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Che significa diventare adulti? di Banana Yoshimoto

Dopo il successo di Ciotole di riso, Banana Yoshimoto torna in libreria con un saggio breve, Che significa diventare adulti?, in uscita per Feltrinelli, ed è il regalo di cui abbiamo bisogno in questo momento.

Gennaio è il mese dei buoni propositi, pregno di speranza ed entusiasmo per il nuovo anno, si innesca una vivacità dirompente in tutti noi: si avviano progetti, ci si iscrive a un corso o semplicemente si affrontano i giorni con un’energia diversa, luminosa. Nei primi giorni dell’anno siamo fatti di fuoco, brilliamo di ottimismo e di voglia di rinascere, gli ostacoli sono meno spaventosi, le soluzioni più concrete. Eppure, dobbiamo fare attenzione che questo fuoco non si spenga, cercare sempre di mantenere il contatto con la nostra stella polare

Che significa diventare adulti?
Che significa diventare adulti? Di Banana Yoshimoto;

Che significa diventare adulti? Si deve studiare per forza? Che cos’è la normalità? Che succede quando si muore? A queste e altre domande Banana Yoshimoto cerca di rispondere in un piccolo saggio che, si augura, possa funzionare “un po’ come un amuleto” per aiutare i lettori di tutte le età a ritrovare serenità e speranza nei momenti più difficili.

E la nuova opera di Banana Yoshimoto può essere un punto fermo, un aiuto nei momenti di difficoltà, in cui il fuoco si affievolisce e abbiamo bisogno di una spinta, di uno sguardo diverso, di un consiglio. Con uno stile asciutto ma sempre elegante, Yoshimoto utilizza la sua esperienza personale per trattare con semplicità di argomenti complessi, a volte scomodi, che fanno parte della vita di ognuno di noi.

Si deve studiare per forza? Che succede quando si muore? Che vuol dire darsi da fare? Le domande in Che significa diventare adulti?, accompagnate dalle illustrazioni delicate di Gotō Akemi, ci invitano a riflettere sul senso delle cose, della bellezza che ci circonda, a lasciarci andare di fronte ai pregiudizi, a gioire delle infinite possibilità del presente.

Yoshimoto indaga i suoi ricordi, i dolori, spogliandosi di proposito di fronte alla pagina per svelare il momento in cui ha capito di essere diventata grande: il suo intento è spiegarci come questo momento catartico – e doloroso – sia una tappa dell’essere umano, impossibile da eludere nel corso della propria esistenza.

Affrontare la parte più infelice e impotente di noi, stringere i denti e andare avanti con tenacia è uno dei passaggi ineludibili della vita

Illustrato da fiori e note musicali, questo saggio è un manuale da sfogliare sia se siamo sperduti nel mare delle nostre incertezze, in cerca di risposte, o se abbiamo bisogno soltanto di comprensione. Banana Yoshimoto indaga i lutti, ne cerca un senso o perlomeno una risposta accettabile, apre il suo cuore per consigliarci come possiamo ricongiungerci a noi stessi e incantarci come quando eravamo bambini.

La vita adulta, con le sue responsabilità e gli obblighi quotidiani, ci ha disabituato alla bellezza delle piccole cose. Forse, uno dei propositi per il nuovo anno, può essere proprio quello di riprenderci la libertà di sognare a occhi aperti, trascorrere un paio d’ore con noi stessi, dedicarci alla gratitudine del qui e ora.

