Scelti per voi

Il nostro grande niente di Emanuele Aldrovandi

Una recensione di un libro ben riuscita è quella che fa venire voglia di leggere il libro senza che essa abbia “spoilerato” niente. In questo caso, credetemi, è difficilissimo!

Nel suo libro Il nostro grande niente (Einaudi), Emanuele Aldrovandi ci racconta l’amore o meglio analizza il rapporto a due di una coppia di giovani che hanno “tutta la vita davanti”. Vorrei dirvi i nomi dei protagonisti ma, come accade sempre più spesso, non ci vengono rivelati.

Questo, in fondo, non è un male: così è più facile identificarsi in loro, perché quello che accade in questo romanzo può accadere a tutti.

Avete mai pensato a quanto sia facile essere sostituiti nel cuore e nella mente delle persone che dicono di amarci? Avete mai pensato a quanto sia facile sostituire la persona che amate?

Secondo il protagonista, che dopo una morte improvvisa vede la vita della sua futura moglie andare avanti, è facilissimo. Dopo un iniziale, per quanto lungo, momento di dolore, lei riprende a vivere. Lui la accompagna per tutta la vita, tra nuovi amori, soddisfazioni lavorative, figli, amici, viaggi e gli immancabili dolori.

Avresti voluto che ti abbracciassi. Avresti voluto che ti stringessi forte come quando ci dicevamo “vorrei restare così per sempre”. Poi ti sei sciacquata la faccia e sei tornata da lui. L’hai abbracciato e gli hai detto “ti amo”.

La vede sopravvivere egregiamente alla sua morte e capisce di essere sostituibile.

Allora non siamo così unici e speciali come ci dice chi ci ama. O forse è il nostro corpo che va avanti nonostante tutto? Tutti questi passi che facciamo nella nostra vita: lo studio, lo sport, l’amore, la sofferenza, le risate, a cosa servono se siamo comunque destinati ad una stessa fine?

Queste domande il protagonista le pone a sé stesso e a lei lungo tutto il romanzo. Impongono una riflessione importante, trattano un tema fondamentale nella nostra vita e toccano argomenti che spaziano dalla filosofia all’antropologia, rimanendo sempre nell’ambito di due persone che si amano.

Alla fine di questo racconto, nella lettera, c’è scritto che io continuo a pensare che l’amore non esista, ma allo stesso tempo me lo sento addosso. Nello stomaco. Negli occhi. Nelle mani. Nei capelli. Dappertutto. E riesco a riconoscerne i sintomi

Per tutto il romanzo si avverte un velo di nostalgia che accompagna i protagonisti e che farete vostra. La nostalgia non è un’emozione negativa, anzi è piuttosto una sensazione piacevole, è come un sorriso accennato, un bacio soffiato sulla mano, come un ricordo di qualcosa che non c’è più ma che non fa più male.

Ci sono diverse citazioni che i protagonisti fanno proprie e che li aiutano a capire meglio il percorso interiore che stanno facendo. Una di queste, tratta da Star Wars ed enunciata dal maestro Yoda, mi ha colpita particolarmente: "Impara a lasciare andare tutto ciò che temi di perdere". Il che non significa lasciare andare ciò che amiamo o non lottare per esso, ma indica la nostra capacità di capire ed interiorizzare che nulla è per sempre così da tenersi pronti. Perché non si tratta di “se” accadrà, ma “quando” accadrà.

Mi sono fermato in autogrill a prendere un caffè e quando sono risalito in macchina ho guardato il sedile del passeggero, vuoto. Ho pensato che se avessi potuto scegliere una persona, fra tutte quelle che esistevano e che erano esistite nei secoli dei secoli, una sola da avere lì di fianco per far venire sera, avrei scelto te.

Non voglio influenzare la vostra lettura di questo bellissimo romanzo, ma credo che vivere l’attimo, godere di ogni bella giornata, sentirsi vivi nel momento in cui lo si è, lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato, e soprattutto amare fino a non poterne più, siano la chiave per poter dire di aver vissuto appieno tutto il tempo che ci è concesso.

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