Il verso giusto

Cinquant’anni fa moriva Pablo Neruda, il poeta ‘elementare’

Immagine tratta da "Perché tu possa ascoltarmi. Testo originale a fronte" di Pablo Neruda, Guanda 2023

Immagine tratta da "Perché tu possa ascoltarmi. Testo originale a fronte" di Pablo Neruda, Guanda 2023

Pablo Neruda (uno pseudonimo, come si sa, un nome d’arte) è una specie di straordinaria, illimitata cornucopia di ispirazione e talento. Ciò che ogni lettore apprende dalla lettura dei suoi testi, pur nelle loro diseguaglianze e nelle loro cadute, è il dono della poesia, che sembra essere stato riversato a piene mani su di lui. È uno dei poeti più sovrabbondanti, ricchi, estroversi, vari, distesi in orizzontale sulla superficie del mondo, che la tradizione novecentesca conosca. Uno dei punti qualificanti della sua esperienza è costituito senza dubbio, nella sua piena fioritura, dalla serie delle Odi elementari, iniziata con il libro così intitolato del 1954.

Se anche lì, in alcuni casi, si inserisce il tema politico-ideologico, le odi che celebrano le cose del mondo nella loro essenzialità e purezza sono uno dei vertici della produzione poetica del Novecento, tra l’altro in controtendenza rispetto a un filone più mentale, intellettuale (penso alla tradizione anglosassone, a Eliot, per citare un caposaldo del canone modernista). Neruda sembra a volte incarnare l’idea di un poeta totalmente terreno, materico, capillare nella sua adesione alla vita, in ogni forma, con una dedizione e concretezza senza residui, senza scorie.

Alla donna. Odi elementari e altre poesie. Testo originale a fronte

Le odi nell'opera del grande poeta cileno sembrano provenire da una miniera inesauribile. Dopo Ode al vino, Ode al libro, Ode al mare, Ode alla vita, Ode alla notte e Ode alla rosa, ecco così il settimo volume, dedicato questa volta alla figura della donna.

Non significa che egli sia un poeta privo di echi, di profondità, di complessità. Piuttosto la sua poesia appare come una sorta di forza primordiale, che si impone al lettore con l’evidenza della cosa sentita, sperimentata, vissuta. Il pane, la rosa, il carciofo, l’aroma della donna amata sono oggetto di un canto che scompone e ricompone la vita nei suoi elementi primi, come tornando a una creazione pulsante, in divenire, come nel giardino di un Eden che pure non ignora la traversia, il dolore, l’ingiustizia. Neruda è stato infatti, come si accennava, anche un poeta impegnato: ha cantato la speranza di un comunismo utopico e ha protestato con virulenza contro le forze che costrinsero il suo Cile verso un regime illiberale e repressivo, quello di Pinochet.

Ha scritto un libro intitolato Incitamento al nixonicidio e elogio della rivoluzione cilena (1973), che ha preceduto di alcuni mesi il golpe che rovesciò il governo di Salvador Allende e portò alla sua eliminazione. Fu pochi giorni dopo il golpe di Pinochet che Neruda morì, all’ospedale di Santiago del Cile: era il 23 settembre del 1973, cinquant’anni fa, in circostanze che sono sempre state discusse e che di recente sono tornate ad alimentare sospetti. Secondo la versione ufficiale, il poeta morì per cause naturali, di tumore. Secondo altre fonti, sarebbe stato ucciso da un’iniezione che lo avrebbe avvelenato. Insomma la sua morte a 69 anni (era nato il 12 luglio 1904), quando era pronto ad espatriare in Messico, sarebbe stata un omicidio politico, voluto e ordinato dal golpista Pinochet.

Incitamento al nixonicidio. Elogio della rivoluzione cilena. Testo spagnolo a fronte

Pablo Neruda è stato un combattente in prima fila nella dura lotta del popolo cileno contro l'imperialismo straniero e contro l'oligarchia interna. In questo suo poema non troviamo l'artista o l'intellettuale raffinato, ma il cittadino che con la sua voce grida in mezzo alla bufera civile.