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La posta della redazione

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Conosci l'autrice

Banana Yoshimoto è un'autrice giapponese. Suo padre Ryumey Yoshimoto è un celebre poeta scrittore e critico di formazione marxista, autore, tra l’altro, di un saggio sulla figlia. Scrive sin da piccola, e nei primi anni delle elementari è decisa a diventare scrittrice. In alcune interviste ha dichiarato che a spingerla in questa direzione potrebbe essere stato, più che l'esempio del padre, quello della sorella Sawako, di sette anni più grande, che eccelleva nel disegno. Sarebbe stata la creatività di Sawako (in seguito diventata disegnatrice di manga con lo pseudonimo di Ha-runo Yoiko) a stimolarla a cercare una propria strada.Negli anni dell'infanzia legge molti manga. Ama in particolare quelli di Fujiko Fujio, Doraemon ("il mio primo amore") e ObaQ. A dieci anni scopre Òshima Yumiko, famosa disegnatrice di manga, autrice fra l'altro di Shi-chigatsu nanoka ni (Accadde il 7 luglio), dove compare un personaggio di padre che assume sembianze femminili, secondo alcuni ispiratore del personaggio di Eriko (Kitchen).A tredici anni la scoperta di Dario Argento con Suspiria, che la sconvolge. Comincia ad appassionarsi ai film del terrore.A sedici anni legge Kawabata e Dazai. Si immerge in particolare nella lettura di quest'ultimo, divorandone ogni opera. Legge Shining di Stephen King e ne è ammaliata.Nel 1984 si iscrive all'università, la Nihon Daigaku, alla Facoltà di studi umanistici, corso di laurea in Letteratura. Fra gli scrittori giapponesi, la interessano Tachihara Masaaki e Sakaguchi Ango, fra gli stranieri le sorelle Brontë e Françoise Sagan.Nel 1987 si laurea: la sua tesi è il racconto Moon-light Shadow. Lavorando part-time in un campo da golf e come cameriera in un locale di Asakusa, scrive Kitchen, con il quale riceve il premio Kaien per scrittori esordienti. Per la prima volta usa lo pseudonimo "Banana"  (scelto perché ama particolarmente i fiori della pianta di banano).Kitchen diviene un best seller, vendendo oltre un milione di copie. È l'inizio della folgorante carriera di Banana e del cosiddetto "Banana gensho" ("Fenomeno Banana").Nel 1989 il regista Morita Yoshimitsu realizza la versione cinematografica di Kitchen. Seguirà, qualche anno più tardi, una nuova versione diretta da Ho Yim (Hong Kong, 1997). Nel 1990 esce anche il film Tsugumi, tratto dal romanzo omonimo e diretto da Ichikawa Jun.Nel 1991 Kitchen, pubblicato in Italia da Feltrinelli, è il suo primo libro a essere tradotto in una lingua straniera. Dopo il successo italiano, viene acquistato e tradotto in oltre venti paesi. L'anno seguente Banana viene a Milano per presentare N.P. È l'inizio del suo rapporto di amicizia con l'Italia, il paese straniero al quale è più legata e che visita più spesso. Nel 1994, lo stesso anno in cui Oe Kenzaburo riceve il Premio Nobel per la letteratura, il "Fenomeno Banana" ha acquistato una tale rilevanza internazionale che la rivista «Kaien» dedica a questo tema un numero monografico dal titolo Yoshimoto Banana nel mondo (Yoshimoto Banana no sekai). Nel 1999 comincia ad apparire a puntate su «Mari Kureru» (edizione giapponese di «Marie Claire») la sua corrispondenza via e-mail con Nara Yoshitomo.Nel 2000 si sposa con Tahata Hiroyoshi.Fra il 2000 e il 2001 Banana pubblica un'edizione in quattro volumi delle sue opere, scelte della stessa autrice e illustrate da Hara Masumi.Nel 2002 esce in Giappone Itarian Banana, scritto in collaborazione da Banana e Alessandro G. Gerevini (NHK shuppan, Tòkyo).Nel 2003 nasce il figlio di Banana.Nel 2004, al Festival internazionale delle Letterature di Roma, legge in giapponese La felicità di Tomo-chan.Tra i Premi ricevuti ricordiamo: nel 1987 il Premio Kaien per scrittori esordienti per Kitchen; nel 1988 - Premio Izumi Kyoka sempre per Kitchen; 1988 - Premio del Ministro per la Pubblica istruzione per scrittori esordienti per Kitchen e Utakata/Sanku-chuari; 1989 - Premio Yamamoto Shugoro per Tsugumi;1993 - Premio Scanno per N.P.; 1995 - Premio Murasaki Shikibu per Amrita;1996 - Premio Fendissime Under 35 per Lucertola; 1999 - Premio Maschera d'Argento; 2000 - Premio Bunkamura Deux Magots per La piccola ombra.Altre su pubblicazioni sono L'abito di piume (2005), Ricordi di un vicolo cieco (2006), seguito l'anno successivo da Il coperchio del mare. Chie-chan e io e Delfini sono rispettivamente del 2008 e del 2010. Nel 2010 esce Un viaggio chiamato vita e nel 2011 High & Dry. Primo amore. Nel 2014 Feltrinelli pubblica Andromeda Heights, nel 2015 Il lago, nel 2016 Il giardino segreto, nel 2017 Another world, nel 2018 Le sorelle Donguri, e nel 2020 Il dolce domani e nel 2021 Su un letto di fiori.Del 2022 Le strane storie di Fukiage, seguito da Ciotole di riso (2023). Sempre per Feltrinelli nel 2024 esce Che significa diventare adulti?

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