Torna in libreria Elizabeth Jane Howard con Quel tipo di ragazza, edito da Fazi Editore per la traduzione di Manuela Francescon. Dopo il successo della serie dei Cazalet, ritroviamo in questo romanzo alcune delle tematiche ormai familiari per i lettori dell’autrice. Un felice e appagante matrimonio, quello tra Anne e Edmund Cornhill. Una vita agiata e centellinata al millimetro, una serenità basata su abitudini consolidate: la colazione a letto, un giardino ricco di fiori amabilmente coltivati, cene deliziose da consumare insieme. Quello che Anne ama di Edmund è il suo essere prevedibile. Quello che a lei sta più a cuore è che la sua routine quotidiana si sviluppi senza intoppi.
Una coppia felice e un matrimonio routinario, ma sereno: i coniugi Cornhill vivono bene nelle loro abitudini sempre uguali e diffidano del cambiamento. Sarà però l'arrivo di Arabella a scompigliare le carte, con i suoi modi spensierati e scanzonati pronti a rovinare quella magia.
Ordine, per lei, significava avere il tempo e lo spazio per compiere i suoi doveri, di qualunque genere fossero. Non sapeva se qualcuno di questi avrebbe implicato anche una dose di piacere, ma del resto solo la gente insicura e infelice pianifica il piacere, si diceva
Il non detto è sin da subito prevalente; i pensieri dei protagonisti affollano la pagina, e poco arriva all’orecchio dell’altro. Tutto sembra procedere tranquillamente, nulla può sconvolgere la loro “isola” se non la chiamata di Clara, matrigna di Edmund, che chiede ai coniugi di ospitare per un po’ sua figlia Arabella. La ragazza è uno spettro quando arriva a casa Cornhill, eppure gli stracci e le occhiaie non possono nascondere la sua naturale bellezza. Arabella appare però come schiacciata dalla sua vita precedente:
Io in realtà mi sento imprigionata, ma sento anche di avere una libertà totale, terrificante. Posso andare ovunque, fare qualsiasi cosa mi passi per la mente, e non ha nessunissima importanza
La decisione di accoglierla e di prendersene cura è progressiva, sembra difficile incastrare un altro pezzo in quel puzzle perfetto. Scaltra e ingenua, Arabella ha un estremo bisogno di cure e di affetto, a mancarle è il senso di famiglia.
Il suo arrivo squarcia il perbenismo abilmente intessuto negli anni dai coniugi; i suoi modi di fare sono spontanei e istintivi e con lei sembra impossibile mentire, nonostante il suo concetto di menzogna sia alquanto singolare: non si può mentire fino a quando l’altro non chiede nulla. Il romanzo procede per omissioni ingigantite, quelle che avvertiamo sin da subito tra Anne e Edmund, e che Arabella spingerà al limite.
Nel romanzo sono gli oggetti a parlare prima delle persone, come accade per gli abiti, spesso sinonimo di un cambiamento imminente e devastante: quelli logori con i quali Arabella arriva a casa Cornhill poco dopo aver subito un aborto, il completo bianco che si restringe e che è costretta a cambiare dopo il viaggio a Londra con Edmund, la vestaglia che regala a sua moglie quando lui è via per lavoro. Infine, quelli di Anne nella scena finale, così diversi rispetto al suo solito agli occhi del marito.
Arabella si oppone e logora silenziosamente le abitudini di Anne e Edmund, le sue scelte impediscono ai due il consueto procedere per inerzia. Con lei Anne può parlare di tutto, anche del ruolo della donna nella società e le sue idee progressiste non mancano di affascinare e colpire Arabella. Edmund si ritrova in sua presenza a riscoprire emozioni che non pensava di poter provare: imbarazzo, inadeguatezza, infine felicità e gelosia lo invadono. Non sempre accontentarsi è la scelta migliore.
Ma è quando si è abituati a spegnere le emozioni per non farsi schiacciare da quelle negative che anche l’amare non significa più niente, e allora tutto può essere amore, o forse, davvero nulla.
I personaggi secondari che appaiono nel corso della narrazione, le cui vite corrono parallele a quelle dei protagonisti, sono ugualmente accattivanti; agli antipodi rispetto alla lussuosa vita in casa Cornhill appare quella vissuta da Henry e Janet, insieme trascinante e dolorosa.
L’autrice riesce a condensare in questo testo desiderio, passione e morte, tutto con estrema eleganza e cura nello stile, accendendo nel lettore sensazioni ed emozioni contrastanti dalla prima all’ultima pagina.
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