Spatriati, di Mario Desiati, è il libro che ha vinto la LXXVII edizione del Premio Strega.
Francesco e Claudia sono giovani.
Basterebbe questo, forse, a dire il nucleo più profondo e autentico di Spatriati.
Lo spaesamento evocato dal titolo allude alla gioventù, quella condizione peculiare dell’essere umano ma ne coglie i tratti distintivi per calarli in tempo storico - il nostro - che è di per sé spaesamento.
Dalla Puglia a Londra, da Milano a Berlino, le tappe dell’educazione sentimentale di Claudia e Francesco, protagonisti del libro, sono altrettante occasioni che Desiati coglie per disegnare un itinerario nel quale ciascuno può rivedere i propri vent’anni, trovandovi però al tempo stesso gli angoli (e soprattutto gli spigoli) del mondo di oggi, un mondo nel quale quell’età felicissima e infelicissima ad un tempo non trova lo spazio cui avrebbe diritto.
I corpi, il desiderio, il sentirsi “esclusi dal mondo e tuttavia del mondo fervidamente appassionati”, come ebbe a scrivere Beniamino Placido di un altro grande cantore dell’elegia dei vent’anni, Andrea Pazienza (pugliese, proprio come Desiati). ecco cosa ci ha regalato Desiati con Spatriati, ed ecco quel che ha convinto i giurati della settantaseiesima edizione del Premio Strega a eleggere il libro a vincitore, con un vantaggio sugli altri titoli in lizza che nel corso dei sei spogli di voti si è consolidato in modo nettissimo.
Non che mancassero alternative di valore e, anzi, si può dire che per eterogeneità e qualità dei libri in gara, quest'edizione ha dato motivi di gioia a quanti amano leggere storie che riescano a restituire qualcosa dei tempi complessi in cui viviamo, senza dimenticare il piacere della lettura. Amerighi, Bacà, Carati, Galletta, Piersanti, Raimo: scrittori con vocazione diversissima (vedere il nostro video per toccare con mano), tutti accomunati dalla voglia di partecipare a un'edizione che verrà ricordata anche per le sue "anomalie".
Una pioggia battente ha infatti costretto i quasi settecento invitati a Villa Giulia a cercare riparo sotto le volte affrescate della galleria, mentre Geppi Cucciari conduceva dal ninfeo (nel suo stile scanzonato e competente) le interviste agli scrittori che si avvicendavano sul palco.
Ma non è stata questa l'unica "irregolarità" della serata: Veronica Galletta non ha potuto infatti presenziare, se non in collegamento video, per ragioni di salute (la scrittrice sembra comunque star bene e ha avuto modo di far apprezzare alcune delle tante qualità del suo Nina sull'argine).
Emanuele Trevi, vincitore della scorsa edizione con il suo Due vite, presiedeva lo spoglio annunciando, turno dopo turno, il sommarsi dei voti che avvicinavano sempre più Desiati alla vittoria. Quando alla fine sull'ardesia della mitica lavagna l'ammontare in corrispondenza di Spatriati si è fermato a 166, nessuno è sembrato sorpreso dall'entità incontestabile di una vittoria largamente annunciata.
Desiati, piuttosto che adeguarsi al rituale che si ripete immutabile al momento della consegna del Premio, ha preferito sfruttare il momento per fare due dediche importanti, mostrando così di saper onorare i debiti contratti con amici e mentori. Non ha bevuto il classicissimo sorso dalla bottiglia di liquore, infatti, sostenendo che andrà ad aprirla in ideale compagnia di un suo grande amico e scrittore che non c'è più, ma la cui voce non è mai stata tanto viva e necessaria come in questi tempi di muri e divisioni: Alessandro Leogrande.
Desiati ha poi citato nel suo discorso Mariateresa di Lascia, vincitrice dello Strega nel 1995, mettendo l'accento su un tema impellente, urgentissimo. "Dedico questo riconoscimento a Mariateresa Di Lascia, che vinse qui nel 1995, pugliese come me, e a tutti i lavoratori dell'editoria italiana. Non basta la passione: ci vuole un contratto vero". Ulteriore conferma dell'autenticità di un narratore che nei suoi libri non è mai venuto meno all'impegno civile e alla sensibilità sui temi caldi del proprio tempo.
I sorrisi che rischiaravano la notte romana, sullo slargo di Villa Giulia mentre gli invitati cercavano di salire sui taxi che arrivavano alla spicciolata, lasciavano un po' alla volta il posto alla stanchezza felice di una bella serata nel segno dei libri e della letteratura.
Viva lo Strega, viva Spatriati!
Qui trovate la pagina speciale dedicata a tutti i libri protagonisti dell'edizione 2022 del Premio Strega.
Proposto da Silvia Ballestra al Premio Strega 2022 con la seguente motivazione: «Personaggi memorabili e una lingua bella e tornita, quella di Amerighi, che con misura e sapienza ci regala echi luminosi e ironici di toscanità anche classica. Un romanzo importante, libero, vitale, caratterizzato da un'affabulazione felice e trascinante, ricca e compiuta.»
Proposto da Diego De Silva al Premio Strega 2022 con la seguente motivazione: «Fabio Bacà è l'ex esordiente più anomalo che conosca. La scrittura ha una puntualità e un'esattezza che mi hanno confermato il valore di un autore che oggi trovo ancora più forte di quando l'ho conosciuto. Presentarlo allo Strega è un vero motivo di orgoglio. Perché su Bacà avrei scommesso fin da subito.»
Proposto da Andrea Vitali al Premio Strega 2022 con la seguente motivazione: «Il lettore goloso di novità vi trova di che soddisfare il suo appetito, il neofita potrebbe usare E saremo salvi come viatico per entrare con stupore nel mondo in cui una penna riesce a raccontare il bello e il brutto della vita, i ricatti dei sentimenti, la necessità dell'egoismo quando si sta per affogare. Difficile staccarsi dalle pagine di questo romanzo fino alla silenziosa nevicata che lo chiude, offrendo al lettore l'ennesima sorpresa.»
Proposto da Gianluca Lioni al Premio Strega 2022 con la seguente motivazione: «La Galletta con una lingua asciutta, scarna, che pure si accende di tecnicismi, ci restituisce in filigrana temi diversi: il senso di solitudine, l'alienazione sul lavoro, la lotta con la natura nel tentativo di addomesticarla, l'impossibilità di raggiungere la perfezione. Galletta intreccia gli opposti per riportarli sulla pagina con un talento già dimostrato nel suo romanzo d'esordio, vincitore del Premio Campiello Opera prima.»
Proposto da Domenico Procacci al Premio Strega 2022 con la seguente motivazione: «Sono un Amico della domenica da diversi anni ma è la prima volta che decido di presentare un romanzo al Premio Strega. Lo faccio perché me ne sono innamorato prima da lettore e poi da produttore. Veronica Raimo è una scrittrice formidabile, capace di costruire un romanzo moderno, caldo e da cui non riesci a staccarti fino all'ultima pagina. Un libro dove non c'è Niente di vero ma tutto è sorprendentemente autentico.»
Proposto da Renata Colorni al Premio Strega 2022 con la seguente motivazione: «Claudio Piersanti dà senso e spazio al mistero del silenzio e della solitudine, dimensioni fondative dei rapporti umani. Tutto questo grazie alla raffinatezza del suo intuito psicologico e alle risorse stilistiche innate della sua scrittura, che derivano da una lingua che ha la limpidezza del cristallo e da una straordinaria naturalezza e versatilità espressiva.»
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