Arrivi e partenze

Enrico Berlinguer e il PCI: una storia che ci parla ancora. Intervista con Silvio Pons

Silvio Pons ricorda bene cosa stava facendo quel giorno, il 13 giugno 1984.
I funerali di Berlinguer sono cresciuti nella memoria collettiva, nel tempo, come uno spartiacque fra la politica com'era vissuta fino allora - una politica che aveva mobilitato masse, acceso passioni e orientato vite - e quella che sarebbe seguita, una forma di gestione della cosa pubblica più "amministrativa" e meno capace di accendere passioni.
Il Professor Pons, dopo aver dedicato la sua carriera di storico e molte pubblicazioni allo studio del Partito Comunista Italiano e in particolare alla figura e all'azione politica di Berlinguer oggi ripercorre assieme a noi alcune delle eccezionalità che Berlinguer riassunse, umanamente e politicamente, in una congiuntura storica tutt'altro che semplice, con la sinistra italiana sull'orlo di una mutazione che ne avrebbe di lì a poco cambiato in profondità i connotati. 

"Il funerale di Berlinguer è rimasto nella memoria di chi aveva già coscienza e maturità, come il sottoscritto. All'epoca io non ero un militante comunista ma la morte di Berlinguer fu un evento che toccò emozioni profonde in una vastissima fascia di popolazione italiana: nella sinistra nel suo complesso e anche oltre i confini della sinistra".

Per ripercorrere assieme a Pons la parabola di un protagonista assoluto della politica italiana di quegli anni, abbiamo pensato di partire dalla fine, rievocando l'accorato appello con il quale Berlinguer praticamente si congedò dai militanti del Partito cui aveva dedicato l'intera esistenza. 

"... e ora, compagne e compagni, vi invito a impegnarvi tutti, in questi pochi giorni che ci separano dal voto, con lo slancio che sempre i comunisti hanno dimostrato nei momenti cruciali della vita politica: lavorate tutti, casa per casa, azienda per azienda, strada per strada, dialogando con i cittadini con la fiducia per le battaglie che abbiamo fatto, per le proposte che presentiamo, per quello che siamo stati e siamo. È possibile conquistare nuovi e più vasti consensi alle nostre liste, alla nostra causa, che è la causa della pace, della libertà del lavoro, del progresso, della nostra libertà". 

Pronunciate durante il comizio nel corso del quale Berlinguer avrebbe accusato il malore che gli fu fatale, queste parole restano oggi come il testamento coerente e memorabile di un appassionato fautore della politica come momento di partecipazione collettiva alla vita di un paese. 

"Quelle parole di Berlinguer, retrospettivamente, presentano molti significati. Non sono soltanto un appello ai militanti, ma un forte appello identitario che nei suoi ultimi anni Berlinguer ripeté più volte davanti alle difficoltà oggettive del Partito Comunista Italiano, ma erano anche un appello a mantenere il senso di una politica di massa e di una autonomia della politica che oggi ci appare come qualcosa che abbiamo perso. In questo senso, credo che quelle parole ci parlino ancora", rievoca Pons.

Nella corso della nostra intervista, Pons ha modo di rievocare le qualità del Berlinguer politico, un esercizio che però sarebbe retorico compiere senza tratteggiare anche il contesto entro il quale queste qualità poterono esprimersi. E quindi ecco che l'Italia di quegli anni emerge come un paese attraversato da fortissime tensioni interne ed esterne, cerniera in perenne stretch fra la faglia atlantista e quella dell'orbita orientale, a sua volta divisa fra le inquietudini che sommuovevano il mondo arabo e che giocoforza approdavano sulle sponde del Belpaese e la sfera di influenza slavo/sovietica, rispetto alla cui forza il PCI dovette sempre cercare una distanza che gli consentisse la giusta autonomia

In questo quadro di divisione, Berlinguer fu uomo capace di unire, ci ricorda il Professor Pons. 

"Berlinguer, nel corso della sua attività politica, ebbe avversari - certamente ne ebbe tanti - non ebbe però nemici e questo in virtù di una capacità di apertura di dialogo che non voleva dire transigere rispetto a certe posizioni di principio che gli viene riconosciuta da tutte le parti. Cioè fu un uomo capace di unire nella passione e nella lotta politica accesa. Non cerco mai di stigmatizzare gli avversari o di farne oggetti di demonizzazione e anche questa, in qualche modo, è una sua eccezionalità, figlia del tempo in cui lui visse e della cultura in cui era cresciuto. Una qualità che oggi si fa fatica a trovare in tanti esponenti della politica".

Ecco perché è giusto, oggi, celebrare la vita e l'azione politica di Enrico Berlinguer. Grazie al Professor Silvio Pons per il suo importante contributo. 

Clicca qui per andare al nostro approfondimento bibliografico su Berlinguer

Le nostre interviste

La canzone di Maremosso è interpretata da Laura Salvi
La posta della redazione

La posta della redazione

Hai domande, dubbi, proposte? Vuoi uno spiegone?
Scrivi alla redazione!

Chiudi

Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.

Chiudi

Per poter aggiungere un prodotto alla lista dei desideri devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.

Chiudi

Il Prodotto è stato aggiunto al carrello correttamente

Chiudi

Il Prodotto è stato aggiunto alla WishList correttamente