In un libro del 1962, Pieni poteri, da non molto tradotto in Italia (a cura di Arianna Fiore, presso Passigli, Firenze 2022), Neruda parla in apertura del Dovere del poeta. La poesia si conclude con questi versi: «Così, con me, la libertà e il mare / potranno rispondere al cuore oscuro». Il canto di Neruda, ora aperto e polposo come un frutto, ora malinconico oppure puntuto e impegnato nella battaglia, è una offerta di luce e di forza vitale, a cui è ancora possibile abbeverarsi, come lui diceva di fare alla coppa della parola poetica (in La parola, ugualmente da Pieni poteri): «Io bevo alla parola sollevando / una parola o coppa cristallina, / in lei bevo / il vino dell’idioma / o l’acqua interminabile, / delle parole sorgente materna, / e coppa e acqua e vino / originano il canto / perché il verbo è l’origine / e versa vita […]».

Per saperne di più vi invitiamo a leggere
il nostro articolo su Pablo Neruda e la sua poesia La infinita.
Pieni poteri-Plenos poderes
Pieni poteri-Plenos poderes Di Pablo Neruda;

Uscita nel 1962, e cioè a soli tre anni dai Cento sonetti d’amore e due anni prima del monumentale Memoriale di Isla Negra, Pieni poteri è una raccolta molto composita, che da certi punti di vista costituisce una sorta di spartiacque tra il Neruda precedente e il Neruda a venire.

Pablo Neruda: 50 anni di poesie

Confesso che ho vissuto

Di Pablo Neruda | Einaudi, 2016

Per nascere son nato

Di Pablo Neruda | Guanda, 2008

Poesie 1924-1964

Di Pablo Neruda | Rizzoli, 1988

Crepuscolario. Testo spagnolo a fronte

Di Pablo Neruda | Passigli, 2004

I versi del Capitano. Testo spagnolo a fronte

Di Pablo Neruda | Passigli, 2001

Cento sonetti d'amore. Testo spagnolo a fronte

Di Pablo Neruda | Passigli, 2000

La casa delle odi

Di Pablo Neruda | Motta Junior, 2012

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Pablo Neruda (pseudonimo di Ricardo Eliezer Neftalì Reyes Basoalto) è stato un poeta cileno, Premio Nobel per la letteratura nel 1971, tra le figure più importanti della letteratura sudamericana del Novecento. Il suo pseudonimo fu scelto in onore dello scrittore e poeta cecoslovacco Jan Neruda.A soli 19 anni Neruda pubblica il suo primo libro, Crepuscolario, e già nel 1924 riscuote un notevole successo con Venti poesie d'amore e una canzone disperata. A partire dal 1925 dirige la rivista «Caballo de bastos». Nel 1927 intraprende la carriera diplomatica: nel 1933 è console a Buenos Aires, nel 1936, allo scoppio della guerra civile, parteggia per la Repubblica e viene destituito dall'incarico consolare, nel 1939, a Parigi, è console per l'emigrazione dei profughi cileni repubblicani e nel 1940 viene nominato console per il Messico.È eletto senatore nel 1945 e si iscrive al partito comunista per cui subì censure e persecuzioni politiche, come l’espatrio a causa della sua opposizione al governo autoritario di Gabriel González Videla, la rinuncia alla sua candidatura come Presidente del Cile, e il successivo sostegno al socialista Salvador Allende. A causa dell’espatrio inizia a viaggiare nell'Unione Sovietica, in Polonia, in Ungheria, in Italia (si stabilisce a Capri), in Asia e America Latina. Nel 1966 è oggetto di una violenta polemica da parte di intellettuali cubani per un suo viaggio negli Stati Uniti. Muore in un ospedale di Santiago poco dopo il golpe del generale Augusto Pinochet, ufficialmente di tumore, ma in circostanze ritenute dubbie, mentre stava per partire per un nuovo esilio.Tra le sue opere ricordiamo, Residenza sulla terra, I versi del Capitano, Cento sonetti d'amore, Canto generale, Odi elementari, Stravagario, Le uve e il vento, il dramma Splendore e morte di Joaquin Murieta e il libro di memorie Confesso che ho vissuto.«Così, con me, la libertà e il mare / potranno rispondere al cuore oscuro».

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