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Crac Parmalat: a 20 anni dal crollo dell'impero del latte

Gli italiani gli devono il latte fresco e a lunga conservazione, firmato Parmalat di Collecchio. È uno degli industriali più stimati e riservati.

Calisto Tanzi opera nella ricca Parma accanto all'altra potenza industriale che viene dalla terra, la Barilla. Cattolico, solido, proprietario della squadra di calcio cittadina, Tanzi è l'esatto opposto di Sergio Cragnotti, il proprietario della Cirio («come natura crea, Cirio conserva»), proprietario della Lazio, che gli dà popolarità, ma gli succhia un sacco di soldi.

Latte soldi e politica. Vent'anni di battaglie della Granarolo tra gli scandali della prima Repubblica e i crac di Cragnotti e Parmalat

Cosa c'è di più pulito, di più puro del latte? Eppure, nel raccontare come la Granarolo è diventata l'impresa numero uno del settore lattiero-caseario italiano, Luciano Sita ci svela un mondo tutt'altro che immacolato. Intervistato da Luciano Nigro, l'uomo che ha guidato la Granarolo dal 1991 al 2009 apre l'album dei suoi ricordi e ricostruisce la storia a lieto fine di una cooperativa a un passo dal fallimento.

Cragnotti ha appena fatto crack. Ha chiesto capitali per 1,2 miliardi di euro, ha assicurato con i suoi bond rendimenti fino all'8%, non è stato in grado di restituire i soldi alle banche, queste li hanno scaricati sui risparmiatori e nel dicembre 2002, in 30mila hanno perso tutto.

Ma Tanzi è un'altra cosa, ha un'azienda di sicuro sviluppo: logico che offra bond con rendimenti del 6%, che le banche li propongano ai loro clienti, che le società di revisione garantiscano. Ma nel corso dell'anno qualche scricchiolio si avverte, perché Tanzi non riesce a pagare gli interessi promessi e ha bisogno di altri prestiti dalle banche.

La Parmalat però assicura: presenta un documento in cui vanta liquidità per 4 miliardi di euro depositati a New York presso la Bank of America. La banca viene interpellata il 19 dicembre e in poche righe comunica, semplicemente, che quei 4 miliardi non esistono.

Il documento presentato dagli uomini di Tanzi era stato assemblato in uno stanzino con fotocopie e uno scanner.

Il buco della Parmalat risulta essere di 14 miliardi di euro.

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