta la curiosità della libreria in miniatura dove ci si sente felici? Uno dei suoi segreti è di essere centralissima ma nascosta, e la potrete trovare mettendovi sulle tracce di Vladislav Felicianovič Chodasevič, autore di Festa notturna (Lettera da Venezia) oppure, per gli amanti della poesia, leggendo i versi di tre autrici che in Poesie per Sara si immedesimano in Sara Copio Sullam, poetessa e intellettuale ebrea del XVII secolo capace di animare un salotto letterario nel Ghetto di Venezia prima di venire zittita da una società spaventata da una donna che amava sconfinare troppo. A questo proposito, un’altra guida molto speciale è quella di Tiziana Plebani, che invita a conoscere tempi, luoghi e presenze femminili nella sua Storia di Venezia città delle donne. Se la storia che vi interessa è quella più recente, la giornalista Petra Reski, simbolo del fatto che questa città è da sempre fatta non solo da chi ci è nato ma anche da chi l’ha scelta e spesso la ama profondamente, racconta in Venezia atto finale le sfide attuali di una città che è stata radicalmente trasformata dal turismo negli ultimi decenni, tema anche del recente numero di Passenger.
Per finire, vorrei suggerire un itinerario letterario meno conosciuto, ed è quello nella Venezia raccontata da grandi scrittori indiani. Ci sono almeno tre bellissimi romanzi che, spaziando tra l’indagine esistenziale a quella politica, testimoniano di una relazione molto profonda tra India e Venezia e della capacità dei grandi narratori di calarsi nella realtà della città rivelandone gli aspetti meno noti. Se Anita Desai in Viaggio a Itaca e Vikram Seth in Una musica costante vi ammalieranno e vi faranno viaggiare, Amitav Ghosh, ne L’isola dei fucili, vi appassionerà nella ricerca di un enigmatico personaggio del passato.
Concludo con il mistero: è noto che, per scelta dell’autrice, i libri della giallista più celebre di tema veneziano, Donna Leon, non sono tradotti in italiano e magari possono essere usati anche per fare un po’ di esercizio in inglese. Ma ci si può consolare con titoli come Laguna morta di Michael Dibdin, Vendetta a Venezia di Philip Gwynne Jones (disponibile in eBook), oppure con i thriller italiani come Il sesto comandamento, Il piede destro di Byron e La pietra per gli occhi. Venetia 1106 d.C.
E a proposito del brivido del mistero: se mi trovano accoltellato in una calle buia (magari la Calle degli Assassini dove si affaccia la casa dove sono cresciuto), quale dei tanti autori viventi di libri su Venezia che non ho nominato per ragioni di spazio sarebbe sospettato?
Lontano dall’assedio dei turisti, in una soleggiata laguna di Venezia, Alessandro Nicoli durante una gita in barca con la sua morosa trova un’antica moneta d’oro vicino all’isola abbandonata di San Giacomo in Paludo.
Qui potete leggere anche la nostra intervista a Shaul Bassi a cura di Serenella Iovino
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