Il primo sole dell'estate di Daniela Raimondi

Il primo sole dell’estate di Daniela Raimondi (Nord) ci aiuta a comprendere qualcosa in più di un passato lontano e, in particolare, sul significato dell’essere donna alla fine degli anni ’40.

È il 1947 quando Norma viene al mondo in un paesino nel basso Mantovano, non lontana da Stellata, il paese dei nonni paterni dove la magia sembra vivere attraverso i suoi abitanti.

È lì che tutto inizia e tutto finisce, nel luogo in cui nonna Neve è sempre seguita dalle api e i primi baci di Norma sanno di burro e zucchero.

I genitori hanno appena vent’anni e sono solo fidanzati quando scoprono della gravidanza e prima ancora che Norma possa nascere capiamo che tipo di mondo sarà quello in cui verrà accolta: un luogo che comprende la felicità di papà Guido ma anche l’amarezza di mamma Elsa.

Una donna, quest’ultima, che si è ritrovata a essere madre quando non avrebbe voluto esserlo, che osserva con sconforto sua figlia fino a sentirla a tratti estranea.

Mentre seguiamo la crescita di Norma, i suoi primi amori, il legame indissolubile con Elia e la profonda amicizia con la cugina Donata, veniamo costantemente riportati nel suo presente in cui ha quasi settant’anni.

I brevi capitoli ambientati nel 2015 ci raccontano i sentimenti di Norma mentre accudisce la madre, ormai gravemente malata, e tutte le cicatrici che il loro rapporto le ha lasciato.

Perché se Il primo sole dell’estate ci narra l’intera vita di Norma, trascorsa per gran parte a Londra ormai indipendente dalla famiglia di origine, la sua storia sembra ruotare sempre attorno allo stesso fulcro: il rapporto con la madre.

Passando da Stellata, da Londra e dal Brasile viviamo quasi settant’anni di una storia che lega e slega vite, facendoci conoscere il dolore che si cela anche nei legami più solidi.

Se l’amore con Elia sembra esistere fin dall’infanzia, rappresentato come qualcosa che va oltre la realtà sfiorando quasi la magia, la relazione più significativa nella sua vita è quella con Elsa.

Ogni passo che Norma compie siamo portati a osservarlo con la lente del suo rapporto con la madre, dalla relazione con Elia passando dall’idea di maternità che matura negli anni.

Un legame, quello tra Norma ed Elsa, in cui entrambe le donne sono vittime e in cui trovare un carnefice risulta difficile.