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Il dizionario di Maqiao di Han Shaogong

In questo libro straordinario, l’esperienza della Rivoluzione Culturale Cinese viene ripensata e riscritta dall’autore in modo assolutamente originale.

Le riflessioni, i suggestivi ricordi emergono da questo luogo dell’anima riportando in vita un mosaico di personaggi tra i più curiosi ed episodi che non seguono una temporalità lineare ma prendono vita a partire dall’analisi del Linguaggio. E’ infatti, seguendo la forma narrativa del dizionario “che come una scatola può liberare migliaia di demoni”, che veniamo a conoscenza dell’esperienza del giovane studente Han Shaogong, rieducato dai contadini a Maqiao alla fine degli anni ’60. Qui, al di fuori del tempo, in una cultura “semi primitiva”, in un luogo che sembra poggiare sul mito e la magia del passato le proprie fondamenta, il linguaggio si contrappone con la sua ricchezza di senso alla lingua ufficiale.

Il dizionario di Maqiao
Il dizionario di Maqiao Di Han Shaogong;

Durante la Rivoluzione culturale, Han Shaogong viene mandato a Maqiao, un villaggio rurale nella provincia dello Hunan, insieme a migliaia di suoi coetanei: colpevole, come loro, di essere un «giovane istruito», deve seguire un percorso rieducativo attraverso il lavoro della terra.

Ed è proprio il fascino di questa lingua primordiale ad incantare il giovane intellettuale che, a poco a poco, abbandonerà i suoi pregiudizi e a contatto con personaggi indimenticabili ed esperienze che hanno dell’incredibile, riscriverà la sua storia reinserendola nella tradizione e risalendo alle radici culturali del suo popolo.

Protagonisti leggendari e reali si intersecano così sul piano narrativo poiché non c’è nella lingua cinese differenza tra passato, presente, futuro e “quello che conta è il tempo interiore”.

Un tempo sospeso, quello di Maqiao, dove gli abitanti evitano accuratamente la scienza, dove le parole portano con sé le loro “inversioni di senso” : “sveglio” per esempio, significa “stupido”, “addormentato” significa “sveglio”; “destino” viene sostituito dall’ideogramma di “radice”, quasi un ponte con il passato. Il carattere che unisce “Gardenia-Gelsomino”, quasi in un gioco infantile, significa “ovverosì, ma anche no”. A volte le parole si nascondono, per fare in modo che le persone più importanti non vengano nominate per permettere loro di vivere “nel privilegio del tabù”.

Poiché tutto possiede un significato per Shaogong, e poiché questo non è immutabile nel tempo, il suo intento in questo libro è anche quello di scrivere una “biografia di ogni singolo oggetti di Maqiao”, di portare con sé l’aurea magica che circonda gli “aceri fatati” o il “cane dal pelo giallo”, di risalire alle fonti di quelle “battaglie verbali” che erano le antiche canzoni tramandate per generazioni.

Il lettore sente a ogni pagina l’urgenza della cura atta a preservarne la memoria e i volti scomparsi. Indimenticabile la figura della “Donna Sogno” che nella sua follia onirica più si avvicina al vero; quella di Padron Hong, reincarnazione in veste animale di un antico tiranno senza orecchie, o anche quella della donna suicida che per invidia scatena onde alla vista della bellezza.

Nei racconti dei vecchi di Maqiao, nelle antiche superstizioni che il giovane studente raccoglie per cercare l’origine delle credenze, il vero si mescola al fantastico, così come l’opposto trova collocazione nello stesso simbolo di scrittura. Preservare la totalità di senso sembra allontanare la minaccia del rischio, di manipolazione e di autoritarismo della Parola.

Scrive l’Autore: “lo spazio linguistico sottostando alla forza di gravità di un credo, crea sempre delle distorsioni” e la minaccia è quella di cadere nel “fanatismo linguistico” che è sempre pronto ad affiorare quando “le parole acquistano una sacralità che le rende intoccabili”, o quando la parola si fa elitaria obbligando al silenzio tutti coloro che rimangono al di fuori del “Huafen” ovvero dallo “stato di parola” che, scrive Shaogong “rileva il carattere linguistico del potere”.

A questo proposito, riesce naturale ripensare ad alcune pagine di Roland Barthes che nella semiotica legge una critica della società o di Ferdinand de Saussure che prende in esame la vita dei Segni all’interno della vita sociale.

Ma intento finale di Shaogong, a partire dal linguaggio, rimane quello di raccontare con commovente attenzione, a tratti leggero umorismo, quasi poeticamente, un modo scomparso.

Il dizionario di Maqiao di Han Shaogong (Einaudi) è un libro delicato, denso e delizioso. Difficile da definire ma che non si lascia dimenticare.

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