Diario di bordo

E Zelensky rubò la scena a Putin

Martedì 10 maggio

In teatro si chiama “rubare la scena”, e avviene quando tutti, improvvisamente, si mettono a guardare il numero due che sta in un angolo del palcoscenico e si dimenticano del mattatore che si sta cimentando nel famoso monologo. E così, mi è sembrato sia successo ieri: con Zelenksy che cammina da solo sulla mezzeria del più grande viale di Kiev (ricostruito dopo che era stato distrutto nella Seconda guerra mondiale) e naturalmente veste la sua felpa da buon soldato e recita senza leggere da attore consumato… E dice che il suo paese ha sconfitto il nazismo già una volta e che non si sarebbe aspettato di doverlo fare di nuovo… e cammina, cammina in mezzo a grandi palazzi nella strada vuota, con solo i cavalli di frisia, e promette che oggi è il 9 maggio 1945, ma presto si festeggerà di nuovo, un altro 9 maggio quando i russi saranno cacciati dal paese. Mai vista una parata più spettacolare della camminata di un uomo solo!

E ti viene in mente, che – se le cose fossero andate diversamente, se non ci fosse stato quell’ometto a cambiare la storia – quella strada oggi sarebbe stata il teatro della parata militare di Putin, del patriarca Kirill, della Grande Russia contro il corrotto Occidente.

Il quale Vladimir Putin, detto lo Zar, o il mattatore, invece era molto solo sulla piazza Rossa.
Davvero, era il trionfo della solitudine.  Non c’era la grande Zeta in cielo, anzi non c’erano proprio gli aerei, non c’era il grande generale, non c’erano le nuove armi Fine di Mondo, non c’erano paesi amici sul palco, e neanche i satrapi e i vassalli che in genere fanno da corona. Non c’era nessuna mission accomplished da vantare, come fece Bush il giovane sulla tolda della portaerei in tuta mimetica e con un grande sospensorio a conchiglia a parare i testicoli, per annunciare la vittoria in Iraq, che si rivelò poi una sconfitta.

Il discorso di Putin è stato ottimo: la prima volta che un dittatore ammette la sconfitta. Ed è stato decisamente umano quando ha sfilato con gli Immortali tenendo in mano il ritratto di suo padre morto nella grande guerra patriottica.

È stato un bel 9 maggio, di meglio il mondo non poteva sperare.

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