Casalinghe americane di Helen Ellis

Nell’immaginario collettivo la casalinga di Voghera e le desperate housewives di Wisteria Lane vanno a braccetto tra le loro mille contraddizioni, luoghi comuni e paradossi sociali; le casalinghe di Helen Ellis si collocano esattamente in una sfumatura impercettibile che accomuna le due tipologie. Un dissacrante, esilarante, rocambolesco e pirotecnico ritratto dell’upper class americana dei nostri giorni. Una violenta ed ironica presa di coscienza di quello che ancora vuol dire essere una buona moglie wanna be nella nostra società smart, veloce, connessa ed emancipata.

Tra scrittrici ricattate dalla major dell’assorbente, mogli in cerca di una loro degna sostituta al fianco del marito, book club esclusivi, serial killer di portieri, reality show, linguaggi in codice (confesso di aver riso davvero troppo in questo capitolo) e scambi di e-mail al napalm, le pagine scorrono velocissime sotto le mani. Ho avuto per tutto il libro la sensazione di star assistendo ad uno spettacolo teatrale o meglio mi sono immaginata la signora Ellis nella parte di una stand up comedian che, passeggiando mollemente avanti e indietro per il palco, ci snocciola aneddoti e pettegolezzi.

Secco, veloce e accattivante. Cattivissime e determinate a fare in modo che l’apparenza si salvi sempre e nonostante tutto, le protagoniste di questi undici racconti sprizzano determinazione, degrado e giudizi.

Una donna che scrive di donne in maniera così elegantemente offensiva ha tutta la mia stima e ammirazione. Ci insegna l’autocritica e l’autoironia, unica arma che può salvarci da noi stesse e dalle altre.