Il 16 marzo del 1978 è una data impressa nella memoria di tutti, anche di quelli che ancorano non erano nati.
Come accade di fronte alle notizie impreviste e sconvolgenti, ognuno ricorda esattamente quello che stava facendo nel momento in cui è venuto a conoscenza del sequestro del Presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro. Si è interrotto il lavoro, si sono interrotte le lezioni, si è tornati a casa nella paura e nell’incertezza di un clima politico impazzito ed estremamente polarizzato.
Quegli anni sono il simbolo più recente nella nostra storia di una crisi esistenziale che abitava il paese, smarrito, politicamente radicalizzato, di un periodo storico che ancora merita di essere approfondito e compreso per svelare legami, intrecci, documentazioni e portare alla luce verità ancora disseminate negli archivi di Stato e non solo.
Tra la fine degli anni Sessanta e per oltre venti anni si sono susseguiti sequestri, omicidi, stragi dall’una e dall’altra parte, rossa e nera, in cui la scena sociale era chiamata a dividersi, annullando la voce di quelli che si affidavano alla comunicazione democratica e istituzionale (i più) e che non cedevano alla militanza armata. Il sequestro di Aldo Moro è stato solo uno dei momenti apicali degli anni di piombo, prima e dopo quello di magistrati, banchieri, imprenditori, sindacalisti, forze di polizia, giornalisti, giudici e di tutti i civili innocenti uccisi dalle bombe di Piazza Fontana, di Piazza della Loggia, dell’Italicus, della stazione di Bologna e di molti altri attentati.
Dopo 46 anni da quel giorno, seppur la discussione e la bibliografia sugli anni di piombo sia ricchissima, l’impressione è quella di una perdita di memoria collettiva, di uno sfilacciamento della narrazione tra quelli che c’erano e le nuove generazioni: un periodo storico così importante per il nostro paese non può e non deve uscire dalla discussione pubblica, soprattutto da quella scolastica.
In occasione dell’anniversario del sequestro di Aldo Moro, abbiamo deciso di raccogliere dieci titoli che pur restringendo il punto di vista, allargano il dibattito dal grande quadro storico alle scelte individuali delle persone e alla storia specifica di certe città o periferie: il quadro più ampio e collettivo di un momento così complesso e insofferente, infatti, non può esimersi dall’analizzare i bisogni, le storie e le singole situazioni che hanno spinto gli attori primari e secondari di quegli anni a imbracciare le armi o, dall’altra parte, a difendere la lotta politica democratica, anche a costo della loro vita.
La dolorosa storia degli «anni di piombo» attraverso il ritratto di una generazione furente. Per raccontare l’Italia delle Brigate rosse, Sergio Luzzatto ha adottato un fil rouge biografico e, insieme, una prospettiva suggestivamente corale.
Aldo Moro durante la prigionia parla, ricorda, risponde, interroga, confessa, accusa, si congeda. Scrive lettere e compone un lungo Memoriale, che è discorso politico, storico, personale. In questo testo, originariamente destinato al teatro, Fabrizio Gifuni riannoda quelle pagine. Il lettore vi troverà una parte importante della storia del nostro Paese e, al tempo stesso, la storia di un grande tradimento shakespeariano di cui Moro fu vittima.
Nei primi anni settanta, un giovane giudice della procura di Milano segue le tracce dell’eversione nera. Il contesto è drammatico. Dopo la strage di piazza Fontana c’è un clima da guerra civile e quel ragazzo di soli ventotto anni, appena arrivato dalla provincia, diventerà protagonista di un’indagine che segnerà un momento di svolta per la magistratura e la società italiana. Il giudice si chiama Emilio Alessandrini.
Un’Italia, quella della seconda metà del Novecento, che si è mossa tra le lacune dei depistaggi e le condotte spesso equivoche dei servizi segreti. Benedetta Tobagi racconta, sullo sfondo delle stragi, la dialettica tra intelligence, magistratura e potere esecutivo dalla P2 alla caduta del Muro.
È la mattina del 17 maggio 1972, e la pistola puntata alle spalle del commissario Luigi Calabresi cambierà per sempre la storia italiana. Di lì a poco il nostro paese scivolerà in uno dei suoi periodi più bui, i cosiddetti "anni di piombo", "la notte della Repubblica".
Nella storia di Anna Di Vittorio c’è tutta la strage di Bologna. Dopo la sentenza Cavallini e la condanna di Bellini, Paolo Morando racconta la più grave strage della storia italiana, che per la prima volta ha mandanti e organizzatori.
Mario Moretti è stato l'anima delle Brigate Rosse, il principale artefice del sequestro Moro, l'uomo che nei cinquantacinque giorni di prigionia è stato più vicino allo statista, colui che gli ha sparato. In carcere dal 1981, nell'estate del 1993 incontra per sei giorni le giornaliste Carla Mosca e Rossana Rossanda e risponde alle loro domande.
La bomba di piazza Fontana compie Cinquant'anni. Non ha mai smesso di cambiare l'Italia, quasi fosse una massa incandescente nel sottosuolo, che continua a bruciare. Un viaggio nella memoria che sembra un film giallo. Il più grande depistaggio della nostra storia.
Libro vincitore del Premio Mastercard letteratura 2023, del Premio Flaiano 2023 e Libro dell'anno di Fahrenheit Radio Tre Questo libro racconta la storia di due giovinezze incompiute, diversissime eppure con una loro sghemba simmetria.
I cinque agenti della scorta di Aldo Moro: chi erano e perché vivono ancora.
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