Questo volume inizia con un avvertimento dell’autore.
Ci preavvisa che in La vendetta del ragno, verrà in parte svelata la trama del precedente Lazarus e vi saranno più volte riferimenti anche a L'Uomo della sabbia.
Grazie, Lars Kepler. Già che c’eri, però, non potevi avvisare i lettori anche dell’alta probabilità di insonnia che avrebbero quasi sicuramente riscontrato a causa del tuo libro?
Saga Bauer non è più un'agente della polizia di Stoccolma. È stata sospesa dal servizio, ma non desidera altro che tornare al lavoro che ama. La sua già tormentata esistenza è sconvolta da un messaggio anonimo. Qualcuno ha una pistola con nove proiettili pronti a uccidere altrettante persone, e l'ultima vittima della lista di morte è il commissario Joona Linna.
Ho parlato al singolare, ma è doveroso sottolineare che Lars Kepler è lo pseudonimo di Alexander Ahndoril e Alexandra Coelho Ahndoril, una coppia di scrittori svedesi che hanno deciso di unire le proprie già comprovate abilità di scrittura, per iniziare una serie di gialli con protagonista l’ispettore Joona Linna, della polizia criminale di Stoccolma.
La vendetta del ragno è il nono della fortunata serie edita in Italia da Longanesi, che discende dal primo e famoso L’ipnotista – best seller del 2009 da cui è stato tratto un omonimo film – e gli altri otto volumi pubblicati a cadenza di uno o due anni: L’esecutore, La testimone del fuoco, L’uomo della sabbia, Nella mente dell’ipnotista, Il cacciatore silenzioso, Lazarus e L’uomo dello specchio.
Voi che non siete già fan di Lars Kepler e/o non avete ancora avuto modo di lasciarvi affascinare dal magnetismo di Joona Linna, so cosa vi state chiedendo.
«Perché mai dovrei leggere il nono romanzo di una serie che ha sfornato già così tanti libri?».
Ebbene, io ero una di voi. Ho cominciato dal nono, e vi dirò… non me ne pento affatto.
Ci sono molte cose, nel nostro mondo, che possono cambiare di posto, e ciò che cessa di esistere spesso si lascia dietro un vuoto pericoloso che, in un modo o nell’altro, verrà colmato
Sin dall’inizio, con queste parole Lars Kepler ci dimostra di aver pensato a tutto, soprattutto a noi che ci avventuriamo tra le sue pagine per la prima volta, partendo dall’ultimo libro.
Ci mette in mano gli strumenti necessari per proseguire, spiegandoci, in modo breve ed efficace quanto il trafiletto di un giornale, che nei libri precedenti il commissario Joona Linna è riuscito a fermare il temuto serial killer Jurek Walter, ormai defunto.
Eppure, la sua capacità innaturale di irretire le persone attraverso le parole, strisciando nelle loro menti, è ancora capace di seminare paura e dubbi, persino nella ferrea integrità e motivazione dello stesso Joona, come scopriremo nel romanzo.
Superate queste premesse, il lettore si trova catapultato sul luogo della prima uccisione, che avviene proprio sotto ai suoi occhi, e – ve lo anticipo – non sarà una lettura facile.
Si nota sin da subito l’innegabile maestria nelle descrizioni: possiamo sentire ogni cigolio, ogni goccia d’acqua nelle tubature, ogni riflesso di luce, persino il battito del cuore della vittima, che seguiamo passo dopo passo, chiedendoci se sarà quello il momento esatto in cui verrà uccisa.
A me è stato quasi sempre impossibile prevederlo: i due scrittori si soffermano su ogni minuzia, senza mai scadere nella pesantezza, giocando con il lettore così come il killer gioca con la polizia, tirando le fila del ragno finché non siamo costretti a riprendere quel fiato inconsapevolmente trattenuto troppo a lungo.
Margot Silverman, capo del NOA, il Reparto operativo nazionale della polizia, muore sotto ai nostri occhi e da lì la scia di sangue non si arresterà più.
Joona si ritroverà non solo al centro delle indagini, ma anche nel pieno del mirino. La sua collega e amica Saga Bauer, ex agente della Säpo (servizi segreti) presentataci da zero come tutti i personaggi che un lettore affezionato di Kepler invece già conosce, ha ricevuto una lettera tre anni prima da qualcuno firmatosi con l’anagramma del defunto Jurek Walter, nella quale afferma che ha una pistola Makarov con nove pallottole bianche e una aspetta Joona.
L’unica che può salvarlo, a quanto scritto nel messaggio, è Saga.
Il focus si alterna quindi tra Saga e Joona, entrambi alle prese con i fantasmi del passato che fanno paura tanto quanto questo nuovo mostro del presente. Mostro o ragno, perché capace di muoversi con insolita rapidità, restando nell’ombra ma facendo ritrovare i corpi delle vittime – disciolti in soluzioni acide da vivi – in punti strategici della capitale svedese, dentro sacchi legati con delle corde, proprio come insetti intrappolati in una ragnatela.
Piccole statuine ritraenti la prossima preda vengono fatte recapitare a Saga, e nessuna di loro è scelta a caso: persone con cui ha avuto un rapporto di amicizia, di amore, di rispetto, di conflitto.
Una dopo l’altra, cercherà di salvarle, tentando disperatamente di allontanare la minaccia da Joona.
Quanto verranno coinvolti Saga e Joona in questo gioco malato e perverso?
La posta in gioco è altissima. Joona, a causa dell’indagine con Walter, è tormentato dai ricordi e ha iniziato a fare uso di oppio, nascondendolo alla sua compagna Valeria. La mente di Saga, dopo la morte della sorella che ci verrà svelata nel libro, è andata in pezzi e ora cerca di riprendere il proprio posto in polizia, senza però essere ancora in grado di perdonarsi.
La caccia al killer li spingerà a setacciare anche la parte più profonda e oscura di loro stessi, affrontando quei traumi che non li hanno mai abbandonati, mentre le fila del ragno attorno a loro si tessono in un giro sempre più stretto.
Riusciranno ad uscirne vivi?
Il consiglio è di trovare la risposta tra le pagine di questo eccezionale thriller la cui lunga serie, non a caso, ha scalzato dalle classifiche la trilogia di Stieg Larsson tanto amata.
Le premesse, però, concludo facendovele io.
La prima: non leggete questo libro di sera.
La seconda: preparate amici, parenti o fidanzati, perché, una volta finito, vorrete farvi regalare per Natale tutti i precedenti otto libri.
Io vi ho avvertito.
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