Un regalo della natura, un nettare degli Dei. O, come sottolinea Virgilio, un “dono celeste della rugiada”. Stiamo parlando del miele, un prodotto magico, che per molto tempo è stato l’unico dolcificante per l’uomo, soppiantato poi dallo zucchero, come ci ricorda Isabel Allende in Afrodita:
Il miele, nettare di Afrodite, dorato tesoro della Terra, frutto dell’anima dei fiori e del lavoro delle api, era servito per addolcire la vita molto prima che venisse scoperto lo zucchero. Il sapore e l’aroma dipendono dai fiori che le operaie alate hanno succhiato. La sua reputazione come afrodisiaco è molto solida: gli sposi vanno in “luna di miele” e in molte culture è parte della cerimonia dell’agape matrimoniale.
Classico simbolo della dolcezza, è ricchissimo di proprietà benefiche, tanto da essere considerato un super alimento: è composto da differenti zuccheri, soprattutto glucosio e fruttosio, ai quali deve il suo valore energetico e nutritivo.
È un ingrediente goloso ma allo stesso tempo sano ed energizzante: altamente nutriente, viene assimilato dall’organismo con facilità, per questo è adatto all’alimentazione di bambini, anziani e sportivi. In particolare, migliora la concentrazione, aumenta la resistenza fisica ed è indicato per il recupero dopo lo sport. Inoltre, calma la tosse e decongestiona le vie respiratorie, protegge e disintossica il fegato, aiutando anche la digestione. Diuretico e ricco di polifenoli, combatte i radicali liberi e rallenta l’invecchiamento. Contiene inoltre enzimi, minerali e vitamine ma anche sostanze antibiotiche e battericide, che ne fanno un vero e proprio disinfettante naturale.
Rosmarino. Dal nettare dei suoi fiori si otteneva un miele chiaro, quasi bianco, che cristallizzava in fretta e delicatamente. Aromatico, dolce e cremoso. Il suo preferito.
Dalla lavanda all’acacia, dal castagno agli agrumi, dal tarassaco all’eucalipto, passando proprio per quello di rosmarino, la natura offre infinite varietà di miele, tutte intriganti e diverse sotto il profilo del gusto. Per quel che riguarda la consistenza, può essere fluido, spesso o cristallino. Quasi tutti i tipi di miele tendono comunque a cristallizzarsi: per farli tornare com’erano basta riscaldare il vaso a bagnomaria con calore medio. Gli unici mieli che si mantengono stabilmente liquidi sono quelli di castagno, di acacia e di melata. Il miele, è bene ricordarlo, si conserva fuori dal frigorifero.
In cucina si utilizza in mille modi diversi, dal dolce al salato, dalla colazione al dessert, con i formaggi e con la carne. È usato per preparare il torrone e il croccante, ma anche per tante ricette tradizionali come gli Struffoli, uno dei dolci partenopei più famosi, o la sicula Pignolata. In Romagna è d’uso abbinare il miele alla polenta, servita a fette spesse e completata con un velo di miele versato a filo. In Sardegna, invece, si utilizza per completare le Seadas, uno dei dolci più amati dell’isola, frittelle ripiene di pecorino servite calde cosparse, appunto, con miele di corbezzolo. A proposito di Sardegna: provate ad adagiare scaglie di pecorino sardo su un pezzetto di pane carasau (o “carta da musica”) e completate con qualche goccia di miele… Apoteosi.
Un uomo, quello voleva, dolce come il miele, puro come la manna, forte come il ferro e caldo come il fuoco.
Versate il latte in un pentolino e mettetelo sul fuoco. Incidete il baccello di vaniglia nel senso della lunghezza, prelevate con la punta di un coltello i semini e versateli nel latte, insieme alla scorza del limone (per comodità utilizzate un pelapatate). Quando il latte bolle eliminate la scorza e aggiungete il riso. Fate cuocere a fuoco dolce per 15/18 minuti (dipende dal tipo di riso), mescolando continuamente. Togliete dal fuoco, aggiungete il miele e mescolate bene. Lasciate raffreddare a temperatura ambiente. Intanto lavate i frutti di bosco e fateli macerare in una ciotola con il succo del limone. Incorporate lo yogurt al riso raffreddato. Suddividete metà dei frutti di bosco in 4 coppette, sovrapporre uno strato di riso e completare con i frutti di bosco restanti.
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