Da Londra a New York, da Parigi a Roma, ogni anno il Natale arriva sempre più presto, annunciato da alberi inghirlandati, decorazioni nelle strade e panettoni nei negozi: una volta, questi ultimi si trovavano soltanto nei negozi di alimentari in Italia, ma ormai sono diventati come la pizza, un piatto esportato in mezzo mondo.
La stagione natalizia viene anticipata di un mese o più perché gli esperti di marketing ritengono che mettendo la gente di buon umore la si induca a fare più acquisti: un’operazione puramente commerciale. Ma quest’anno un altro tipico annuncio che il Natale si avvicina ha subito una modifica: gli spot pubblicitari, perlomeno in Inghilterra, non sono più festosi come prima.
I giornali londinesi notano che il tradizionale spot natalizio di John Lewis, maggiore catena di grandi magazzini britannici, è in tono più dimesso rispetto al passato.
Il filmato del Natale 2022 mostra un uomo di mezz'età che prova e riprova a padroneggiare uno skateboard, con risultati disastrosi che lo vedono volare da tutte le parti.
Perché lo faccia si scopre soltanto alla fine: sta per diventare genitore adottivo o affidatario di un bambino e vuole farlo divertire portandolo in giro sullo skateboard.
La scritta conclusiva fa pensare più a un’associazione di beneficenza che a un tempio del commercio: “Più di centomila bambini in Gran Bretagna sono senza genitori. Impegniamoci ad aiutarli”.
Lo spot pubblicitario di quest’anno, spiega un portavoce di John Lewis, “ha meno a che fare con gli acquisti e più con la generosità d’animo”.
Il motivo è evidente: la crisi energetica sommata alla crisi economica sommata alla guerra in Ucraina sommata a due anni di pandemia crea profonda incertezza, oltre ad avere svuotato le tasche dei consumatori. Celebrare un Natale in grande stile, con tavole imbandite e cornucopia di regali, sembra di cattivo gusto.
Non a caso anche due catene di supermercati inglesi hanno lanciato spot diversi dal solito: la Tesco promette di offrire un cenone alla portata di tutti, con lo slogan “l’unica cosa che abbiamo tagliato sono i prezzi”, la Lidl fa un gioco di parole sul proprio nome, che suona come “little”, promettendo “alta qualità e prezzi bassi”.
Lo scopo, sotto sotto, è sempre lo stesso: vendere. Ma è come se lo spirito del dickensiano “Canto di Natale”, dopo aver spaventato l’avaro Scrooge, abbia messo un po’ di paura anche ai commercianti. Quelli che fanno cominciare la stagione natalizia a novembre.
Altre riflessioni di Enrico Franceschini
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