Abbiamo visto spesso, nei nostri articoli Cult, come un libro abbia la potenza di sconquassare l’esistenza di una persona, a tal punto da influenzarla dal momento in cui arriva all’ultima pagina a tutto il resto della sua vita.
Ancor più in profondità possiamo riscontrare questo fatto in Carlo Lucarelli, grande autore di gialli e noir (scoprite la nostra intervista sul suo ultimo libro Léon – 2021) che designa I ragazzi del massacro di Giorgio Scerbanenco non solo come suo libro cult, ma addirittura – avendolo letto da ragazzino – un modello di scrittura a cui aspirare.
Questo libro mi racconta un pezzo di mondo al quale appartengo, al quale ho continuato ad appartenere. Un libro che, come dire, non ha età. Ecco, dal momento in cui l’ho letto, ho pensato: “A me piacerebbe tantissimo scrivere libri come questo”
Non è difficile quindi immaginare un giovane Lucarelli tra i banchi di scuola, alla scoperta di un mistero talmente avvincente da desiderare lui stesso di scriverne uno simile, un giorno; il fatto che abbia inseguito questa inaspettata ambizione, riuscendoci pienamente, non è un’immagine ancor più potente?
Matilde Crescenzaghi insegna in una scuola serale frequentata da ragazzi con storie difficili alle spalle. Quando viene ritrovata uccisa, brutalmente seviziata all'interno della scuola, gli studenti sono i primi sospettati, ma si accusano l'un l'altro. Duca Lamberti, poliziotto dai metodi poco ortodossi e dal fiuto infallibile, inizia a scavare nelle vite degli studenti, ragazzi che ora sembrano carnefici senza pietà, ora appaiono come vittime di vicende più grandi di loro.
Potente lo è anche la penna di Scerbanenco che, in una vicenda scabrosa quale il brutale stupro e assassinio di una maestra di ventidue anni da parte di undici ragazzi, resta misurata, colma di pudore, lasciando all’immaginazione – nettamente più efficace – la rappresentazione dettagliata del crimine.
A capo di questo caso dai toni anni ‘60 troviamo ancora una volta l’investigatore Duca Lamberti, ex medico milanese radiato dall’albo a causa di un’eutanasia praticata su una paziente terminale, diventato ormai un abile investigatore. I ragazzi del massacro è infatti il terzo capitolo della serie cui è protagonista, preceduto da Venere privata, Traditori di tutti e seguito da I milanesi ammazzano al sabato.
Il romanzo ha inizio in medias res con il detective – accompagnato dal fidato agente Mascaranti, al suo fianco sin dalla prima indagine – che varca la soglia di una camera d’ospedale nella quale è deceduta da poco Matilde Crescenzaghi. A seguito delle gravissime e orribili sevizie riportate, la giovane insegnante di scuola serale è morta per mano della sua stessa classe . Ragazzi tra i tredici e i vent’anni, provenienti dalla stratificazione sociale più bassa di Milano – tra famiglie disastrate, droghe, alcol e prostituzione – ha praticato su di lei una violenza inaudita, un massacro.
Ma perché?
In un susseguirsi di rimbalzi degni di una partita di tennis, la palla passa da un sospettato all’altro a suon di «Non sono stato io» e «Non ho visto niente», ma Lamberti è un osservatore acuto ed è convinto che dietro a tutto ci sia un mandante.
Un vortice di personaggi da capogiro risucchierà il lettore, il quale scaverà, interrogatorio dopo interrogatorio e bugia dopo bugia, sempre più a fondo in questa perla della narrativa poliziesca che Scerbanenco ci ha narrato così bene.
È un libro in cui c’è un mistero che non mi viene narrato subito, ma centellinato con una sapienza estrema. È raccontato con delle parole che sono anche sgrammaticate quando serve, creando comunque una sintassi efficace
Noi possiamo anticiparvi solo una cosa: nel tentativo di sciogliere il nodo della matassa, cambierete idea sul sospettato almeno una decina di volte!
Pronti a fare un viaggio nella Milano più ruvida, povera e sofferente degli anni Sessanta?
Duca Lamberti e Giorgio Scerbanenco vi aspettano sulla scena del crimine.
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