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Le strane storie di Fukiage di Banana Yoshimoto

I romanzi di Banana Yoshimoto sono curiosi. I romanzi di Banana Yoshimoto sono vicini ai lettori. I romanzi di Banana Yoshimoto sono intimi e personali, ma riguardano tutti noi, e Le strane storie di Fukiage è uno di questi. 

Se cercate un libro consolatorio, come spesso la letteratura giapponese sa essere, versandoci con un sorriso gentile una tazza di tè fumante a ogni capitolo, forse la storia di Mimi e Kodachi non è quella che state cercando. Ma forse anche sì.

Ci troviamo a Fukiage, un luogo particolare, un'isola remota circondata dal mare e dalle montagne. Ed è proprio da essa che inizia una storia misteriosa, quella di Mimi e Kodachi, due sorelle gemelle che lì sono cresciute, ma che da lì se ne sono andate. 

Le strane storie di Fukiage
Le strane storie di Fukiage Di Banana Yoshimoto;

Mimi e Kodachi sono due sorelle gemelle cresciute nella cittadina di Fukiage. Allevate da una coppia di amici dei genitori perché in un incidente stradale il padre è rimasto ucciso e la madre giace tuttora in coma, compiuti i diciotto anni decidono di trasferirsi a T?ky?, dove vivono una vita tranquilla, ciascuna intenta a inseguire le proprie inclinazioni. All'improvviso, però, Kodachi svanisce nel nulla. Mimi va a cercarla e torna a Fukiage, dove incontra personaggi misteriosi e scopre verità e leggende bizzarre sulla propria famiglia e su se stessa.

Parlare di Fukiage vuol dire richiamare alla mente brutti ricordi della mia famiglia, perciò finora ho sempre cercato di ritardare questo momento, e anche con mia sorella, che se n’è andata insieme a me, non sono mai riuscita a parlarne

La loro vita non è andata come avrebbe dovuto. Le due sorelle, infatti, sono state allevate da una coppia di amici dei genitori, perché, a causa di un incidente, il padre è morto e la madre è entrata in un coma dal quale ancora non si è svegliata. E leggendo il flusso continuo del testo senza capitoli, sembra quasi che questo torpore pervada l'intero romanzo con la sua nebbia. 

Le strane storie di Fukiage non inizia con l'impatto mortale dell'automobile e la soglia dell'incoscienza, ma con la sparizione di Kodachi. Banana Yoshimoto ci aveva già abituati a racconti di problemi giovanili e alla morte e con il suo ultimo romanzo non si allontana dal tracciato. 

Il suo linguaggio semplice, a tratti ingenuo e perché ingenuo così sincero, descrive situazioni insolite nella cultura giapponese e tutte le lotte emotive che queste si portano dietro. 

Di Kodachi non si hanno più notizie da una settimana. È tornata a Fukiage da sola ed è lì che è scomparsa. Nella nostra mente scorrono le parole di Mimi, i suoi pensieri che cercano di trovare forma in una storia che forma non ha e non può avere. Le strane storie di Fukiage è un romanzo che si comporta un po' come l'acqua: prende il profilo di chi ha di fronte. 

Penso che leggere Banana Yoshimoto sia sempre un modo per intraprendere un viaggio. Con Mimi affrontiamo uno dei romanzi più emozionanti e misteriosi della scrittrice, un libro che tra magia e leggende si modella in base al lettore che lo sta sfogliando. Prende la forma delle sorelle della Casa dell'arcobaleno o quella degli occhi del guardiano. E se la lettura diventasse come quella strana creatura al cimitero, o peggio, se sparisse come Kodachi? 

Sono solo addormentata. Mi trovi nel mondo dei sogni

Kodachi

Le strane storie di Fukiage è la storia di un viaggio all'interno di se stessi, un viaggio alla ricerca di quel portale che da Fukiage stessa conduce a un altro mondo. Ma la domanda sorge spontanea: è un universo fatto di magia quello che esploriamo o è il microcosmo dei desideri, dell'amore e di tutte le paure che possiamo provare in una vita? 

Banana Yoshimoto ce l'ha fatta ancora una volta, ha scritto un altro libro che parla di noi e della forma che assumiamo plasmandoci nelle sue pagine informi e scorrevoli come l'acqua. Tra le parole di desideri proibiti e sofferti, che si ha paura solo a pensarli, tra il terrore di amare ed essere amati e l'amore stesso che ha legato a sé la perdita, l'autrice ci racconta una storia semplice e complessa, come fotografie di piccoli fiori bianchi sulla strada. 

Lo so che non capite cosa sto dicendo, è per questo che dovete leggere Le strane storie di Fukiage. Per questo e per l'ignoto che incontrerete. Perdetevi pure, io mi sono ritrovata! 

