Tutta la luce che non vediamo (All the light we cannot see, in originale) è una mini-serie disponibile su Netflix dal 2 Novembre, tratta dall’omonimo romanzo del britannico Anthony Doerr, vincitore del premio Pulitzer nel 2014.
Dal vincitore premio Pulitzer per la narrativa 2015, la coraggiosa storia di Marie-Laure, una bambina di sei anni con i capelli rossi e il viso pieno di lentiggini, a cui viene diagnosticata una malattia degenerativa: sarà cieca per il resto della vita. Sei anni dopo, Parigi viene occupata dai nazisti.
La storia è quella di Marie-Laure LeBlanc, interpretata dall’esordiente Aria Loberti, un’adolescente cieca in fuga con suo padre Daniel, Mark Ruffalo, da una Parigi occupata dai nazisti.
La loro fuga li porta a Saint Malo, nella casa dello zio Etienne, un centralinista per la resistenza francese. Nel frattempo, il soldato tedesco Werner, che ha un talento per la riparazione delle radio, viene messo al lavoro dal regime come intercettatore di trasmissioni radio della resistenza. Non ne trova nessuna, finché un giorno non sente una voce femminile su una vecchia frequenza che ascoltava da bambino.
Girata tra Budapest e il nord della Francia, la serie è un progetto a più mani: la produzione e la regia sono del canadese Shawn Levy, creatore di Stranger Things, affiancato dalla compagnia di produzione 21 Laps Entertainment, la stessa che ci ha regalato storie come Arrival e Shadow and Bone.
Levy è un appassionato del progetto da molti anni. Grande fan del libro fin dalla sua prima uscita, nel 2014, aveva provato a opzionare subito i diritti, per poi scoprire che il libro stava già per essere trasformato in un film.
Per sua fortuna, il progetto iniziale non è andato in porto, per cui ha subito pensato ad una mini serie, che avrebbe dato, come annuncia Doerr stesso, il giusto respiro alla storia. L’adattamento per lo schermo, invece, è di Steven Knight, padre della ormai leggendaria Peaky Blinders.
Il buio non dura neanche un secondo, quando si accende la luce
Così recita la voce di Loberti nel trailer ufficiale, uscito un mese fa in Italia.
La serie sembra proprio una perfetta combinazione tra i capolavori dei suoi creatori: c’è la cura per i dettagli e per la fotografia di Stranger Things, e la trama accattivante di Peaky Blinders.
I primi due episodi di Tutta la luce che non vediamo sono stati proiettati al Festival del Cinema di Toronto, riscuotendo un grande successo.
Non ci resta che sederci a guardarla.
Di
| Rizzoli, 2017Di
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