Matteo Fumagalli l’abbiamo già conosciuto un po’ di tempo fa. Immerso nel mondo dell’editoria e di Youtube, dove parla di libri, musica e film, questa volta ci parla del suo libro cult.
Se dovessi scegliere un libro cult per me sarebbe difficile sceglierne solo uno… devo per forza nominare la nausea di Sartre, che è il libro che nomino sempre
Ebbene sì, ci è andata male, non parliamo di Flavia Vento, ma di Jean-Paul Sartre. Considerato uno dei più grandi capolavori dell’esistenzialismo, La nausea fu scritta da Sartre nel 1932, ma fu pubblicato per la prima volta solo sei anni più tardi. Con quest’opera l’autore evidenzia tutti i tratti distintivi della corrente filosofica di cui noi già conosciamo Kierkegaard, Nietzsche, nata tra il XVIII e il XIX secolo, ma con ripercussioni fino al XX.
L’individuo è al centro o, meglio, la precarietà e la finitezza della sua esistenza lo sono. L’uomo moderno è drammaticamente solo e la sua condizione è insensata e assurda.
Sì, La nausea è uno dei capolavori dell’esistenzialismo, ma come si pone in relazione a questa corrente filosofica? L’opera è una sorta di diario, un diario filosofico che Sartre scrive elaborando un’analisi sulla coscienza umana. Quali saranno le relazioni tra l’uomo e la sua esistenza? Come già detto, l’uomo è solo e non si può far nulla per sfuggire a questa condizione. Solo è Antoine Roquentin, il protagonista, soli sono gli altri, tutti gli altri.
Dopo aver viaggiato a lungo, Antoine Roquentin si stabilisce a Bouville, in uno squallido albergo vicino alla stazione, per scrivere una tesi di dottorato in storia. La sera, si siede al tavolo di un bistrot ad ascoltare un disco, sempre lo stesso: «Some of These Days». La sua vita ormai non ha piú senso: il passato è abitato da Anny, mentre il presente è sempre piú sommerso da una sensazione dolce e orribile, insinuante, che ha nome Nausea.
Queste solitudini tragiche non possono più darmi nulla se non un po’ di purezza a vuoto
La nausea di Sartre è un diario filosofico che nasconde, neanche troppo, una complessità interna che ci fa perdere di vista la trama e ci rende difficile ricostruirne una. Antoine è il protagonista, sì. È un giovane trentenne che vive a Bouville, Francia del nord. Ma non sappiamo molto altro.
Arriva in questa cittadina con un solo scopo: completare una ricerca storiografica su un libertino del Settecento, il marchese di Rollebon. Vive in un albergo vicino alla stazione e il ritrovo dei ferrovieri è un’ottima distrazione dall’altro luogo che più frequenta: la biblioteca municipale. Qui incontra l’Autodidatta, un personaggio eccentrico che legge tutti i libri posseduti dalla biblioteca in ordine alfabetico…
Io non so approfittare dell’occasione: vado a caso, vuoto e calmo, sotto un cielo inutilizzato
Gli anni passano e Antoine inizia a scrivere un diario personale. Le pagine si riempiono di riflessioni filosofiche di grande profondità. Sono riflessioni intessute a giorni quasi tutti uguali, inconsistenti, insignificanti. Questi pensieri con le loro intuizioni scoprono la caratteristica dell’esistenza: la vanità.
Antoine pensa, riflette, considera e lo fa con le parole di Sartre, in quel flusso di coscienza che fa scorrere i pensieri senza organizzazione, così come compaiono in mente. È un continuo intreccio tra narrazione e riflessione, tra trama e filosofia. Continuamente una lascia spazio all'altra e viceversa e questa loro danza si riflette anche sull'esistenza del protagonista.
Dovrei scegliere il libro che più mi ha formato come lettore non tanto perché da lì ho iniziato ad amare leggere ma perché mi ha veramente fatto capire quanto può essere potente la letteratura, quanto può evocare e quanto può riuscire a toglierti il sonno
Letteratura come potenza in grado di far riflettere, comprendere e riempire quei giorni vuoti e insignificanti. Questo un po' è Sartre. E tra questi pezzi della vita che spesso sembrano governarci senza una direzione, si alza la nausea, titolo del libro. Ma cos'è questa nausea che attanaglia l'uomo?
Una sensazione di malessere, non momentanea, ma nemmeno un senso di disgusto transitorio. È costante, turba senza sosta, impadronendosi dell'esistenza. Tutto è avvolto dalla nausea e tutto diventa nausea.
L'uomo ne è toccato profondamente, ma vivendola in maniera così estrema, la vive anche in maniera totalmente autentica. La nausea è l'unica capace di portare l'uomo in quella bolla di solitudine purissima, dove l'unica cosa da fare è dubitare su tutto. La nausea porta alla sola scelta da fare: cacciare l'esistenza che è dentro ogni uomo.
Nel fondo di tutti questi tentativi che sembrano slegati, ritrovo lo stesso desiderio: cacciare l‘esistenza fuori di me... dietro l’esistente che cade da un presente all’altro, senza passato, senza avvenire, dietro questi suoni che di giorno in giorno si decompongono, si squamano e scivolano verso la morte, la melodia resta la stessa
Altre recensioni Cult!
Hai domande, dubbi, proposte? Vuoi uno spiegone? Scrivi alla redazione!
Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Per poter aggiungere un prodotto alla lista dei desideri devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Il Prodotto è stato aggiunto al carrello correttamente
Il Prodotto è stato aggiunto alla WishList correttamente