Volevo solo capire fino a che punto il suo cuore possiede l’elasticità necessaria ad accogliere l’ignoto

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Conosci l'autore

Banana Yoshimoto è un'autrice giapponese. Suo padre Ryumey Yoshimoto è un celebre poeta scrittore e critico di formazione marxista, autore, tra l’altro, di un saggio sulla figlia. Scrive sin da piccola, e nei primi anni delle elementari è decisa a diventare scrittrice. In alcune interviste ha dichiarato che a spingerla in questa direzione potrebbe essere stato, più che l'esempio del padre, quello della sorella Sawako, di sette anni più grande, che eccelleva nel disegno. Sarebbe stata la creatività di Sawako (in seguito diventata disegnatrice di manga con lo pseudonimo di Ha-runo Yoiko) a stimolarla a cercare una propria strada.Negli anni dell'infanzia legge molti manga. Ama in particolare quelli di Fujiko Fujio, Doraemon ("il mio primo amore") e ObaQ. A dieci anni scopre Òshima Yumiko, famosa disegnatrice di manga, autrice fra l'altro di Shi-chigatsu nanoka ni (Accadde il 7 luglio), dove compare un personaggio di padre che assume sembianze femminili, secondo alcuni ispiratore del personaggio di Eriko (Kitchen).A tredici anni la scoperta di Dario Argento con Suspiria, che la sconvolge. Comincia ad appassionarsi ai film del terrore.A sedici anni legge Kawabata e Dazai. Si immerge in particolare nella lettura di quest'ultimo, divorandone ogni opera. Legge Shining di Stephen King e ne è ammaliata.Nel 1984 si iscrive all'università, la Nihon Daigaku, alla Facoltà di studi umanistici, corso di laurea in Letteratura. Fra gli scrittori giapponesi, la interessano Tachihara Masaaki e Sakaguchi Ango, fra gli stranieri le sorelle Brontë e Françoise Sagan.Nel 1987 si laurea: la sua tesi è il racconto Moon-light Shadow. Lavorando part-time in un campo da golf e come cameriera in un locale di Asakusa, scrive Kitchen, con il quale riceve il premio Kaien per scrittori esordienti. Per la prima volta usa lo pseudonimo "Banana"  (scelto perché ama particolarmente i fiori della pianta di banano).Kitchen diviene un best seller, vendendo oltre un milione di copie. È l'inizio della folgorante carriera di Banana e del cosiddetto "Banana gensho" ("Fenomeno Banana").Nel 1989 il regista Morita Yoshimitsu realizza la versione cinematografica di Kitchen. Seguirà, qualche anno più tardi, una nuova versione diretta da Ho Yim (Hong Kong, 1997). Nel 1990 esce anche il film Tsugumi, tratto dal romanzo omonimo e diretto da Ichikawa Jun.Nel 1991 Kitchen, pubblicato in Italia da Feltrinelli, è il suo primo libro a essere tradotto in una lingua straniera. Dopo il successo italiano, viene acquistato e tradotto in oltre venti paesi. L'anno seguente Banana viene a Milano per presentare N.P. È l'inizio del suo rapporto di amicizia con l'Italia, il paese straniero al quale è più legata e che visita più spesso. Nel 1994, lo stesso anno in cui Oe Kenzaburo riceve il Premio Nobel per la letteratura, il "Fenomeno Banana" ha acquistato una tale rilevanza internazionale che la rivista «Kaien» dedica a questo tema un numero monografico dal titolo Yoshimoto Banana nel mondo (Yoshimoto Banana no sekai). Nel 1999 comincia ad apparire a puntate su «Mari Kureru» (edizione giapponese di «Marie Claire») la sua corrispondenza via e-mail con Nara Yoshitomo.Nel 2000 si sposa con Tahata Hiroyoshi.Fra il 2000 e il 2001 Banana pubblica un'edizione in quattro volumi delle sue opere, scelte della stessa autrice e illustrate da Hara Masumi.Nel 2002 esce in Giappone Itarian Banana, scritto in collaborazione da Banana e Alessandro G. Gerevini (NHK shuppan, Tòkyo).Nel 2003 nasce il figlio di Banana.Nel 2004, al Festival internazionale delle Letterature di Roma, legge in giapponese La felicità di Tomo-chan.Tra i Premi ricevuti ricordiamo: nel 1987 il Premio Kaien per scrittori esordienti per Kitchen; nel 1988 - Premio Izumi Kyoka sempre per Kitchen; 1988 - Premio del Ministro per la Pubblica istruzione per scrittori esordienti per Kitchen e Utakata/Sanku-chuari; 1989 - Premio Yamamoto Shugoro per Tsugumi;1993 - Premio Scanno per N.P.; 1995 - Premio Murasaki Shikibu per Amrita;1996 - Premio Fendissime Under 35 per Lucertola; 1999 - Premio Maschera d'Argento; 2000 - Premio Bunkamura Deux Magots per La piccola ombra.Altre su pubblicazioni sono L'abito di piume (2005), Ricordi di un vicolo cieco (2006), seguito l'anno successivo da Il coperchio del mare. Chie-chan e io e Delfini sono rispettivamente del 2008 e del 2010. Nel 2010 esce Un viaggio chiamato vita e nel 2011 High & Dry. Primo amore. Nel 2014 Feltrinelli pubblica Andromeda Heights, nel 2015 Il lago, nel 2016 Il giardino segreto, nel 2017 Another world, nel 2018 Le sorelle Donguri, e nel 2020 Il dolce domani e nel 2021 Su un letto di fiori.Del 2022 Le strane storie di Fukiage, seguito da Ciotole di riso (2023). Sempre per Feltrinelli nel 2024 esce Che significa diventare adulti?

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