La redazione segnala

Il massacro del Circeo, su Rai 1 la storia di un delitto mai dimenticato

© Mymovies

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Tutto è cominciato una settimana fa, con l'incontro con un ragazzo all'uscita del cinema che diceva di chiamarsi Carlo, lo scambio dei numeri di telefono e la promessa di vederci all'indomani insieme ad altri amici

Quell’indomani Donatella non può: si passa al lunedì, ore quattro del pomeriggio. All’appuntamento si presentano solo Angelo e Gianni: Carlo, così pare, è impegnato in una festa alla sua villa di Lavinio, se lei e Rosaria volessero raggiungerlo assieme a loro...

[...] ma a Lavinio non arrivammo mai. La villa era al Circeo e quel Carlo non arrivò mai

Io sono l'uomo nero. Dal Circeo a Ferrazzano, la storia mai raccontata di Angelo Izzo e dei suoi crimini

Entrato in carcere a 20 per scontare il primo ergastolo, quello per il massacro del Circeo, e condannato a un secondo per il delitto di Ferrazzano, queste pagine sono la testimonianza di Angelo Izzo, dell’orrore di una mente, di un gruppo di persone, di un periodo della storia del nostro Paese, che ha lasciato cicatrici indelebili sulle generazioni del tempo.

Questo – la dichiarazione rilasciata in tribunale da Donatella Colasanti (Roma, 1958 - 2005) – non è che l’incipit di una delle pagine più cruente della cronaca nera italiana: il massacro del Circeo, caso di rapimento, stupro e omicidio che ebbe luogo in provincia di Latina, tra il 29 e 30 settembre 1975.

Rinchiuse in una villa sul litorale pontino, le due amiche - Donatella e Rosaria Lopez (1956 - 1975) - vennero picchiate e poi separate: Donatella in un bagno, Rosaria nell’altro, quello dove, in una vasca, dopo essere stata cloroformizzata, perse la vita.

A ridosso della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, il 14 novembre Rai 1 presenta Circeo, serie tv evento diretta da Andrea Molaioli e prodotta da Cattleya in collaborazione con Rai Fiction, Paramount Television International Studios e Paramount+.

Per la prima volta sul piccolo schermo, verrà proiettata quella che fu al contempo vicenda privata e collettiva, da considerarsi uno spartiacque per un Italia che, al momento dei fatti, non condannava ancora lo stupro in quanto reato contro la persona, bensì contro la morale pubblica.

Una trasposizione, quella di Molaioli, che non si limita alla ricostruzione di una violenza che sconvolse l’Italia, ma attraverso l’interpretazione di Ambrosia Caldarelli (nel ruolo di Donatella), Greta Scarano e Pia Lanciotti (nei panni di Teresa Capogrossi e Tina Lagostena Bassi, che ne prendono le difese) si intensifica ancor di più al momento del processo:

Ho capito che avevo una sola via di uscita, fingermi morta, e l'ho fatto. Mi hanno messa nel portabagagli della macchina, Rosaria non c'era ancora, ma quando l'hanno portata ho sentito chiudere il cofano e uno che diceva: «Guarda come dormono bene queste due»

Quasi a volerci ricordare che, dopo essersi finta già morta per non essere uccisa, fu necessario “destarsi” e intraprendere una nuova battaglia, affinché le cose iniziassero a mutare.

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