Mercoledì 20 ottobre
Il 17 ottobre scorso un avvenimento decisamente inconsueto ha avuto luogo lungo la Senna, all’altezza del Pont de Bezons.
Il presidente Emmanuel Macron, in solitudine, ha deposto una corona di fiori in memoria delle “decine” di algerini che sessanta anni fa trovarono la morte – uccisi e gettati nel fiume dalla polizia, agli ordini del prefetto Maurice Papon. Macron è stato il primo presidente francese a ricordare quel massacro. Che cosa era successo? Nell’ottobre 1961 la guerra di Algeria era al suo culmine e il Fronte di Liberazione Nazionale (FLN) aveva chiamato i suoi connazionali immigrati a manifestare nella capitale.
Il prefetto ordinò il coprifuoco dalle 20 alle 6 per tutti i “musulmani algerini”, ma nonostante il divieto circa 30.000 persone riuscirono ad arrivare dalle banlieues in centro, dove la polizia cominciò a rastrellare e a compiere arresti in massa, poi a sparare sui “musulmani algerini”. Migliaia di manifestanti furono deportati in campi di concentramento, altri uccisi e gettati nella Senna.
Sì, ma quanti? Non si è mai saputo con certezza; nei decenni la stima degli storici è salita da 50 a 300 morti; senza nome, insepolti.
La notizia di quanto era avvenuto non venne riportata da nessun giornale, perché era vietato. L’anno seguente l’Algeria otteneva l’indipendenza, ma tutti tacitamente si accordarono per non parlare di quanto era successo a Parigi. Il prefetto Papon ebbe una brillante carriera politica, prima di essere smascherato, nel 1983, per essere stato un collaborazionista dei nazisti e responsabile della deportazione di 16mila ebrei di Bordeaux. Questo avveniva appena sessant’anni fa nella “ville lumière”.
Macron è stato il primo a ricordare. E a chiedere scusa.
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| DeriveApprodi, 2007Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
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