Buon compleanno, Licia.
La donna che ha fatto grande Milano

Venerdì 6 gennaio 2023

Licia Rognini Pinelli ha compiuto il 5 gennaio 95 anni, festeggiata dalle figlie Claudia e Silvia, da tre generazioni di amici e, idealmente da tutta la città di Milano.

Nella notte del 16 dicembre 1969, Licia, allora quarantenne, fu svegliata da fotografi e giornalisti che bussarono alla porta di casa per annunciarle il suicidio di suo marito, Giuseppe Pinelli, detto Pino. Uno scatto, che diventerà famoso, la mostra, dietro l’uscio socchiuso, in vestaglia.

Pino Pinelli, forse il più noto militante anarchico di Milano era stato fermato, appena dopo la strage alla Banca Nazionale dell’Agricoltura, tra i primi di una retata che portò in Questura trecento “sospetti”. Per tre giorni, illegalmente, era stato trattenuto in Questura. Intorno alla mezzanotte del 16, al termine di una giornata che aveva visto i monumentali e silenziosi funerali delle 17 vittime della bomba, il questore di Milano Marcello Guida annunciò in una improvvisata conferenza stampa che Pinelli si era buttato dalla finestra del quarto piano della Questura, una prova della sua colpevolezza nella strage. Nelle stesse ore, Pietro Valpreda, veniva riconosciuto da un testimone, come la persona che aveva depositato la bomba. Valpreda e Pinelli si conoscevano. La polizia da tempo sospettava di loro, i conti tornavano.

Credo che i lettori di Maremosso, a qualsiasi delle tre generazioni appartengano, sappiano di che cosa stiamo parlando.

Licia Pinelli fu la sola a gridare la verità, fu la sola a battersi per ottenerla, fu la sola, con il suo coraggio a convincere i milanesi dell’innocenza di Pino e ad accusare – cosa inaudita per l’epoca – la Questura di Milano di aver causato la sua morte.

Da sola, crescendo le sue figlie; aiutata dagli amici e compagni di fede e poi dai giovani della città. Una denuncia, quasi temeraria, contro la Questura, un coraggioso magistrato che le dà retta, ma che morirà presto; la creazione di un’opinione pubblica che porterà 700 intellettuali italiani – i migliori rappresentanti della Italia civile – a schierarsi con lei.

E poi la verità che – lentamente, troppo lentamente, si venne a sapere. Valpreda e Pinelli furono vittime di una congiura o, come si dice adesso, di un depistaggio. Pinelli, torturato in questura, fu spinto oltre la ringhiera del quarto piano dell’edificio di via Fatebenefratelli, ad appena nove giorni dal Natale 1969.

 Lentamente, venne conosciuta la verità, e Licia ha avuto il tempo di vederla riconosciuta.

Non credo di sbagliarmi, se la metto al numero uno tra le donne che, nel Novecento, hanno fatto grande Milano. E hanno contribuito a conservare la democrazia in Italia.

Se volete saperne di più, due splendidi libri: Camilla Cederna, Pinelli una finestra sulla strage.
E Licia Pinelli e Piero Scaramucci Una storia quasi soltanto mia.