Putin si sta ispirando a Genny Savastano?

Martedì 22 febbraio

Davvero - e purtroppo - resterà nella storia. E intanto ci accompagna.
Vladimir Putin, da solo, in un'immensa sala del Cremlino, coi suoi generali seduti a venti metri da lui e da lui interrogati, redarguiti, adulati mentre recita il monologo che si era da tempo preparato: l’Ucraina non esiste, è stata un’invenzione di Lenin; l’Ucraina è uno stato fantasma, una creatura dell’Occidente che vuole distruggerci…

Nessuno avrebbe mai immaginato che Putin si sarebbe spinto così in là, soprattutto nei toni e nella scenografia: ma c’è riuscito, ha resuscitato il fantasma della Grande Russia. Le dichiarazioni di guerra sono sempre spettacolari – tutti ricordano quelle di Mussolini, quelle di Hitler, ma anche Milosevic e Saddam Hussein sono stati all’altezza – e tutte riscrivono il Passato. George Orwell in “1984”, spiegò bene come succede

Seguono poi i movimenti delle truppe, l’annuncio che la guerra sarà breve, il popolo festante che accoglie i liberatori.
Ed è quello che sta avvenendo in queste ore nella parte orientale dell’Ucraina, chiamata a provare se davvero era uno stato fantasma o se è fatta di liberi cittadini che già nel 1991 dissero basta ai resti dell’Unione Sovietica. Finirà male, quanto male ancora non si sa.

Consigli per passare il tempo: “L’ordine del giono” di Eric Vuillard, edizioni e/o sull’anschluss dell’Austria, 1938.

“Morto Stalin, se ne fa un altro”, film noir di Armando Iannucci, che è un geniale regista inglese di nascita italiana, anno 2017.
Molto attuale

E infine, la seconda serie di Gomorra dove Genny Savastano anticipa Putin con la famosa dichiarazione di guerra: “Mo’ ce ripigliamm tutt’chell che è nuost”.